17 Giugno 2024
Emanuel Bartiromo ha preso parte all’incontro elettorale del 14-15 maggio candidandosi al Consiglio degli Studenti per il DISPC. Lo abbiamo incontrato per chiedergli delucidazioni sulle istanze di cui si è fatto portavoce.
Fai parte dell’associazione ASP, che ha scelto di concorrere alle elezioni studentesche con la coalizione Progetto Unisa. Quali sono le motivazioni di questa scelta?
Noi abbiamo un rapporto simbiotico con le strutture con le quali collaboriamo già da anni. Abbiamo, per questo motivo, deciso di correre insieme per questa ulteriore avventura in campagna elettorale, cercando di ottimizzare quelli che sono i nostri punti di forza, e allo stesso tempo migliorare i nostri punti deboli. Sarà ovviamente il giorno post-elezioni a decidere come andrà questa esperienza, però le nostre unioni di intenti sono sempre e comunque volte a migliorare quella che è la situazione attuale dell’università.
Sei candidato al Consiglio degli Studenti per il DISPC. L’organo non ha alcuna pagina social e le informazioni inerenti alle sedute dell’organo non sono reperibili dal sito d’Ateneo: oltre a non essere stati pubblicati i verbali delle sedute del Consiglio, non sono state pubblicate neanche le indizioni di riunioni. Quanto ritenete sia importante coinvolgere gli studenti in quelle che sono le tematiche affrontate dalla rappresentanza e anche nelle stesse sedute dell’organo?
Il Consiglio degli studenti è un organo consultivo composto da trenta membri dei vari dipartimenti. I rappresentanti raccolgono i risultati positivi e le criticità di ogni dipartimento. Queste devono essere riportate nel miglior modo possibile, cercando anche di coinvolgere gli organi apicali, e soprattutto cercando di risolvere le problematiche riscontrate attraverso il voto del Consiglio degli Studenti. Per questo motivo, bisogna cercare di ottimizzare e rendere efficiente l’informazione sul sito d’Ateneo. Dovrebbe essere necessario pubblicizzare le riunioni del Consiglio, proprio perché aperte a tutti, rispetto a quelle del Senato Accademico o del Consiglio D’Amministrazione. Il Consiglio degli Studenti è aperto a chiunque voglia ascoltare ciò che hanno da dire le varie posizioni interne all’organo. Questo è un invito che faccio a tutti gli studenti, anche a quelli attualmente meno interessati. Da questo punto di vista, cercheremo anche noi di rendere più accessibile l’informazione relativa al lavoro interno, sensibilizzando maggiormente la classe studentesca, in modo che questa sia consapevole del lavoro svolto dai rappresentanti che eleggono.
La Carta dei diritti e dei doveri degli studenti prevede per ogni corso di laurea un numero minimo di appelli per gli studenti in corso (sei) e per gli studenti fuori corso (nove). Quant’è ad oggi rispettata questa norma?
Nel nostro dipartimento i parametri vengono ampiamente rispettati. Noi ci siamo battuti affinché alcuni appelli fossero disponibili, soprattutto per quanto riguarda la sessione di marzo e aprile, di cui siamo riusciti ad impedire la rimozione. Questa è una delle prime soddisfazioni ottenute da consigliere didattico uscente. Per quanto riguarda il resto dell’Ateneo, ci sono situazioni in cui gli appelli non sono del tutto congrui a quello che è il carico didattico annuale di uno studente. In questo caso è necessario prevedere una manovra che possa disporre gli appelli in una maniera più elastica, e che sia adeguata alle esigenze di uno studente che purtroppo non sempre riesce a stare al passo e che non deve perdersi nei meandri di uno studio forsennato.
All’interno del programma elettorale di Progetto Unisa, è presente la sezione “Progetto Cristallino” che richiede maggiore chiarezza nella pubblicazione di verbali e documenti istituzionali. Da quale esigenza nasce questa proposta?
Dal punto di vista amministrativo, la chiarezza della pubblica amministrazione è necessaria. Noi cerchiamo sempre di ottimizzare quelle che sono le risorse che diamo all’università sia dal punto di vista economico che dal punto di vista dell’impegno quotidiano. È giusto che ci sia trasparenza, e non perché possa esserci qualcosa di losco da svelare, ma perchè è necessaria una maggiore informazione. Molto spesso la burocrazia rende le informazioni meno trasparenti perché raccolte in documenti chilometrici e frastagliati. Progetto Cristallino è una manovra volta ad ottimizzare quelle che sono le informazioni che devono giungere alla classe studentesca.
All’interno del programma elettorale di Progetto Unisa, denunciate un deterioramento generale delle strutture. Cosa proponete in merito?
Per quanto riguarda le infrastrutture i problemi sono molteplici. Anche nel nostro dipartimento abbiamo subito dei disagi a causa dell’aula SPA, il crollo al suo interno destò moltissimo scalpore, soprattutto da un punto di vista mediatico. Noi abbiamo sempre cercato di fare le cose non in maniera mediatica, ma pragmatica, cercando di far rimuovere immediatamente i detriti presenti in aula e rendere a norma il soffitto. Questa proposta è stata fatta anche dalle precedenti riunioni del Consiglio degli studenti, che hanno apportato delle manovre per sanare tutti gli edifici del polo umanistico che, soprattutto nell’ultimo periodo, non stanno vivendo una buona fase anche a causa delle condizioni meteorologiche.
Ritenete vi sia una carenza di spazi nella zona umanistica?
