13 Maggio 2022
All’interno del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari siede un dottorando. Trattasi di un laureato che sceglie come percorso post-laurea quello della ricerca universitaria.
Il dottorato di ricerca rappresenta il più alto grado di istruzione dell’ordinamento accademico, fornisce competenze e conoscenze di tipo scientifico relative all’attività di ricerca. L’esito del percorso, che di solito è di tre o di cinque anni, permette di acquisire il titolo di Dottore di ricerca. Nel regolamento universitario sono stabilite le modalità di accesso, gli obiettivi formativi, il programma di studi, la frequenza necessaria. Al termine di ogni anno accademico, il dottorando è tenuto a dare conto dell’attività di ricerca svolta e alla fine del percorso sostenere una prova finale attraverso l’elaborazione di una tesi di dottorato.
Le attività di dottorato richiedono tempo e impegno e sono solo a volte, ma non sempre, coperte da una borsa di studio. Gli importi annui sono recentemente stati aumentati: si passa da € 15.343,28 a € 16.243,00 (decreto MUR n. 247 del 23 febbraio 2022).
Spesso il fatto di non essere iscritti ad uno specifico corso di laurea crea l’errato pensiero che il dottorato non sia uno studente. Lo è, sebbene ad un livello più alto. Per tale motivo, necessita delle stesse agevolazioni e attenzioni di chi è a tutti gli effetti studente/studentessa. Qualche anno fa la Regione Campania è intervenuta sul punto, estendendo la possibilità di ottenere abbonamenti gratuiti per i trasporti anche per i dottorandi.
Le misure sopra elencate tuttavia non sono sufficienti. Come si legge da un’indagine di ADI (Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca in Italia), che sarà presentata in Senato, solo il 10% dei dottorandi e delle dottorande italiane ritiene che le condizioni economiche e lavorative del dottorato di ricerca consentano una pianificazione serena della propria vita. Sono troppi quelli che, non avendo ricevuto una borsa di studio, sono costretti a fare altri lavori. Ma sono molti anche quelli che con una sola borsa non ce la fanno lo stesso, visto l’esiguo valore della stessa.
I dottorandi in Italia guadagnano il 20% in meno dei colleghi francesi e spagnoli, il 30% in meno dei tedeschi, e circa la metà dei danesi e degli olandesi.
I 1.130 euro netti di borsa mensile, che i dottorandi e le dottorande italiane percepiscono, non sono abbastanza per condurre una vita indipendente. Salire a 1.195, come accadrà in seguito al decreto ministeriale, non cambierà la situazione.
Coloro che decidono di intraprendere il percorso di Dottorato di Ricerca non sono esenti da problematiche e difficoltà, soprattutto per quello che riguarda la condizione economica di retribuzione.
Sedere al Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari significa avere la possibilità di interferire con il lavoro del Ministero, ma soprattutto significa ricordare che l’università è fatta anche di dottorandi.
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