17 Giugno 2024
Cristiana Pia Iadicicco ha preso parte all’incontro elettorale del 14-15 maggio candidandosi al Consiglio degli Studenti per il DIEM. L’abbiamo incontrata per chiederle delucidazioni sulle istanze di cui si è fatta portavoce.
Fai parte dell’associazione StudentIngegneria, che ha scelto di concorrere alle elezioni studentesche con la coalizione Studenti Unisa. Quali sono le motivazioni di questa scelta?
Studenti Unisa è una coalizione che esiste ormai da tanti anni e le associazioni che ne fanno parte sono sempre state allineate sul portare avanti determinati ideali e soprattutto sul fare rappresentanza in un certo modo. Le associazioni che nel corso del tempo non si sono più riviste in questi ideali, lo abbiamo visto, hanno cambiato posizione. Noi, ancora una volta, ci troviamo ad essere coerenti con la nostra storia, a voler portare avanti un lavoro nei vari organi che ormai facciamo da diversi anni. Un po’ lo dice anche il motto di queste elezioni: la storia ci guida, il futuro ci chiama. Teniamo tanto alla nostra memoria storica perché ci ha insegnato tante cose, anche a non fare gli stessi errori del passato, e soprattutto ci ha insegnato a proseguire insieme. Credo che questa sia una grandissima forza. Anche quest’anno vogliamo farlo insieme.
All’interno del programma elettorale, proponete l’istituzione di un Fondo di emergenza per gli studenti. In che modo sarebbe gestito? Quali studenti potrebbero aderirvi? In che modo sarebbe finanziato?
L’intero programma elettorale, e questo punto anche in particolare, è incentrato sulla tutela massima della classe studentesca. Abbiamo puntato molto a far sì che tutti gli studenti vengano tutelati per tutta una serie di cose. L’istituzione del fondo di emergenza è stata una proposta a cui abbiamo pensato perché potrebbe essere sostanzialmente una sorta di paracadute per tanti studenti che si trovano durante il percorso universitario a dover affrontare situazioni di incertezza. Questa nostra volontà di voler tutelare gli studenti in situazioni di incertezza, di emergenza, di instabilità non emerge soltanto in questo punto, ma anche in altri, perché è una cosa a cui teniamo in generale. Credo che la lettura del programma elettorale faccia notare quest’ideale, che è un po’ la chiave di lettura che noi diamo alla rappresentanza studentesca.
All’interno del programma elettorale, fate riferimento allo studente fuori corso chiedendone l’inclusione all’interno della No Tax Area e del bando per il part-time (attualmente il limite per entrambe le misure è quello del I anno fuori corso). Ritenete che la figura del fuori corso sia sfavorita?
Crediamo in generale che la figura del fuori corso venga sempre un po’ screditata in tanti sensi, come se ci fosse una data di scadenza per essere uno studente universitario. Questa cosa crea e favorisce una sorta di corsa (devo laurearmi in tre anni a costo di qualsiasi cosa), e in un panorama nazionale che vede tanti studenti prendere decisioni estreme anche a causa di questa narrazione tossica, noi scegliamo di distaccarci, scegliamo per quanto possibile di portare avanti delle proposte che decostruiscano questo punto di vista anche nello studente medio. Intendiamo, ovviamente, anche per quanto riguarda regolamenti e vantaggi, cercare di portare la figura del fuori corso al pari di qualsiasi altro studente. Capiamo che c’è una sorta di limitazione posta per vari motivi, che noi cercheremo di andare ad analizzare e risolvere, per la No Tax Area, così come per gli abbonamenti di Unico Campania che hanno la limitazione dei 26-27 anni.
All’Università di Salerno è stata recentemente introdotta la figura del Garante dei Diritti degli Studenti. Nel vostro programma elettorale ne menzionate la figura prevedendo un ciclo di incontri che possa garantire un’interlocuzione costante tra la rappresentanza e il Garante. Quale ruolo immaginate di poter ricoprire in quanto rappresentanti? In quale modo favorirete la partecipazione degli studenti?
