27 Maggio 2023
L’associazione studentesca socio-culturale Asinu dà inizio all’ottava edizione del Cineforum La Macchia dal titolo “Profilo femminile”.
Se per profilo personale si intende l’insieme di esperienze e competenze che una persona ha acquisito nel corso della propria vita, con “Profilo Femminile” intendiamo mettere assieme alcune delle più importanti conquiste di diritti raggiunti dal genere femminile con lo scopo di definire il livello di progresso raggiunto nell’ambito della parità di genere e, in particolare, dell’emancipazione femminile.
Verranno proiettati:
Il Diritto di Contare (29 maggio, ore 14:00, aula SSC 1 Edificio C)
Ambientato in America nel 1961 e tratto da una storia vera, la pellicola si pone l’obiettivo di raccontare la storia che si cela dietro il Programma Mercury della NASA che permise a John Glenn di essere il primo americano a volare nello spazio il 20 febbraio 1962. Diretto da Theodore Melfi nel 2016, il ruolo della protagonista Katherine Johnson è affidato a Taraji P. Henson che interpreta quella che anni dopo sarà definita “calcolatrice umana” anche delle missioni Apollo 11 e 13. Un gruppo di donne che lavora alla NASA, ambiente a predominanza maschile, negli anni ’60 è un tema di per sé già spinoso, a renderlo tale ancor di più si aggiunge il colore della pelle. Intelligenza e talento vengono oscurati dai pregiudizi radicati e rafforzati dalle restrizioni attuate nel pieno delle segregazioni razziali in vigore in quegli anni. La pellicola, nell’esplorare temi come la lotta per l’uguaglianza di genere e contro il razzismo, mette in evidenza i contributi significativi e spesso trascurati delle donne nel campo scientifico e spaziale con una narrazione coinvolgente che offre la rappresentazione di una storia ispiratrice di resilienza e successo.
Ne parleremo insieme alla Dott.ssa Maria Rosaria Califano, Direttrice del Centro Bibliotecario di Ateneo, e alla Prof.ssa Giulia Savarese, docente presso il Dipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria “Scuola Medica Salernitana” dell’Università degli Studi di Salerno.
Suffragette (30 maggio, ore 14:00, aula SSC 1 Edificio C)
“Fatti, non parole” era il motto coniato da Emmeline Pankhurst, fondatrice del movimento delle suffragette, una comunità femminista in cui donne di ogni estrazione sociale si univano per un’istanza necessaria per la partecipazione alla vita pubblica: il diritto di votare per le donne. Il film di Sarah Gavron girato nel 2015 con un cast d’eccezione (Carey Mulligan, Helena Bonham Carter, Brendan Gleeson, Anne-Marie Duff, Ben Whishaw, Romola Garai e Meryl Streep), rappresenta uno spaccato estremamente variegato degli inizi del movimento suffragista femminile nato nel Regno Unito. La pellicola, ambientata nel 1912, racconta le vicende storiche attraverso le parole di Maud Watts, lavandaia dall’età di sette anni, affascinata dalle rivendicazioni del movimento, ma soprattutto consapevole della possibilità di cambiare la realtà attraverso il voto. Le suffragette vinceranno questa battaglia nel 1928. In un periodo storico in cui dilaga l’eliminazione del conflitto, ricordare il modo in cui gli strumenti per esprimere le proprie idee ed avere un impatto sul mondo sono stati acquisiti è fondamentale.
Ne parleremo insieme alla Prof.ssa Maria Rosaria Pelizzari, docente della cattedra di “Storia delle donne e studi di genere” dell’Università degli studi di Salerno.
La lotta non è finita (31 maggio, ore 14:00, aula SSC 1 Edificio C)
In collaborazione con la Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.
Si tratta di un documentario prodotto nel 1973 dal Collettivo femminista di cinema. Nel filmato vengono alternate immagini delle manifestazioni dell’8 marzo 1972 e 1973 con le interviste svolte alle partecipanti sui contenuti oggetto di dibattito in quegli anni. Il tema portante è quello della rivisitazione del ruolo della donna nella società. Nel documentario le persone sono in strada, assieme, a confrontarsi: si parla della vita in casa, di quella lavorativa, della necessità di non dover scegliere se lavorare o fare figli. I discorsi sono affrontati in modo del tutto libero e soprattutto fanno riferimento alla propria esperienza personale. Chi era lì si domandava come potesse migliorare la propria vita e come la società ne potesse trarre vantaggio.
Ne parleremo insieme alla Dott.ssa Simona Libera Scocozza, Ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università degli Studi di Salerno.
È solo a noi che sta la decisione (1 giugno, ore 14:00, aula SSC 8 Edificio C)
Conservato e digitalizzato da CSC – Archivio Nazionale Cinema Impresa.
Due anni prima dell’entrata in vigore della legge 194/78, in Italia si accende il dibattito sull’aborto. La regista, Isabella Bruno, testimonia la discussione di quel tempo: i titoli di giornale, le discussioni interne ai partiti, le posizioni dei ginecologi, l’opposizione della Chiesa, le denigrazioni e le minimizzazioni. Il dibattito, ahinoi, non si discosta molto da quello che tuttora si fa ogni volta che si parla di aborto. Ripercorrere quella discussione può aiutare a renderci più consapevoli dei diritti acquisiti, di come sono stati acquisiti e di quanto sia importante non considerarli mai scontati.
A fini didattici e con utilizzo interno all’Ateneo si proiettano stralci di un documentario della RAI, (scaricato dalla piattaforma Raiplay) riguardanti l’arringa dell’Avv. Tina Lagostena Bassi in un processo per stupro.
Parlare di cultura dello stupro è sempre necessario. Lo è per la violenza sistemica che il genere femminile subisce, lo è perché questa violenza non si riduce al mero atto sessuale esercitato sulle donne senza il loro consenso, ma per come lo stupro permea la nostra società e le nostre strutture di pensiero. Parlare di cultura dello stupro, significa mettere in discussione tutte quelle credenze in cui si nuota di giorno in giorno senza alcuna difficoltà, mettendo in discussione l’idea che la rape colture non sia una questione attuale e occidentale. Abbiamo per questo deciso di proiettare ai fini didattici stralci di interviste dell’avvocata Tina Lagostena Bassi all’interno di un processo per stupro, mostrando le contraddizioni più feroci messe in scena negli anni 70 all’interno delle aule giudiziarie e mostrando quanto, con il passare del tempo, le situazioni stentino ad evolversi.
Ne parleremo insieme alla Prof.ssa Anna Cavaliere, docente presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università degli Studi di Salerno.
Manifestazione realizzata con il contributo dell’Università degli Studi di Salerno.
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