20 Maggio 2024
Filippo Voria ha preso parte all’incontro elettorale del 14-15 maggio candidandosi al Consiglio Didattico di Chimica. Lo abbiamo incontrato per chiedergli delucidazioni sulle istanze di cui si è fatto portavoce.
Fai parte dell’associazione Studenti Scienze 1972, che ha scelto di concorrere alle elezioni studentesche con la coalizione Studenti Unisa. Quali sono le motivazioni di questa scelta?
Studenti Unisa è uno di quei progetti che riesce effettivamente ad ottenere dei risultati, sia dal punto di vista didattico che organizzativo. Un esempio potrebbe essere la distribuzione delle borracce, considerata estremamente positiva dalla classe studentesca. Avendo avuto la coalizione un successo abbastanza ampio per quanto riguarda la rappresentanza e l’attività sul Campus, abbiamo deciso di schierarci con un gruppo di persone che vantano una certa esperienza, possono costruire su un terreno già pronto. In altri termini, Studenti Unisa ha già preparato un terreno fertile per sviluppare tutte le tematiche presenti nel programma elettorale. Non c’è bisogno di creare del nuovo, ma semplicemente di migliorare ciò che già esiste.
Il corso di laurea in Chimica è a numero aperto. Siete d’accordo con questa prospettiva?
È un discorso controverso, propongo due scenari: il primo scenario è quello in cui studiare sia un diritto da concedere a tutti, a prescindere dal proprio background culturale. Allo stesso tempo (come secondo scenario), il numero aperto crea più caos, e conseguenzialmente lezioni meno immersive per tutti gli studenti. Logicamente il docente può non riuscire a raggiungere tutta la classe studentesca, ma sono già state messe in atto delle soluzioni, come quella di creare classi per matricole pari e dispari ad esempio. È evidente che questo sistema stia creando dei problemi, ma è fisiologico, in ogni cambiamento c’è una fase transiente e più instabile rispetto a quella iniziale. Sicuramente si arriverà ad una situazione di stabilità.
Come valutate l’organizzazione degli OFA? Ritenete siano un valido strumento di inserimento degli studenti al corso di laurea?
Credo che siano uno strumento valido. Ho frequentato i corsi OFA e li ho trovati molto utili. Sicuramente alcuni studenti non riescono a fruirne pienamente, ma è complesso comprendere chi responsabilizzare rispetto all’inefficacia dei corsi. Se da una parte gli studenti non hanno volontà, dall’altra le lezioni sono poche, e gli studenti tendono a considerarle fini a sé stesse dimostrandosi carenti nella determinazione. Bisognerebbe esercitare un po’ di pressione sulla classe studentesca per far comprendere l’importanza di questa opportunità.
Come valutate l’organizzazione del calendario degli appelli per il corso di laurea in Chimica? Il numero minimo di sei appelli per gli studenti in corso e di nove per gli studeni fuori corso previsto dalla Carta dei diritti e dei doveri degli studenti è rispettato?
Gli appelli rispettano la regola prevista dalla Carta dei diritti e dei doveri degli Studenti. Abbiamo raccolto opinioni positive sul tema prima di stilare i punti del nostro programma. Esistono appelli per i fuori corso, ma possono usufruirne tutti gli studenti. La situazione appelli non è critica nel nostro corso di laurea, il numero di possibilità di effettuare un esame è abbastanza elevato. I docenti sono estremamente disponibili, si prodigano nello spostamento delle sedute in base alle esigenze di tutti, o generano sessioni straordinarie. È matematicamente impossibile riscontrare un problema. Si potrebbe lavorare sulla presenza dei rappresentanti, che potrebbero essere più attivi nel raccogliere i pareri della classe studentesca per migliorare l’organizzazione del calendario.
All’interno del vostro programma elettorale, proponete di intensificare il tutorato PeerToPeer. Quali riscontri avete avuto su questo?
L’iniziativa PeerToPeer è un’iniziativa, attualmente già istituita ad Ingegneria, che corrisponde letteralmente ad un supporto ai tutorati. Ove non si riuscisse a migliorare la situazione relativa ai tutorati, questa nuova modalità potrebbe rappresentare una soluzione valida. Potremmo identificare il PeerToPeer come delle lezioni private, ma organizzate dall’università ed effettuate con studenti magistrali competenti, selezionati previo un colloquio tecnico con un docente. Laddove il tutorato dovesse fallire, entrerebbero in gioco queste nuove figure, sostenute economicamente dall’Università. L’iniziativa proposta è conveniente sia per l’Ateneo, non costretto ad utilizzare dei fondi e per gli studenti, che avrebbero un punto di riferimento diretto in Dipartimento.
Gli edifici della zona scientifica sono stati agli onori di cronaca per via dei decadimenti verificatisi all’interno delle strutture. Che tipo di incidenza questo ha avuto sulla normale accessibilità degli spazi e sulla partecipazione alle lezioni? Cos’avete fatto a riguardo? Cosa proponete a riguardo?
