Agorà risponde al nostro lavoro bloccandoci sui social

Agorà risponde al nostro lavoro bloccandoci sui social

27 Giugno 2024

Fare giornalismo universitario significa affrontare le questioni più vicine agli studenti in modo critico e imparziale. Lo abbiamo sempre fatto e, spesso, nel nostro lavoro, ci siamo interfacciati ad una rappresentanza che ha fatto valere le proprie posizioni, anche in contrapposizione alle nostre, con rispetto e senza mai minare la nostra identità. Mai nessuna associazione, mai nessun rappresentante, ha fatto ciò che Agorà ha fatto nei nostri confronti.

Dopo aver rifiutato la nostra richiesta di intervista nel 2021, nel 2023 e quest’anno, abbiamo provveduto a pubblicare la NON intervista diretta all’associazione, dove ci siamo limitati ad elencare le questioni su cui avremmo voluto avere un confronto. Rispondere alle domande di studenti dovrebbe essere un dovere della rappresentanza. Nel nostro articolo non ci sono parole offensive, sconvenienti o lesive dell’identità dell’associazione. Ci sono soltanto domande sulle istanze di cui l’associazione si è fatta portavoce.

La risposta dell’associazione è stata quella di bloccarci sui canali social. Il messaggio implicito è chiarissimo: ci si chiede di non parlare, non fare domande, non preoccuparci degli interessi degli studenti, non scrivere, non fare il nostro lavoro, stare in silenzio, in disparte. Farci i fatti nostri. Questo è un chiarissimo tentativo di bavaglio, di negazione del nostro diritto a dire ciò che pensiamo, e ad esistere.

Che piaccia o no, il giornalismo è uno degli elementi basilari della democrazia e consente agli studenti di essere informati sulle problematiche presenti in Università. Chi fa rappresentanza, soprattutto se in seno agli organi apicali, dovrebbe farsi garanzia di un luogo universitario inclusivo per tutti e in cui tutti possono avere libero accesso alle informazioni ed essere liberi di esprimere il proprio parere. Se ciò non accade, allora quella che si sta creando è un’università chiusa, non inclusiva, che non si confronta e che non lascia spazio agli altri.

Useremo ancora la nostra voce e il nostro essere critici per farlo presente.

Lavoreremo come sempre, perché i bavagli non ci sono mai piaciuti.