13 Maggio 2022
Il 17, 18 e 19 maggio 2022 avranno luogo le elezioni per il rinnovo della rappresentanza studentesca interna all’A.DI.S.U.R.C. Uno dei candidati all’ente è Felice Fasolino, iscritto all’Università degli studi di Salerno, sostenuto dalla coalizione Studenti Unisa. Lo abbiamo incontrato per discutere dei temi presenti nel programma elettorale.
La tua candidatura per l’ente regionale A.DI.S.U.R.C. è sostenuta dalla coalizione “Studenti Unisa”. Da dove nasce l’esigenza di costruire questa coalizione e in che modo si sta sviluppando?
Il mio percorso di rappresentanza, o per meglio dire di militanza all’interno della coalizione Studenti Unisa, nasce da anni di collaborazione e confronto con le associazioni parte del gruppo. Si tratta di un percorso continuativo che va avanti e di cui sono stato partecipe in tutte le situazioni, a partire dalla sua fondazione nel 2018 fino ad arrivare ad oggi. Grazie a tutte le occasioni di confronto che ci sono state non solo nel periodo elettorale, con le elezioni in primis di tre anni fa che hanno visto la nomina di Gianluca Mari e poi con le elezioni di rappresentanza interna all’Ateneo a marzo dello scorso anno. Dopodiché ci sono stati numerosi eventi e spazi di aggregazione che ci hanno permesso di vivere questa ulteriore candidatura. L’esperienza didattica nel Consiglio di Economia d’Impresa e Territorio e poi nel dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche mi hanno portato ad approcciarmi a tematiche di respiro non solo interno e dipartimentale, ma anche nazionale e regionale. Gli organi che saranno rinnovati combaceranno tra di loro, in quanto esistono diverse interconnessioni tra gli stessi.
Nello stilare la graduatoria inerente alle borse di studio, l’A.DI.S.U.R.C tiene conto di fattori principali come le soglie di reddito (ISEE e ISPE), i CFU da dover maturare durante il percorso di studio e una distanza minima per ottenere lo status da fuorisede. A tuo avviso, vi sono dei margini di miglioramento da dover applicare a questi criteri?
I punti elencati sono entrambi presenti nel nostro programma elettorale e hanno un fattore comune: la maggiore accessibilità al diritto allo studio. Ciò può avvenire innalzando i parametri economici e patrimoniali, rispettivamente ISEE e ISPE, ma anche aumentando gli importi massimi, così come stabilito dai recenti decreti ministeriali, decreti che hanno posto un ulteriore accento sul diritto allo studio universitario attraverso lo stanziamento di ulteriori fondi anche in virtù del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Questi finanziamenti devono far sì che la maggiore accessibilità sia concreta, e che guardi i nuovi livelli essenziali delle prestazioni, commisurati dallo stesso Ministero e soprattutto sulla spinta del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari. Per quanto riguarda le esigenze territoriali, va sicuramente rivisto l’abbassamento del chilometraggio da fuori sede a pendolare, da 30 a 25 km, o anche istituire una tabella che valuti il tempo di percorrenza impiegato dai trasporti pubblici. Va considerata anche la questione confinanza per lo studente in sede. Ci sono comuni tutt’altro che limitrofi a quello di Fisciano, prendiamo ad esempio Castiglione del Genovesi, considerato in sede solo perché confinante tramite catene montuose, ma non lo è di fatto territorialmente tramite infrastrutture e strade. Ci sono quindi dei problemi atavici da risolvere, non solo all’interno del nostro Ateneo, ma in tutte le sedi interne alla regione, le università Federico II e Vanvitelli presentano problematiche simili dal punto di vista territoriale.
Per quanto concerne la tematica relativa all’accessibilità ai campus, quanto è ancora presente la problematica delle barriere architettoniche in ateneo?
L’abbattimento delle barriere architettoniche ancora non c’è. Anche le collaborazioni part-time istituite dal laboratorio H, eliminate negli ultimi anni, rappresentano un supporto da parte degli studenti per gli studenti disabili, e sono fondamentali per ridurre questo gap. Andando poi nello specifico del lavoro svolto dall’A.DI.S.U.R.C, penso all’accesso alle residenze, negato a causa di continui disservizi rilevati, come ad esempio gli ascensori non funzionanti, sono proprio l’emblema del concetto di barriere architettoniche.
