13 Gennaio 2023
In un 2020 ormai lontanissimo, di lauree abilitanti l’Italia ne aveva un estremo bisogno per fronteggiare un’emergenza sanitaria senza precedenti. Nel decreto Cura Italia, terminato a marzo 2022 con la proroga dello stato d’emergenza, la prima laurea a diventare abilitante tramite l’eliminazione dell’esame di stato fu medicina, corso di laurea ambito e necessario per soddisfare esigenze fondamentali per la popolazione, ma di difficile accesso a causa del numero programmato e degli imbuti formativi che studentesse e studenti, specializzande e specializzandi subiscono post laurea.
Il bisogno di persone specializzate ha generato un cambiamento che si è poi esteso ad ulteriori professioni da sempre poco accessibili a causa della presenza di un esame di stato post formazione. Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, le lauree abilitanti in ambito medico sanitario diventano, inclusa medicina, cinque: odontoiatria e protesi dentaria; farmacia e farmacia industriale; medicina veterinaria; psicologia.
Gli Esami di Stato per l’abilitazione all’esercizio delle professioni sono indetti, ogni anno, con diverse ordinanze del Miur che fissano il calendario delle due sessioni (una estiva e una invernale). Solo a seguito del superamento dell’esame di stato si è abilitati all’esercizio della relativa professione ed è possibile iscriversi al corrispondente Albo Professionale.
Le professioni coinvolte all’interno della riforma, prevedono (fino all’anno corrente) lo svolgimento di un esame di stato, con prove scritte e orali indette periodicamente dal Ministero dell’Istruzione (attualmente Ministero dell’Università e della Ricerca) per avere accesso all’albo di professioniste/i del settore, a cui è necessario iscriversi annualmente per poter esercitare le proprie competenze.
All’eliminazione dell’esame di stato si sostituisce per ogni corso di studio, un tirocinio pratico-valutativo e professionalizzante. Ogni facoltà assegnerà a studentesse e studenti un numero di crediti formativi: trenta per le lauree a ciclo unico e per psicologia (dieci per la triennale e venti per la magistrale).
A tirocinio terminato, sarà necessario svolgere una prova pratica per ottenere l’accesso (se idonee/i) alla discussione di tesi. Ogni tirocinio prevede diverse modalità di praticare la professione e di auto apprendimento.
Per la professione di farmacista, bisognerà svolgere sei mesi di attività, anche non continuativi, presso farmacie aperte al pubblico o ospedaliere, per un totale di 900 ore (quaranta ore settimanali). Per poter discutere la tesi in medicina veterinaria, saranno necessarie venticinque ore di tirocinio, almeno diciotto di attività pratiche presso una struttura e sotto supervisione, più le restanti ore di auto-apprendimento.
Per odontoiatria, i trenta crediti formativi vanno acquisiti con attività svolte come operatore primo e sotto supervisione di un/a tutor. Solo cinque ore possono essere dedicate allo studio individuale o alla formazione autonoma.
Il tirocinio per psicologhe/gi è composto da venti ore di attività in strutture pubbliche e private, più cinque ore di formazione e supervisione. Le attività pratiche bastano per abilitarsi alla professione, ma resta ancora un’incognita sull’accesso di professioniste e professionisti alla possibilità di rilasciare un bonus per i/le richiedenti. In quel caso, bisogna possedere una specializzazione in psicoterapia, e le scuole di specializzazione sono meno accessibili e di lunga durata, nonostante permettano maggiore pratica per esercitare.
Per l’anno accademico 2023/2024 ogni università dovrà adeguare programmi, tirocinio e regolamento didattico per permettere alla comunità studentesca di laurearsi ed esercitare. Per chi ha effettuato l’iscrizione ad ogni ateneo italiano in tempi precedenti al decreto, sarà possibile convertire la propria carriera. Oltre ai corsi citati, diventano abilitanti anche le lauree professionalizzanti in professioni tecniche per l’edilizia e il territorio; professioni tecniche agrarie, alimentari e forestali; professioni tecniche industriali e dell’informazione.
In un’era post-pandemica, l’occorrenza ha generato evoluzione e relativamente facilitato l’accesso al lavoro e alla formazione, prediligendo attività pratiche e di apprendimento. Un modus operandi che, auspicabilmente, dovrebbe essere applicato sistematicamente per rendere l’esercizio delle proprie competenze più accessibile.
Annaclaudia D’Errico