Questa è una grande conquista per la nostra Università. Il Garante dei diritti degli studenti attualmente è il Professore Fortunato Musella, docente ordinario di Scienza Politica dell’Università Federico II. Attualmente sul sito di Unisa è presente già una mail che potrebbe essere contattata per mettersi in relazione con il Garante. Quello che abbiamo proposto all’interno del nostro programma elettorale è un modo per cercare di sfruttare al massimo quelle che sono le potenzialità di questa figura. Infatti, il Garante dei diritti degli studenti dovrebbe vigilare sull’imparzialità delle attività didattiche, sulla trasparenza, e anche che venga tutelata la rappresentanza studentesca all’interno degli organi accademici. Noi vorremmo far sì che tutte queste potenzialità vengano applicate sia creando una sorta di tavolo di confronto continuo con il Garante degli studenti, in modo che sia quanto più possibile presente all’interno delle decisioni, sia trovando un modo per metterlo in contatto più diretto con la classe studentesca. Noi stavamo pensando, e questo è solo un pensiero, una proposta che potrebbe anche essere migliorata e trovare un modo per essere applicata più facilmente, a un canale di ticket, un mezzo di comunicazione più diretto sia per noi rappresentanti che per la classe studentesca in generale, anche per raccogliere eventuali malcontenti.
In merito alla Carta dei Diritti e dei Doveri degli Studenti, all’interno del vostro programma elettorale fate riferimento alla presenza di corsi di laurea che non si sono conformati al suo contenuto per quel che riguarda il numero di appelli (minimo sei per gli studenti in corso, minimo nove per gli studenti fuori corso) e la pubblicazione del calendario degli appelli (che deve avvenire almeno 30 giorni prima dall’inizio della sessione). Avete già provveduto ad una mappatura dei corsi di laurea che non si sono ancora conformati? Quale tipo di controllo, secondo voi, si può esercitare affinché ci sia il reale rispetto della Carta?
Alcune delle nostre proposte fondamentali riguardano l’inserimento del numero minimo richiesto per gli appelli, sia per gli studenti in corso che per gli studenti fuori corso, che sono rispettivamente sei e nove, e poi la pubblicazione dei calendari. Posso riportare la mia esperienza personale: faccio parte di un corso di laurea che ha soppreso uno dei due problemi perché, per quanto riguarda gli appelli siamo coperti in questo senso anche grazie a un lavoro già effettuato dai nostri rappresentanti all’interno del Consiglio didattico. Ed è proprio questa, credo, la strada da perseguire. Questa è una proposta che noi facciamo a livello di Ateneo, perché è giusto che tutti i Dipartimenti siano allineati su questioni basilari e fondamentali come questa. Ovviamente, però, in questa proposta, così come in tante altre proposte, secondo me è necessario un lavoro da parte di tutti gli organi e in questo senso ritorna quella che per me è fondamentale, ossia una verticalizzazione della nostra rappresentanza, una collaborazione a stretto giro tra tutti gli organi, cosa in cui io credo tantissimo, a prescindere dalle parti prese. Perché solo in questo modo si può fare una giusta rappresentanza e si possono raggiungere davvero gli obiettivi. Perché, ad esempio, io posso fare questa proposta all’interno del Consiglio degli Studenti, ovviamente insieme agli altri consiglieri, però per il controllo e per un’effettiva gestione della situazione è necessario un confronto diretto e una collaborazione con chi il Dipartimento lo vive tutti i giorni, quindi con i consiglieri didattici stessi. Ritorna, quindi, la collaborazione tra i vari organi, che è un punto fondamentale per fare una corretta rappresentanza.
In merito alla Carta dei Diritti e dei Doveri degli Studenti, che è l’atto normativo che introduce la figura del Garante dei diritti degli studenti, quanta consapevolezza ritenete vi sia da parte della classe studentesca sul suo contenuto? Ritenete si debba fare un lavoro di maggiore consapevolezza? Sapendo che solo attraverso una piena conoscenza dei propri diritti si può al meglio usufruire della figura preposta al rispetto degli stessi.
