20 Settembre 2021
L’acqua è un elemento fondamentale per la vita, ma non se si sta studiando in Biblioteca e ci si imbatte nella pioggia che cade dentro. Accade all’Unisa, nella struttura più recente e moderna adibita alle attività di studio. Nel corso degli ultimi otto anni, dal 2013 ad oggi, si è perso il conto delle volte in cui si è letto o si è sentito dire che ci sono state infiltrazioni piovane nella Biblioteca Scientifica. A un certo punto, quella che sembrava essere una singola difficoltà è divenuta una vera e propria costante di ogni inverno e anche il simbolo di quanto fosse complicato per l’Università di Salerno attrezzarsi contro il maltempo.
Ad ogni inverno, in seguito a violenti piogge, accade questo: l’acqua si deposita sul telo del soffitto in quantità sempre maggiori fino al formarsi di rigonfiamenti che a sua volta continuano a raccogliere e assorbire l’acqua piovana. Una volta raggiunto il massimo della capienza, i rigonfiamenti cedono sotto il peso dell’acqua facendo riversare tutti i liquidi all’interno della struttura. I gestori sono soliti tentare di arginare il problema attraverso l’installazione di secchi, creati per tutt’altro scopo, in prossimità dei suddetti rigonfiamenti col vano tentativo di raccogliere l’acqua fuoriuscita dagli stessi. Ciò ovviamente non impedisce al pavimento di allagarsi. Le perforazioni possono avere spessore diverso, si passa da piccole aperture a vere e proprie sgualciture e lacerazioni del soffitto. Tutto questo ha effetti diretti sull’utilizzo della struttura: dal momento che alcune parti diventano scivolose e quindi pericolose, i gestori sono costretti a rendere impraticabili alcuni punti, come le scale che conducono al piano inferiore e che risultano transennate da tempo. È proprio la parte centrale del piano inferiore ad essere maggiormente danneggiata a causa dei continui sversamenti d’acqua e di conseguenza ad essere sempre il punto meno accessibile.
Gli studenti che hanno frequentato abitualmente la struttura conoscono bene il problema. Alcuni di loro, forse nel tentativo di sdrammatizzare un po’, hanno tentato persino dei sondaggi social su quando uno dei succitati rigonfiamenti avrebbe potuto cedere, con il contestuale applauso in sede quando ciò effettivamente accadeva. È l’usuale modo di affrontare le avversità dello studente di Fisciano che ha ben compreso che i disservizi, i disagi e i problemi sono molto più all’ordine del giorno di quanto si immagini e si tenda a dire. Soprattutto se il discorso ruota attorno al maltempo, dal momento che non è così complicato ricordare altri punti dell’ateneo danneggiati dalle avversità metereologiche: allagamento a Scienze Politiche, intonaco caduto dall’edificio D2, vetri rotti e altri danni.
Finalmente, però, siamo di fronte ad una svolta. Secondo alcune comunicazioni, la Biblioteca Scientifica è in questo periodo interessata da alcuni lavori di manutenzione che potrebbero finalmente e definitivamente risolvere il problema delle infiltrazioni d’acqua. È questo il motivo per il quale l’edificio risulta ancora chiuso, nonostante la riapertura della struttura umanistica da alcuni mesi. È utile ricordare che l’accesso al materiale attraverso le operazioni di prestito e consultazione di materiale didattico è sempre garantito.
La riapertura della Biblioteca Scientifica è un tassello fondamentale per il pieno ritorno in presenza di tutte le attività didattiche e di studio. Si dovrà forse attendere ancora un altro po’, ma almeno finalmente si potrà auspicare un ritorno (leggermente) più sicuro.