10 Maggio 2019
Quale valore abbiamo imparato ad attribuire alle elezioni studentesche che si svolgono all’interno delle università? Ci siamo così tanto abituati a vederle ogni due-tre anni interferire con la nostra routine accademica, ad esser certi che la rappresentanza fosse un interesse esteso e coltivato da molti studenti, che mai avremmo potuto immaginare di assistere ad un incontro elettorale senza candidati. Eppure, è proprio quanto accaduto.
Il 14 e 15 Maggio all’Università di Salerno si vota e questo è ormai noto. Non si eleggono solo i nuovi membri del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, e questo forse non lo sanno ancora tutti, ma anche quelli relativi a quattro commissioni paritetiche, un componente all’interno del Consiglio degli studenti, e due consigli didattici. Sono dette elezioni suppletive perché non prevedono il rinnovo dell’intera componente studentesca ma solo quello di specifici posti resi liberi da rappresentanti che, per diversi motivi, hanno lasciato la carica ottenuta. L’ateneo salernitano per facilitare l’affluenza alle urne ha disposto che entrambi gli incontri avvenissero negli stessi giorni e negli stessi orari. Questo, come abbiamo già avuto modo di supporre, poteva generare il rischio che le elezioni suppletive venissero oscurate da quelle più movimentate per il CNSU.
Il timore era più che fondato e per dirlo non serve neanche attendere lo svolgimento e la conclusione della tornata elettorale. È sufficiente dare un’occhiata al numero delle liste per capire che le elezioni interne sono state attraversate da un generale disinteresse da parte degli studenti. Per ognuno dei posti vacanti sopra menzionati è stato infatti presentato il nome di un solo candidato. Il decreto Rettorale prevedeva l’elezione di un membro per quattro commissioni paritetiche (filosofia, fisica, ostetrica, linguistica e didattica dell’italiano), per il Consiglio degli Studenti (afferente al Dipartimento di Ingegneria Industriale), per il consiglio didattico in Ingegneria Informatica e due per il Consiglio didattico in Ostetricia. Il numero degli aspiranti studenti a ricoprire tali ruoli corrisponde esattamente a quello dei posti vacanti, ripetendosi quanto accaduto solo due mesi fa in vista delle elezioni di rinnovo della componente docenti e tecnico-amministrativa all’interno del senato Accademico e Consiglio d’amministrazione. L’unica eccezione a quanto descritto è il corso di laurea di Filosofia per la cui commissione paritetica gli studenti saranno chiamati a votare un solo futuro componente, scelto tra i due candidati che si contendono la carica. Nel caso di tutti gli altri semplicemente non c’è gara e i risultati finiranno per essere tutti prevedibili.
Il disinteresse verso questi momenti è divenuto così forte che per questa tornata elettorale assisteremo anche al caso del corso di laurea in Linguistica e Didattica dell’Italiano nel contesto internazionale che avrebbe dovuto eleggere un rappresentante all’interno della relativa commissione paritetica e che invece non vedrà neanche l’organizzazione dell’incontro perché nessuna lista è stata depositata presso gli uffici preposti.
Il quadro che fuoriesce da questa ricostruzione offre l’immagine di una comunità studentesca non molto sensibile al reale valore della rappresentanza studentesca e concentrata più sul voto in sé che alla possibilità che questo possa tramutarsi nell’impugnazione di istanze. Il motivo per il quale questo disvalore emerge solo ora è che durante le tradizionali elezioni interne universitarie si rinnovano tutti gli organi di rappresentanza, dal più alto al più basso, e ogni voto fa la differenza. Permette di avere una sede, di sedere ai tavoli della governance, di imprimere molto di più una traccia in quello che è il percorso amministrativo dell’università. Interessi che ora, per un componente in più o in meno in un corso di laurea, sembrano non essere rilevanti. Se da una parte la capacità di convogliare migliaia di studenti alle urne per le elezioni è un merito delle associazioni studentesche, che tra gli organi d’ateneo e gli studenti svolgono il ruolo di essere da tramite, dall’altra circoscrivono troppo l’importanza e il significato ultimo del rendersi partecipi per l’interesse collettivo. Accade pertanto che gli studenti esterni dalle associazioni coltivino poco, se non per nulla, la possibilità di farsi loro stessi portavoce di un progetto o, ancor più semplicemente, rappresentanti delle difficoltà e delle aspirazioni di una porzione di studenti, perché legati troppo alla logica del “ci sono le associazioni per questo”.
Ed è un peccato perché i futuri rappresentanti del CNSU, qualora pure dovessero essere iscritti all’Università di Salerno, faranno da tramite a molteplici questioni, generali quanto particolari, che non intaccheranno immediatamente la quotidianità degli studenti e che probabilmente non incideranno sul percorso didattico degli stessi. Per questo serviva qualcuno che avesse modo di parlare direttamente con i docenti, far presente le problematiche concrete e quotidiane di uno specifico corso di laurea o uno specifico insegnamento. Qualcuno a cui far presente i più semplici dubbi, ostacoli, punti di domanda. Ma non ci sarà o, negli altri casi, ci sarà l’unico che avrà voluto farsi avanti.