28 Ottobre 2019
Habemus CNSU. Dopo la lunga attesa a cui sono stati costretti i vincitori delle elezioni del 14-15 Maggio per il rinnovo della rappresentanza all’interno del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, il 10 Ottobre i trenta studenti eletti hanno risposto all’appello del nuovo ministro dell’Istruzione e a Roma hanno garantito l’insediamento dell’organo. Di fronte a loro tre nuovi anni in cui il Consiglio dovrà farsi carico delle problematiche del sistema accademico nazionale attraverso il lavoro su istanze e pareri. UDU (Unione degli Universitari) si posiziona ancora una volta a testa dell’organizzazione consiliare ottenendo per la terza volta consecutiva la Presidenza con il rappresentante Luigi Leone Chiapparino. Tra i sostenitori della maggioranza compare anche l’ateneo salernitano con il suo rappresentante Gianluca Mari.
L’Università di Salerno è riuscita un’altra volta ad occupare un posto all’interno del più alto organo di rappresentanza studentesca e, ancora volta, lo ha fatto grazie a UDU. Da che c’è rappresentante di Salerno, c’è UDU a sostenerlo. Un accostamento di loghi ormai imprescindibile che vediamo ogni tre anni, e solo ogni tre anni. Un simbolo capace di creare quello che neanche il tema più trasversale è riuscito mai a fare all’interno dell’ateneo di Salerno: far andare d’accordo le associazioni studentesche. Non tutte, certo. Perché sebbene il candidato di UDU sia sempre stato presentato come il candidato di Salerno, in ateneo c’è sempre stato chi ha presentato un’alternativa. Candidati sostenuti da altre organizzazioni che abbiamo anche avuto modo di incontrare: Raffaele Vitolo per Confederazione degli Studenti, Dario Cafasso per Link-Studenti Indipendenti, Antonio Genovese per Fronte Giovanile Comunista. Ma a raggiungere il podio è stato lo studente sostenuto da Unione degli Universitari.
La campagna elettorale a cui abbiamo assistito è stata molto frenetica con striscioni e adesivi attaccati ovunque, anche nei bagni. “sono stato costretto a venire e non voglio” si leggeva in una scheda bianca durante lo spoglio di un seggio, a cui hanno accuratamente assistito tutte le associazioni in attesa di avere un’idea sull’orientamento del voto. Tanta attesa che poi, alla fine, si è trasformata in un’escalation di euforia con un corteo che ha investito l’intera università quando il rappresentante di UDU è stato dichiarato vincitore. Cori, urla, applausi, volantini a terra: è davvero accaduto e anche se alla fine le associazioni tra loro hanno avuto modo di chiarirsi, di dire che lo hanno sempre fatto tutti e che si trattava solo di un momento goliardico, da fuori l’impressione che si ha avuto è un po’ diversa. Ha vinto un candidato, ma soprattutto hanno vinto le associazioni studentesche. Le uniche che hanno festeggiato, che nei giorni di campagna elettorale hanno coperto ogni angolo dell’ateneo con il materiale di propaganda. Poco spazio è invece stato dato agli studenti, alla maggior parte dei frequentatori dell’ateneo che con difficoltà hanno scovato zone neutrali escluse dalla campagna elettorale. E questo si è notato ancora più chiaramente quando contemporaneamente si sono tenute le elezioni suppletive, relative ad alcuni corsi di laurea, dove si è presentato un solo candidato, se non nessuno. Un incontro elettorale dove i vinti e i vincitori sono state contemporaneamente le associazioni. Quando loro sono presenti riescono a mettere in campo una potente macchina di campagna elettorale capace di far entrare nelle cabine elettorali anche chi non vuole, e quando non ci sono (come nel caso del corso di laurea in linguistica e didattica dell’italiano nel contesto internazionale) le elezioni vengono annullate.
Salerno ci arriva così al CNSU. Grazie al potere delle associazioni studentesche, grazie all’influenza di UDU che riesce a mettere d’accordo associazioni che nel quotidiano lavorano su fronti diversi, grazie all’ennesima campagna elettorale portata avanti con sfinimento. Più sobrietà da parte del corpo elettorale studentesco: che non ha festeggiato nessuna vittoria, che si è sorbito l’irruzione quotidiana in aula o negli altri spazi comuni, che ha ascoltato sempre una sola voce (una alla volta) e mai un confronto diretto e aperto tra i candidati. Ha vinto chi vince sempre. L’Unisa è arrivata al Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari come ci è arrivata sempre: campagne elettorali invasive organizzate non attraverso momenti di sensibilizzazione sul lavoro che fa il Consiglio o attraverso dibattiti tra candidati ma solo con striscioni, volantini e innumerevoli “scusa, posso disturbarti un secondo?”.
La presenza di un rappresentante salernitano all’interno del Consiglio è ovviamente importante e si potrà rivelare molto utile se lo studente in questione sceglierà di mettersi a disposizione dell’intero ateneo e anche delle realtà associative che non lo hanno sostenuto. Finite le elezioni, avviato il lavoro in Consiglio, su un tema si dovrà continuare a porre l’attenzione: su come le associazioni e i rappresentanti vorranno continuare a farsi portavoce delle istanze degli studenti e soprattutto su quanto spesso proveranno a sentirli, a parlare con loro e a fermarli nei corridoi e magari anche a pressare gli organi di governo affinché rendano noti i verbali dei loro lavori. La comunicazione tra associazioni/studenti, più generalmente tra organi di rappresentanza e studenti, resta centrale anche ora che le elezioni sono finite. Assolutamente indispensabile per garantire la formazione di una classe studentesca in grado di votare in modo libero e consapevole.
Antonella Maiorino