Si sta da tempo cercando di superare il modello studentato-dormitorio per le residenze universitarie attraverso la creazione di polifunzionali che contengano anche aule studio e sale per le riunioni. Sotto il profilo strutturale, di quali accorgimenti ancora necessitano le residenze di Fisciano e Baronissi?
Vogliamo riadeguarci a quella che era la gestione delle residenze in passato. Innanzitutto con la riapertura dell’aula polifunzionale, un luogo di confronto e dibattito non solo tra gli studenti – si sono svolte al suo interno sedute del Consiglio degli Studenti – ma anche per tutta la comunità accademica, l’aula ha ospitato diversi convegni e occasioni di aggregazione. Così come l’utilizzo del bar adiacente alla mensa, un altro punto d’incontro importante per lo svago e il relax di tutti gli studenti. Stessa cosa per le aule comuni, aule studio aperte di sabato e domenica e accessibili non solo a chi alloggiava all’interno delle residenze, ma a tutta la comunità studentesca, andando a sopperire il disagio che poteva creare la chiusura del campus nei weekend. Anche la riapertura delle biblioteche è un traguardo importante da questo punto di vista, ottenuto anche grazie alle continue sollecitazioni del gruppo Studenti Unisa.
Un campus più aperto, l’estensione dell’orario delle biblioteche, i trasporti, le migliorie alle strutture interne all’Ateneo e alle residenze rappresentano un punto nevralgico della discussione su un’università più accessibile. Cosa è possibile fare per superare il gap tra il campus di Baronissi e quello di Fisciano?
É sicuramente uno dei problemi più sentiti anche a livello regionale, soprattutto quello dei trasporti. Abbiamo dei rappresentanti in una commissione dedicata al tema nel Consiglio degli Studenti, ma certamente potrebbe esserci un sollecito maggiore grazie ad un rappresentante interno ad un organo regionale di competenza. L’accessibilità al campus di Baronissi andrebbe adeguata rendendo la struttura più accessibile ed estendendo l’orario d’apertura delle biblioteche. Per quanto concerne le residenze universitarie, anche in quel caso ci sono dei problemi legati ai trasporti, il lotto all’interno del comune è molto distante dallo stesso campus. Sono arrivate inoltre continue segnalazioni riguardanti alcune corse che interessano le residenze di Baronissi, la linea 57 risulta estremamente carente. Bisogna lavorare anche su una migliore gestione del personale all’interno delle aziende di trasporto pubblico, spesso in sciopero per diverse problematiche, fallimenti e riorganizzazioni dell’apparato trasporti. Un rappresentante interno al consiglio dell’A.DI.S.U.R.C può spingere affinché queste criticità vengano risolte.
A marzo è stato attivato il progetto “Unisa night” con un ampliamento dei collegamenti e un incremento delle corse della navetta inter-campus. Il nuovo tratto prevede un collegamento diretto tra i comuni Fisciano, Baronissi, Mercato San Severino e il centro della Città di Salerno e l’attuazione delle corse anche nei fine settimana. Questa soluzione risulta sufficiente per migliorare la posizione dei fuorisede? Quali ulteriori misure potrebbero essere messe in atto?
Quella dell’Unisa Night è un’iniziativa apprezzabile, ma rappresenta soltanto un piccolo passo rispetto alla risoluzione di tutti quelli che possono essere i problemi riguardanti il collegamento tra la città di Salerno e l’università. Bisogna ancora lavorare sui trasporti, migliorare le stesse linee, soprattutto quelle che collegano Salerno al campus, che generano lamentele da parte degli studenti costretti a svegliarsi presto la mattina per prendere il primo pullman, quello più vuoto, e ritirarsi di sera per lo stesso motivo. Altra problematica rilevata da parte della comunità studentesca è l’utilizzo dei bus da parte dell’utenza cittadina e non universitaria. Le linee di trasporto salernitane da e per l’università percorrono l’intera città ed è quindi impensabile vedere un efficientamento del trasporto tra Salerno e l’università data la percorrenza di un intero centro cittadino, in particolare di una città così popolosa.