Questo credo sia un lavoro che come rappresentanti sia già stato avviato. Ovviamente c’è sempre quella porzione di classe studentesca che va sensibilizzata un po’ di più, però in linea di massima credo che debba esserci più consapevolezza. Io non sono mai stata rappresentante degli studenti, ma da due anni sono coinvolta all’interno del servizio alla comunità studentesca in qualità di membro del direttivo dell’associazione StudentIngegneria e in questo tempo ciò che ho cercato di fare, con i miei colleghi, è sempre stato questo: rendere consapevoli gli studenti della situazione che avevano intorno per poter lavorare insieme a noi ma anche eventualmente autonomamente. Perché noi siamo un mezzo di comunicazione, un canale che consente agli studenti di essere consapevoli di cose. Tengo tanto al fatto che il lavoro venga fatto anche in temini di consapevolezza, come la conoscenza della Carta dei diritti e dei doveri degli studenti, per rendere gli studenti consapevoli anche di qualcosa che potrebbero avere ma che ancora non hanno, e magari farli diventare anche un po’ più arrabbiati per riuscire a combattere per avere quello che ancora non hanno ed essere contenti delle conquiste ottenute.
Sei candidata al Consiglio degli Studenti per il DIEM. Nel programma elettorale, Studenti Unisa propone di potenziare i canali comunicativi della pagina. Di fatto, l’organo non ha alcuna pagina social e le informazioni inerenti alle sedute dell’organo non sono reperibili dal sito d’Ateneo: oltre a non essere stati pubblicati i verbali delle sedute del Consiglio, non sono state pubblicate neanche le indizioni di riunioni. Quanto ritenete sia importante coinvolgere gli studenti in quelle che sono le tematiche affrontate dalla rappresentanza e anche nelle stesse sedute dell’organo?
Siamo studenti che fanno rappresentanza per gli studenti. Nel momento in cui la consapevolezza da parte della classe studentesca del lavoro che svolgiamo viene a mancare, viene a mancare una delle basi fondamentali di quello che è il nostro lavoro. Noi lavoriamo per gli studenti: gli studenti dovrebbero sapere cosa facciamo, e su cosa stiamo lavorando, secondo me questa è una cosa fondamentale. Fino ad oggi abbiamo sempre fatto il post, abbiamo sempre parlato e siamo stati trasparenti, quindi non è una cosa che fino ad oggi è propriamente mancata. Però è una cosa che, mi rendo conto, possiamo ottimizzare, anche perché le sedute del Consiglio degli Studenti sono aperte al pubblico. Magari se c’è uno studente interessato, perché gli piace la politica universitaria o perché è interessato a un punto specifico di cui vorremmo discutere, vorrebbe essere più consapevole della discussione, di quali sono le posizioni delle varie parti e così via, potrebbe effettivamente assistere alla riunione. Non è stato fatto un post con scritto che in un giorno specifico ci sarebbe stata questa riunione per parlare di quest’argomento, questo forse è mancato, però non è mancato il lavoro di sensibilizzazione. Abbiamo sempre parlato molto con gli studenti. Forse è il momento di creare uno standard, di trovare un modo più esplicito e diretto nei confronti degli studenti. Non posso, però, dire che non è mai stato fatto un lavoro di sensibilizzazione, come associazione abbiamo sempre dato importanza a questo. I post sugli argomenti di discussione in Consiglio degli studenti sono stati fatti nella quasi totalità dei casi. Questo è un punto di riferimento fondamentale ed è giusto avere una pubblicizzazione più diretta per raggiungere la maggioranza degli studenti.
L’Open Campus è un punto del vostro programma elettorale: proponete l’apertura serale e nel weekend dei Campus. In che modo pensate di ottenere questi obiettivi, sapendo che il tema si lega inevitabilmente a quello dei trasporti?