Noi abbiamo sempre cercato di ampliare, soprattutto con alcune richieste, la disposizione di aule studio per gli studenti, nonostante vi siano all’interno del Campus biblioteche molto all’avanguardia e adatte allo studio. Avremmo voluto un’aula studio dedicata agli studenti di Scienze Politiche simile all’aula verde presente a Giurisprudenza. Purtroppo, nel nostro dipartimento, il problema della carenza di aule è molto presente. Uno dei punti cardine del nostro programma è quello di disporre di nuovi spazi, in modo da rendere meno pesante alle classi di Scienze Politiche e di Scienze della Comunicazione seguire per molte ore di fila, frequentando i corsi in maniera più distanziata grazie ad una varietà di aule maggiore.
Proponete, in relazione al tema dei trasporti, di istituire un Tavolo tecnico con le aziende, che però in Università è già presente. A quale tipo di interlocuzione avete pensato? Quello dei trasporti è un tema ricorrente nel dibattito universitario a causa del continuo ripresentarsi dei disservizi. Cosa proponete di fare per far sì che le soluzioni messe in campo diventino definitive e non più solo temporanee?
Mi rendo conto che il problema è in primis logistico, anche per la morfologia del territorio. La zona di Fisciano, essendo ad alta quota, è difficile da raggiungere per tutti i mezzi di trasporto. Fisciano è piuttosto centrale, ma risente molto delle condizioni meteorologiche avverse. Inevitabilmente, chi ne risente maggiormente sono gli studenti, ed è quello il problema cardine. In Consiglio degli Studenti c’è sempre stata una commissione trasporti, bisognerebbe prevedere un’interlocuzione con la Regione Campania e tutti i membri del Consiglio Regionale per cercare di coordinare l’offerta delle corse e l’offerta economica. Credo che il costo annuale dell’abbonamento gratuito di dieci euro l’anno, dato l’ottenimento del rimborso di quaranta euro, sia piuttosto esiguo per garantire un servizio di trasporto pubblico adeguato. Mi rendo, però, conto di quanto possa essere complessa da attuare una manovra del genere nella sua interezza. Credo sia il momento di iniziare a porre delle basi in questi mesi per arrivare a settembre con una logistica migliore, aumentando soprattutto le corse per le zone più lontane e meno popolose.
All’interno del programma elettorale di Progetto Unisa, proponete l’istituzione di borse di studio per merito. Da quali esigenze nasce la proposta e in cosa, nello specifico, consiste?
Per quanto riguarda il merito, Unisa premia il merito era una manovra che esisteva quasi dieci anni fa. Noi proponiamo un’implementazione di essa, una manovra che possa dare allo studente un merito per gli esami sostenuti al di là del suo ISEE. Ci sono studenti che, anche a causa di lacune burocratiche, non navigano nell’oro, ma presentano comunque un ISEE piuttosto alto, risentendone dal punto di vista economico. Unisa premia il merito permetterebbe ad uno studente che, per via di queste problematiche, è costretto a sobbarcarsi enormi sacrifici, lavorando per sostenersi negli studi, logorandosi dal punto di vista fisico e morale. Nel caso la classe studentesca dovesse darci fiducia, Unisa premia il merito sarebbe una manovra complementare alla No Tax Area che potrà garantire una migliore offerta di sostentamento allo studente dal punto di vista economico.
Sul tema della sostenibilità ambientale, l’Ateneo ha adottato un nuovo sistema di raccolta differenziata e ha da poco iniziato la distribuzione delle borracce. Ritenete sia abbastanza? Cosa proponete a riguardo?
L’Università si sta muovendo molto bene sul tema della sostenibilità. Siamo uno dei Campus più verdi del meridione. Unisa è immersa nella natura ed è questo che la rende unica e speciale. Viviamo in un’università all’avanguardia e attenta alla natura, abbiamo anche introdotto di recente nei parcheggi dei pannelli solari. Noi cerchiamo di introdurre nuove soluzioni, gli erogatori d’acqua si sono rivelati estremamente utili, però purtroppo sono carenti in alcune zone del Campus: nel mio caso, all’interno dell’edificio D2, non c’è un vero e proprio apparecchio per l’erogazione dell’acqua, costringendo lo studente ad arrivare al CLA o in edificio C. In questo modo, a livello di fruibilità, la classe studentesca preferirà sempre raggiungere un distributore meno distante. Questo è un punto sul quale noi vogliamo cercare di focalizzarci, rendendo ottimale anche quello che è il consumo di rifiuti, soprattutto di plastica, all’interno del Campus.
I fuori sede lamentano la chiusura del Campus nel weekend. Quali proposte avete a riguardo?
La pandemia ha stroncato realtà molto gradevoli all’interno del Campus. Prima era accessibile anche nel weekend, congreghe di studenti si ritrovavano al suo interno anche per puro piacere di stare insieme. Purtroppo, gli studenti fuori sede si ritrovano a non avere molta scelta sia da un punto di vista accademico, sia da un punto di vista dell’offerta territoriale. Conosco tanti ragazzi fuori sede che preferiscono tornare a casa nel weekend per godere della compagnia che nel Campus non trovano. Bisogna cercare di rendere il Campus più vivo, sensibilizzare tutti quegli studenti che, dopo aver vissuto e socializzato nell’ambiente universitario tramite DAD, possono ora aprirsi a nuove prospettive.
Alla luce delle considerazioni fatte fin qui, vuoi aggiungere qualcos’altro?
Sono consapevole del fatto che la classe studentesca, quando si parla di elezioni, tenda a chiudersi a causa di candidati un po’ dispotici nelle richieste. A loro dico che si tratta del nostro futuro, di scegliere per i prossimi due, tre, quattro anni i rappresentanti ai quali si chiederà aiuto, e che dovranno fornire il massimo sostegno. Non si deve avere timore di votare, va fatto con consapevolezza ed esprimendo la preferenza con consapevolezza, votando chi si ritiene più congruo alle proprie necessità.