Anche quest’anno tutti coloro che nella graduatoria della borsa di studio sono risultati “idonei non beneficiari”, grazie all’utilizzo del Fondo Sociale di Coesione istituito dalla regione Campania, nell’assestamento sono passati allo status di assegnatari. Possiamo parlare ufficialmente di un superamento della figura dell’idoneo non beneficiario?
Per quanto mi riguarda la figura dell’idoneo non beneficiario almeno nella Regione Campania è stata eliminata da un bel po’ di anni. Sono al mio sesto anno di università e già nel 2016 non esisteva più questa figura. Il problema non esiste più, ma è comunque da attenzionare insieme agli organi del ministero e insieme all’A.DI.S.U.R.C. Il rappresentante degli studenti deve adoperarsi affinché il Consiglio d’Amministrazione, quale organo deliberativo, possa gestire le risorse e garantire a tutti la copertura degli idonei non beneficiari.
Sempre in riferimento alle borse di studio vi sono diversi fondi che l’A.DI.S.U.R.C. predispone per la copertura: i POR/FSC propri della regione Campania e quelli FSE che sono erogati a livello europeo. Com’è la posizione attuale dell’A.DI.S.U.R.C. rispetto a questi fondi? Come potrebbe muoversi l’ente affinché possano essere tutti stanziati per agevolare la classe studentesca? Quali manovre proponete di mettere in atto?
Sicuramente le manovre da mettere in atto vanno attuate tramite un lavoro sinergico con quello che è il lavoro del Ministero. Da come abbiamo visto, sono stati stanziati ulteriori fondi per l’università e per la ricerca ed è bene che vi siano ancora più risorse da investire per il diritto allo studio universitario. Bisogna ampliare di più i fondi stanziati dagli Atenei per la comunità studentesca.
All’interno del vostro programma proponete di migliorare all’interno della mensa l’accesso informatico ai pagamenti. In che modo intendete farlo? Quali sono gli aspetti obsoleti da migliorare della mensa universitaria salernitana?
I primi problemi riscontrati riguardanti la mensa universitaria sono i pagamenti. Abbiamo visto innanzitutto la volontà dell’A.DI.S.U.R.C di istituire una piattaforma online che possa permettere di effettuare una ricarica via web, ma è una misura non ancora soddisfacente. Molte volte i soldi vengono scalati, ma la ricarica non è riconosciuta dal sistema e la procedura non sempre va a buon fine creando un disagio. Sono ancora presenti commissioni, diverse per ogni metodo di pagamento che può essere più o meno oneroso. Passando alla gestione della mensa universitaria, uno dei problemi principali da risolvere è la carenza di personale, in cassa integrazione nonostante l’incremento dell’utenza alla mensa. Un problema di base che produce parecchi disservizi come l’utilizzo di materiali plastici, mancanza di attenzioni per soggetti intolleranti, costretti a non utilizzare un servizio mensa gratuito per chi è in possesso di borsa di studio. Tra le problematiche da risolvere rientra quella dell’apertura delle strutture nelle fasce orarie serali e degli spazi inutilizzati, che solo nel 2019 sono stati messi a nuovo in vista delle Universiadi e mai più utilizzati nonostante siano passati tre anni di cui più di diciotto mesi di pandemia.
Quest’anno si è svolta l’inaugurazione per l’ampliamento della mensa di Baronissi, da una capienza di 40 posti è stata compiuta un’estensione a 100. Sono previste ulteriore modifiche strutturali per porre sullo stesso piano il servizio offerto dalla mensa di Baronissi e quello di Fisciano?
Attraverso dei confronti con le associazioni afferenti al Dipartimento di Medicina e Chirurgia sono emerse diverse problematiche relative alla mensa di Baronissi. Tra queste, l’impossibilità di poter effettuare la ricarica della tessera e di utilizzare i servizi igienici. Anche qui, si sta vagliando l’eventualità di poter estendere l’orario d’apertura alle fasce serali.
In relazione all’impatto ambientale, quali misure si possono mettere in atto per ridurre l’uso di oggetti di plastica durante il servizio ristoro attivo nell’Ateneo salernitano?