Ottimizzando entrambe le cose. Siamo consapevoli del fatto che le tematiche siano estremamente collegate e intendiamo provare a migliorarle entrambe. Credo che l’Open Campus sia un concetto non solo attraente in quanto rende l’università anche a livello nazionale competitiva perché offrirebbe servizi 24 ore su 24 e questo potrebbe attirare iscritti da altrove, ma ci consente anche di vivere una vita universitaria a 360° che non è facilmente trovabile altrove. Sappiamo quanto questo sia collegato con il problema dei trasporti, che è un problema a prescindere dall’apertura nel weekend dell’Università. Sappiamo quanto la questione dei trasporti sia stata un punto cardine dello scorso mandato: si è cercato di ottimizzarla in tanti modi, dei miglioramenti ci sono stati sicuramente, ma sappiamo che siamo ben lontani dalla perfezione. Quindi, sicuramente il punto è ottimizzare i trasporti e migliorare laddove ci sono ancora delle carenze. In più, vogliamo implementare il concetto di Open Campus, e quindi consentire alla classe studentesca di godersi un’università a 360° e non solo associare all’università un’idea di esperienza legata allo studio e alla formazione accademica, perché questa cosa può essere dannosa sul lungo termine, ma far comprendere agli studenti che l’università rappresenta anni della loro vita che loro trascorrono all’interno di un contesto dove possono fare amicizie ed esperienze che prescindono da quello che è il puro e semplice studio e che possono godersi questi anni studiando ma anche formandosi come persone. Questo lo si fa implementando tante cose che abbiamo proposto, come ad esempio la radio di Ateneo, l’implementazione di un sistema che permetta di utilizzare il teatro di Ateneo per scopi ludici o per organizzare attività musicali o teatrali. Sono tante cose che, messe insieme, rendono la vita dello studente universitario completa e vivibile al 100% e non solo caratterizzata dallo studio, cosa che sarebbe effettivamente impensabile.
All’interno del programma elettorale di Studenti Unisa, proponete, in relazione al tema dei trasporti, di sfruttare maggiormente il Tavolo tecnico già istituito. Quello dei trasporti è un tema ricorrente nel dibattito universitario a causa del continuo ripresentarsi dei disservi. Cosa proponete di fare per far sì che le soluzioni messe in campo diventino definitive e non più solo temporanee? Ritenete che il questionario relativo ai trasporti, presente sul sito d’Ateneo, compilabile per far presente i disservizi riscontrati, sia uno strumento valido di raccolta dati sui problemi riscontrati?
Non esiste soluzione garantita fintanto che ci si concede di abbassare la guardia, nel senso che questo è un lavoro che dobbiamo fare anche noi sempre. Oltre a trovare una soluzione che sia adatta, e quanto più funzionale, non bisogna mai dare le cose per scontato. Questa è una cosa che vale per i trasporti, così come vale per tutto il resto. Sarà sicuramente compito degli organi preposti attenzionare queste cose ma è compito nostro non abbassare la guardia e continuare a lavorare in questo senso. Per quanto riguarda il format, è molto utile perché arrivano le segnalazioni, però forse ha perso di risonanza. Non posso dire che non sia stato utile perché alcune delle corse più critiche sono state attenzionate e sono state ottimizzate. È una soluzione che ha funzionato e che forse, se continua a essere utilizzata, potrà continuare a funzionare. Possiamo ottimizzarla, come qualsiasi altra cosa. Anche perchè il Consiglio degli Studenti si andrà a rinnovare, quindi ci saranno tante nuove teste, tante nuove idee, la commissione Trasporti è una commissione sempre esistente, e magari riusciremo a trovare una nuova quadra, delle nuove idee, dei nuovi modi per ottimizzare. Il problema dei trasporti non è assolutamente un problema risolto, quindi sicuramente ci andremo a lavorare sperando di trovare metodi più funzionali.
All’interno del programma elettorale di Studenti Unisa, proponete di superare il limite d’età per l’ottenimento dell’abbonamento gratuito dei trasporti. Si tratta di un’iniziativa della Regione. In che modo essere eletti negli organi interni ad Unisa potrebbe mettervi nella condizione di intervenire su un’iniziativa della Regione? Quale tipo di ingerenza ritenete di poter esercitare?
