7 Maggio 2021
Quale tipo di rapporto abbiamo con i sentimenti che comunemente consideriamo negativi? Tristezza, paura, agitazione, nervosismo, sconforto, sono emozioni che tendiamo ad allontanare istintivamente da noi. Ci ripetiamo “non pensarci”, “prova a distrarti”, ma è davvero l’approccio giusto? Vanno realmente via quando le allontaniamo? O continuano a celarsi in noi e magari a sommarsi alle altre? Forse un approccio nuovo potrebbe essere quello di cercare di ascoltarli – questi turbamenti interiori – e provare ad avere un più sano confronto con essi. Meglio è, in realtà, se ciò accade con chi ha studiato approfonditamente questo tipo di comunicazione introspettiva e sa guidare e gestire l’approccio verso i propri sè reconditi. Se si studia all’università è possibile che durante qualche giornata vissuta tra studio e libro arrivi un sentimento più comune di quanto si pensi, lo sconforto o più generalmente la paura di non farcela o di non essere all’altezza del proprio sogno. É normale sentirsi a volte così, ma queste emozioni possono alcune volte diventare soffocanti e disarmanti. In questi casi è saggio tentare di depotenziare tali emozioni cercando di parlare con chi ha scelto come professione di aiutare a superare proprio questi momenti qui. Chi studia all’Università può rivolgersi al centro counseling d’ateneo che lavora quotidianamente affinché a chiunque ne faccia domanda sia dato uno spazio in cui affrontare le emozioni che diventano troppo asfissianti.
Il Centro Counseling è attivo all’interno dell’Università degli studi di Salerno dal 17 ottobre 2011 ed è una realtà, attualmente, presente solo presso il campus di Baronissi. In maniera completamente gratuita, il servizio offre agli student* iscritti all’ateneo la possibilità di confrontarsi con psicologi e psicoterapeuti che hanno come unico obiettivo quello di fornire l’ascolto e il supporto necessario. Le figure professionali del centro sono il dottor Luigi Curcio, specializzato per i trattamenti di fobie e ansie; la dottoressa Daniela D’Elia, psicologa per i disturbi specifici d’apprendimento; e la dottoressa Nadia Pecoraro, psicoterapeuta e docente dell’insegnamento Psicologia dello sviluppo. Il lavoro del centro oltre al singolo colloquio si articola anche nell’organizzazione di gruppi per la gestione dell’ansia e per il miglioramento del metodo di studio. Tuttavia, il supporto non è immediato, ma bisogna obbligatoriamente prenotare un appuntamento – tramite mail (counseling@unisa.it) o telefonicamente (089 965099). Inoltre, nel caso del servizio di ascolto a distanza, attivato il 30 marzo 2020, i colloqui potevano essere effettuati solo in determinati giorni ed orari prestabiliti – lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12; martedì e giovedì dalle 15.30 alle 17.30 -, come se il bisogno di confrontarsi, anche per una semplice chiacchierata, possa essere in qualche modo relegato e circoscritto in determinate linee. Gli attacchi d’ansia, di panico, la paura di aver sbagliato corso di laurea, il timore di fallire, di non riuscire a superare quell’ostacolo, non sono emozioni che possono essere controllate e, spesso, l* student* può anche non avere la forza di premere il tasto di invio o avviare la chiamata per chiedere aiuto.
La consapevolezza di avere, all’interno della comunità accademica, uno spazio che si occupi di salute mentale, con addett* ai lavori che offrono supporto a chi ne ha bisogno, va alimentata sensibilizzando l’utenza dell’Ateneo a sfruttare la possibilità di accedere al Centro Counseling e normalizzando la pratica della richiesta di aiuto, della salvaguardia del proprio benessere e della semplice idea di iniziare un percorso, qualsiasi sia la sua durata, con un* psicoterapeuta, soprattutto in un momento storico in cui l’insorgere di un malessere legato all’andamento della crisi sanitaria, all’impossibilità di intraprendere un percorso, progettare, o semplicemente tornare alla propria quotidianità, è molto più frequente nella vita di chi studia all’università. Sapere di poter chiedere aiuto e di poterlo fare attraverso mezzi messi a disposizioni della classe studentesca nel proprio ateneo è di fondamentale importanza per chi ha accesso agli spazi del campus, che siano fisici o virtuali. L’emergenza che stiamo vivendo ha determinato cambiamenti necessari nella vita di chi studia all’università. Salvaguardare la propria salute mentale è uno di questi cambiamenti, un’evoluzione importantissima in una realtà che alimenta ancora lo stigma verso chi cerca di prendersi cura del proprio equilibrio psicofisico.