Per risolvere questi disservizi è fondamentale osservare in cosa consistono questi disagi. Ciò che abbiamo potuto notare sono i tetti, spesso letteralmente impregnati d’acqua perché costruiti in cartongesso. Questo crea un problema di sicurezza. Il nostro programma relativo al Consiglio degli Studenti propone di effettuare una manutenzione precisa per ogni disagio rilevato in edificio.
All’interno del vostro programma elettorale, proponete l’istituzione della fermata a F. Quali riscontri avete avuto su questo?
La fermata obbligatoria ad F dovrebbe teoricamente già esistere, molte linee la prevedono. Istituire una fermata per il nostro edificio sarebbe molto utile, soprattutto in periodi in cui il clima è poco favorevole. Vorremmo, inoltre, incrementare il servizio navetta (linea 47), estendere soprattutto la fascia oraria di erogazione del servizio.
All’interno del vostro programma elettorale, proponete di potenziare il tutorato. Quali riscontri avete avuto su questo?
Il tutorato è una pratica già in uso e viene svolta abbastanza bene, ma è sicuramente migliorabile. Il miglioramento dei risultati dipende molto dal tutorato. Secondo me, è necessario aumentare la pertinenza del tutorato in termini di argomenti assicurati. In secondo luogo, è importante che il tutorato sia effettuato da studenti anziché da dottorandi. Questo potrebbe migliorare l’ambiente del tutorato, perché gli studenti potrebbero sentirsi inibiti nel fare domande o chiedere chiarimenti quando hanno davanti un docente, una persona più esperta. Invece, con uno studente che fa lezione, c’è meno inibizione e una maggiore facilità di comprensione. Uno studente tutor riesce a capire meglio le difficoltà di un suo pari, può comprendere le sue difficoltà, anche i suoi traumi o semplicemente problemi che sta vivendo in relazione ad un esame. Inoltre, oltre all’aumento del numero di tutorati e alla loro pertinenza, sarebbe utile che il tutorato fosse condotto da studenti, come nel programma Peer-To-Peer, che vorremmo estendere ulteriormente. Gli studenti tutor possono entrare in empatia con i loro compagni, comprendendo meglio i problemi psicologici e sociali che possono influenzare l’apprendimento. Un docente potrebbe non comprendere perché uno studente non capisce un argomento, mentre un altro studente, avendo vissuto le stesse difficoltà, può essere più comprensivo e avere empatia maggiore.
All’interno del vostro programma elettorale, proponete di aumentare i posti del part time ritenendo le cui attività affini al proprio percorso accademico. Da dove nasce questa esigenza?
Le attività part-time includono il tutorato nei laboratori, svolto da studenti magistrali. Tuttavia, ci sono pochi posti disponibili, il che lascia delle carenze nelle posizioni da coprire nei vari campi, sia per i tutorati che per i laboratori. Inoltre, vorremmo migliorare le strutture dei laboratori stessi, che spesso sono carenti in termini di attrezzature. Vogliamo evidenziare questa problematica e cercare di risolverla.
Come valutate l’erogazione dei tirocini? Avete riscontrato inefficienze? Quali modifiche proponete?
I tirocini sono molto performanti nel nostro corso di laurea. Abbiamo due tipi di tirocinio, interno, quindi erogato in università, o esterno. Il tirocinio riguarda sempre tematiche scientifiche di ricerca e innovazione, molto improntati a far vedere qual è lo stato dell’arte in quel contesto. La scelta è molto vasta. Si potrebbe migliorare cercando di dare al tirocinio un’ottica più coerente, cercando di renderlo non soltanto un’attività antecedente ad un lavoro, ma uno strumento per comprendere cosa si andrà a fare in seguito. Abbiamo intenzione di affrontare questo problema istituendo circa 25 ore di seminari in cui aziende impegnate nel campo della chimica, o in quello cosmetico e farmacologico, possano spiegare agli studenti quali sono le competenze da assumere per entrare a far parte nel mondo del lavoro. In seguito, sarebbe interessante organizzare dei colloqui in separata sede. Questa iniziativa in realtà già esiste, ma in questa università c’è poca attenzione per i chimici e le aziende disponibili non sono moltissime.
È previsto per l’anno 2025 il rinnovo della carica di Rettore ad Unisa. I rappresentanti eletti nei vari Consigli didattici potranno partecipare al voto. Sei candidato al Consiglio Didattico di Chimica. Quale criterio adotterete per esercitare al meglio il vostro diritto di voto? Proverete a coinvolgere la classe studentesca?
Sicuramente cercherò di coinvolgere gli studenti nella mia scelta, credo sia molto importante. Quello che posso dire è che mi affiderò all’esperienza maturata negli anni con i miei colleghi di associazione e in qualche modo, cercherò di analizzare tutte le informazioni possibili in maniera critica.