Gli studenti universitari, ad oggi, vengono compresi poco e da loro viene preteso tanto: la laurea in tempi brevi, che abbiano tutte le idee chiare dopo aver concluso l’università, che entrino subito nel mondo del lavoro, tutta una serie di cose che fanno vivere male il percorso universitario, perché c’è tanta pressione sotto tanti punti di vista. La proposta può da un lato essere difficile perché è una questione regionale, però noi in qualche modo dobbiamo far sentire la nostra voce, far confluire qualche richiesta fuori dall’Ateneo non è impossibile, è stato fatto in passato, ovviamente, però, rispetto ad altri punti programmatici, c’è minore sicurezza sull’esito della risposta. Però se è una cosa che possiamo proporre, non vedo perché, anche in presenza di un dubbio su una potenziale risposta, non dovremmo lavorarci. Non dirò mai che una cosa è troppo difficile. Sicuramente è una richiesta che estrinsecamente ha più difficoltà rispetto ad altre, ma non per questo scegliamo di non lavorarci.
All’interno del programma elettorale di Studenti Unisa, lamentate il mancato rispetto delle fermate da parte della Linea 47. Quale tipo di controllo immaginate si possa esercitare per far sì che le fermate vengano effettivamente rispettate?
Tutto il lavoro che facciamo come rappresentanti lo facciamo insieme e per gli studenti. Il format di raccolta dei disservizi sui trasporti ha funzionato bene soprattutto nel primo momento perché siamo riusciti a individuare molto facilmente le linee più problematiche perché gli studenti arrabiatissimi, dopo aver perso il pullman, andavano subito a far presente il disservizio, e questo ha funzionato. Penso che soprattutto sulla navetta 47, che ci riguarda direttamente, perché la viviamo tutti i giorni, un approccio utile sia quello di fare un’interlocuzione attiva con gli studenti, con quelli che ne usufruiscono di più perché sono loro che beneficiano e di conseguenza hanno più problemi se questo questo servizio viene meno. Poi, ovviamente, si sa che quando si apporta un cambiamento, in un primo momento va tendenzialmente sempre tutto meglio, quindi io inserirei anche dei controlli periodici specifici.
In relazione alla presenza di barriere architettoniche (di cui fate menzione nel programma elettorale), quanto ritenete siano accessibili i Campus dell’Università degli studi di Salerno?
Ho parlato con persone che mi hanno detto che nel corso del tempo la situazione a livello di barriere architettoniche è molto migliorata, perché magari hanno aggiunto una rampa da qualche parte o perchè hanno abbassato qualche gradino da un’altra, ma si fa riferimento a quando all’Università ancora non c’ero. Credo sia palese che siano ancora presenti le barriere che tendono a non rendere supervivibile l’università a tutti, però io credo che su questo punto non vada sottovalutato, più che in tutti gli altri casi, l’ascolto delle persone che maggiormente subiscono i danni della presenza delle barriere architettoniche. Sicuramente avvierei un’interlocuzione con persone particolarmente interessate a questa questione che ne sanno piu di me in quanto, non costituendo per me le barriere un impedimento all’accesso agli spazi, potrei non avere uno sguardo attento su queste problematiche. Proporrei di interloquire con persone che su questi argomenti hanno uno sguardo più attento del mio e che se ne occupano più specificatamente.
Sul tema della sostenibilità ambientale, l’Ateneo ha adottato un nuovo sistema di raccolta differenziata e ha da poco iniziato la distribuzione delle borracce. Ritenete sia abbastanza? Cosa proponete a riguardo?
