29 Aprile 2020
È oramai evidente agli occhi di tutti l’unica strategia proposta dalle autorità scientifiche e non per la tutela della nostra salute: distanziamento sociale, un’espressione che cadrà difficilmente nell’oblio anche nel periodo (per ora distante) post emergenza. Immersi in una società priva di contatto, le connessioni virtuali ritenute tanto deprecabili dai boomers sono invece diventate l’unico strumento possibile per rinnovare relazioni sociali. Ciò che invece fa fatica a stare al passo con la stasi imposta da questo momento storico è il corpo: stremato dalla quarantena rinnega il riposo, cerca in ogni maniera possibile di misurare questo nuovo, ma familiare spazio ristretto. E per chi ha fatto del corpo il veicolo principale per l’espressione di sé, per esercitare il proprio mestiere, vivere e sopravvivere, le restrizioni si rivelano difficili da sopportare.
Oggi, 29 aprile, ricorre la Giornata Mondiale della Danza (dedicata quest’anno alla danzatrice cubana Alicia Alonso), promossa dall’International Dance Council dell’UNESCO fin dal 1982. Nel 2020, per la prima volta, questo evento si festeggia a casa. Lezioni online, videoconferenze, repliche di spettacoli in streaming sostituiranno iniziative all’aperto, serate a teatro, lezioni e stage nelle scuole di danza che, del tutto dimenticate dalle istituzioni, risultano al momento le organizzazioni più colpite dalla situazione attuale. Ed è il desiderio di rivendicare la propria presenza e funzione sociale che ha spinto ben 67 scuole di danza appartenenti alla provincia di Salerno a promuovere, per questa ricorrenza, un video composto con il puro scopo di creare unione e combattere la solitudine in cui tutto il settore riversa. Un’iniziativa unica nel suo genere, dove qualsiasi possibile personalismo ha lasciato il posto alla semplice volontà di tendersi la mano, vedere il proprio nome associato ad un altro, riaffermare la forte presenza dell ’arte su tutto il territorio. “Il nostro è semplicemente spirito di aggregazione nel nome della comune passione che ci unisce , è un segnale di coesione e speranza invitando tutti a restare uniti attraverso la danza”. A sostenere la manifestazione virtuale “Insieme per la Danza” è l’étoile Raffaele Paganini, che apre il video con la volontà di aggregarsi al messaggio lanciato dalle realtà coinvolte: “vi stringo in un abbraccio forte, le nostre e vostre splendide iniziative continueranno ad essere ascoltate prima di tutto da noi insegnanti e, mi auguro, da un sacco di altra gente”.
È giunto allora il momento di interrogarsi sul ruolo che la danza assume in un periodo storico del tutto inaspettato, di quanto questa possa essere un trampolino di lancio verso un modo inedito di ripensare lo spazio, i luoghi e il modo in cui ci rapportiamo ad essi. Se la nostra volontà di riappropiarci del movimento è così forte, è fondamentale non dimenticare quella categoria di persone che ha fatto della bellezza del gesto la condizione essenziale della propria esistenza. Gregory Vuyani Maqoma, danzatore e coreografo sudafricano, per la Giornata Internazionale della Danza ha lanciato a tutta la comunità un’interessante riflessione sul valore che la danza assume in quest’emergenza senza precedenti: “Volontà ed empatia devono prevalere su anni e anni di un panorama virtuale innegabile di dissoluzione, che ha generato una catarsi del dolore universale, per superare la tristezza, la dura realtà che continua a pervadere la vita di fronte alla morte, al rifiuto, alla povertà. La nostra danza deve ora più che mai dare un segnale forte, ai leader del mondo e a coloro che hanno il compito di salvaguardare e migliorare le condizioni umane, il segnale che siamo un esercito di pensatori furiosi, e che il nostro scopo è cambiare il mondo un passo alla volta. La danza è libertà, e attraverso la nostra libertà trovata, dobbiamo liberare gli altri dalle trappole che si affrontano in ogni angolo del mondo. La danza non è politica, ma diventa politica perché porta nelle sue fibre la connessione umana e per questo risponde alle circostanze, nel suo tentativo di restituire dignità umana. ”
Maria Vittoria Santoro