Nonostante negli ultimi anni si sia effettuata un’adeguata sensibilizzazione in tema di sostenibilità ambientale con politiche plastic-free, attualmente sembra esserci una decelerazione. Ad esempio, in precedenza all’interno della mensa venivano usati oggetti di ceramica, ad oggi tutti i materiali utilizzati sono di plastica.
Tra i punti del programma che riguarda i servizi della mensa, proponete di garantire agli studenti un trattamento riservato in caso di intolleranze o altre necessità. In queste ultime rientrano anche le scelte alimentari vegetariane e/o vegane?
C’è ampia sensibilità per entrambe le categorie. Ad oggi, possiamo affermare che sulla scelta del secondo pasto è già presente un’estesa offerta di alimenti che non contengono proteine e derivati animali.
Ad aprile è stata attuata la riforma della doppia laurea che prevede la possibilità di iscriversi contemporaneamente a due diversi corsi di laurea triennale, magistrale o master, anche presso diversi istituti. Le agevolazioni economiche di cui può usufruire la classe studentesca sono relative esclusivamente ad uno dei due. Questo rappresenta un freno per coloro che vorrebbero sfruttare quest’occasione?
La riforma della possibilità di iscriversi contemporaneamente a due corsi di laurea potrebbe essere un’arma a doppio taglio. Da un lato, potrebbe essere un modo per creare sinergia tra un percorso di studio tradizionale in un istituto universitario e una formazione in ambito artistico (ad esempio il conservatorio). Dall’altro canto, però, bisogna tenere sotto controllo il fattore della competizione e lo stress psicologico che ne deriva. Negli anni sono accadute diverse tragedie per non essere riusciti a concludere un percorso di studi nei modi e nei tempi stabiliti.
A proposito della tematica relativa alla salute mentale, il servizio offerto dal Centro Counseling presente all’interno dell’Università degli studi di Salerno risulta attualmente sospeso. Qual è la tua posizione riguardo questa interruzione? Quali manovre si potrebbero mettere in atto per garantire un adeguato supporto psicologico?
È inconcepibile che attualmente il servizio del Centro Counseling offerto dell’università di Salerno risulti ancora sospeso, servizio che già in precedenza risultava carente. Questo genere di supporto dovrebbe essere garantito all’interno di ogni ateneo. In caso di impossibilità nell’istituzione interna, bisogna prevedere dei fondi di cui le università e la classe studentesca possano usufruire per avere un supporto psicologico. Un passo avanti sembra essere l’attuazione del bonus psicologico, ma anche su quest’ultimo bisogna apportare delle migliorie.
La politica si sta interessando al voto dei fuorisede, i quali prima erano costretti a tornare presso il comune di residenza per poter partecipare all’incontro elettorale. Ci sono, secondo te, altri punti che andrebbero migliorati nella condizione di fuorisede degli studenti?
La nostra volontà è quella di prodigarsi affinché, in ambito nazionale, ai fuorisede sia concessa la possibilità di esercitare il proprio diritto di voto in modalità a distanza. All’interno del nostro programma elettorale sono presenti altre manovre da dover mettere in pratica per agevolare la categoria. Ad esempio, la presenza e la disponibilità di poter rivolgersi ad un medico di base per qualsiasi esigenza.
All’interno dell’ateneo cosa proponete in tema di sostenibilità e se l’università di Salerno è riuscita a rispettare gli obiettivi che aveva si era proposta nel 2019 e cioè quella di rendere l’università più ecosostenibile e più plastic free?
L’implementazione di materiali ecosostenibili potrebbe partire dalla riduzione dell’utilizzo della plastica. Una soluzione potrebbe essere quella di installare dei distributori d’acqua all’interno dei campus in modo da limitare l’uso quotidiano di numerose bottigliette. In quest’ottica era stata prevista la distribuzione di borracce, attualmente ancora ferma. Un’altra soluzione in tema di sostenibilità potrebbe essere l’introduzione di alternative metodologie di trasporto come il bike sharing, argomento proposto anche all’interno del programma elettorale delle ultime elezioni studentesche interne all’ateneo.
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