A livello di impatto ambientale, abbiamo notato, nei pressi delle macchinette degli edifici, e anche quando gli addetti vengono a riempire di nuovo le macchinette, quanto il consumo delle bottigliette d’acqua sia calato. Sono contenta di questo, su quanto effettivamente il lavoro svolto abbia avuto un impatto e abbia centrato l’obiettivo che ci eravamo posti. Non si è mai arrivati, soprattutto nel 2024, nell’ambito della sostenibilità. Questo ce lo insegnano tante cose, però sicuramente questo è un argomento a cui teniamo molto, anche come generazione credo che sentiamo molto il peso di dover migliorare in questo senso. C’è anche un punto specifico all’interno del programma elettorale che parla della sensibilizzazione nell’ambito delle energie rinnovabili e materie affini perché, anche qui, crediamo che diffondere consapevolezza possa portare alla crescita di persone più consapevoli che poi lavorano insieme verso la stessa direzione, ossai di sostenibilità, ma anche che possa aiutare a trovare nuove idee, in quanto studenti più consapevoli riescono a notare più problemi e a trovare più soluzioni. Poi, ci stiamo dirigendo su una direzione di materiali più ecosostenibili perché in mensa c’è un uso abbastanza intensivo di materiali che potrebbero essere più ecosostenibili, così come l’incremento degli erogatori d’acqua perché ancora non ce ne sono tantissimi. Magari c’è lo studente che nella parte dell’edificio che frequenta di più non trova l’erogatore e per comodità compra la bottiglietta d’acqua. Sono tutte cose che possiamo ottimizzare, non bisogna assolutamente trascurare questo tema perché sappiamo che siamo una delle generazioni che subirà di più i problemi della poca sostenibilità delle scorse generazioni.
Gli spazi sono una tematica costante nel dibattito accademico. Ritenete vi sia una carenza di spazi e/o una cattiva gestione degli stessi? Ritenete sia equo il criterio attualmente adottato dal bando per l’assegnazione degli spazi per le associazioni studentesche?
Soffriamo tanto una carenza di spazi. Io sono una studentessa di Ingegneria Informatica e lì la frequenza è obbligatoria. Le lezioni sono obbligatorie e le aule sono perennemente piene. Questo è un problema perché non abbiamo solo le lezioni come attività didattiche, abbiamo anche i tutorati e tutta una serie di servizi che ci vengono forniti e di cui magari non possiamo godere al 100% perché non abbiamo abbastanza spazi per poterlo fare. Per quanto riguarda il criterio di assegnazione delle sedi alle associazioni, io sono una persona che vorrebbe vedere tutte le associazioni in uno spazio perché ritengo che chi ha la volontà di mettersi al servizio della classe studentesca, debba avere uno spazio per farlo. Capisco, però, che ci sia la necessità di avere un criterio di assegnazione degli spazi perché gli spazi non ci sono. Non ci sono per le associazioni studentesche così come non ci sono per seguire e non ci sono per tante cose.
Alla luce delle considerazioni fin qui fatte, vuoi aggiungere qualcos’altro?
Credo che il programma elettorale, oltre che leggerlo per capire effettivamente i punti che vogliamo portare avanti, sia da leggere anche per comprendere il modo in cui ragioniamo, gli ideali che portiamo avanti, e l’università che vogliamo costruire. Credo sia una chiave di lettura e di comprensione del modo in cui le associazioni, che fanno parte della coalizione, lavorano, quali idee portano avanti, a quali ideali sono più vicini, i problemi che sentono vicini e che sentono di dover risolvere, problemi che non riguardano soltanto dinamiche legate all’Università degli Studi di Salerno, ma legate alla classe studentesca in generale, italiana e del mondo. Siamo particolarmente attenti al benessere generale dello studente a 360°, e questa non è una cosa da dare per scontato. Credo che dal programma elettorale si evinca che siamo consapevoli, perché siamo associazioni che lavorano da tanti anni e questo ci ha reso consapevoli dei problemi che ci sono. Le proposte che facciamo sono mirate a risolvere i problemi che sappiamo esistere e, soprattutto, alcune di queste richieste mettono in luce argomenti che non sono visibili a tutti ma che noi, in quanto abitanti dei nostri ambienti, e persone che lavorano, riusciamo a individuare e a mettere in risalto. Credo che anche questa sia una chiave di lettura: saper riconoscere i reali problemi che la classe studentesca subisce perché siamo studenti che lavorano per gli studenti. Questa è una cosa che, secondo me, non è banale né scontata. Dopo aver letto il nostro programma elettorale, secondo me, non c’è altro da dire se non di votare consapevolmente, perché oltre che alle proposte si vede un modus operandi che è proprio della nostra coalizione e che non è così scontato, soprattutto all’esterno della nostra coalizione.