20 Maggio 2024
Ilenia De Iasi ha preso parte all’incontro elettorale del 14-15 maggio candidandosi al Consiglio Didattico di Scienze Biologiche. L’abbiamo incontrata per chiederle delucidazioni sulle istanze di cui si è fatta portavoce.
Fai parte dell’associazione Dna Studenti Biologia, che ha scelto di concorrere alle elezioni studentesche con la coalizione Progetto Unisa. Quali sono le motivazioni di questa scelta?
Ho avuto modo di conoscere le persone candidate alle cariche apicali di Progetto Unisa e mi sono resa conto, dialogando con loro, di quanto siano valide, delle loro idee da proporre e che potrebbero mettere in atto nel caso in cui riuscissero a raggiungere questo obiettivo. Mi ha convinta la loro determinazione nel portare avanti questi progetti. Per questo, quando mi hanno chiesto di candidarmi al Consiglio Didattico del mio Dipartimento, ho acconsentito, per la loro voglia di fare e di esporsi. Nel momento in cui le persone si mettono in gioco, devono fare i conti con quella che è l’opposizione. Questo è ciò che mi ha spinta a concorrere per queste elezioni con Progetto Unisa.
Il corso di laurea in Scienze Biologiche prevede l’accesso a numero programmato. Siete d’accordo con questa prospettiva?
Da un certo punto di vista sono favorevole al numero chiuso, mi rendo conto di quanto sia più semplice al primo anno, con 150 persone (sono in molti a cambiare corso di studi in seguito), avere un rapporto più diretto con i docenti. D’altro canto, mi rendo conto che il numero chiuso privi la possibilità a molti studenti di potersi iscrivere, costringendoli a spostarsi verso altri atenei in cui questo corso di laurea prevede un accesso libero. Proporrei di mantenere il numero programmato locale aumentando i posti da 150 a 300, tenendo conto delle possibili problematiche che potrebbero presentarsi, disponibilità di aule, professori, nuova organizzazione. Non sono del tutto d’accordo con il numero chiuso per il semplice fatto che, a causa della diminuzione di studenti dal primo al secondo anno (in molti decidono di spostarsi a medicina) rimaniamo in pochissimi a voler restare a Scienze Biologiche. Ho visto numerosi ragazzi non riuscire ad entrare, e l’idea che molti posti rimangano vuoti negli anni credo sia un dato a cui prestare attenzione.
Come valutate l’organizzazione degli OFA? Ritenete siano un valido strumento di inserimento degli studenti al corso di laurea?
Personalmente non ho avuto modo di seguire i corsi OFA, ho raccolto le esperienze dei ragazzi e credo fermamente che non siano ben organizzati, ho visto studenti non riuscire a dare nessun esame al primo anno perché ostacolati dalla prova prevista per il superamento degli OFA. Non credo siano necessari, mi rendo conto che ci siano persone provenienti da studi pregressi non prettamente scientifici, interessate ad approfondire queste materie per intraprendere un percorso di lavoro in questo ambito. Sono dell’idea che si possa sempre cambiare percorso, non è giusto che chi abbia frequentato un liceo di stampo umanistico non possa studiare materie scientifiche. Sono dell’idea che gli obblighi formativi aggiuntivi vadano rimossi.
All’interno del vostro programma elettorale, proponete di prestare maggiore attenzione alla stesura dei programmi dei singoli corsi. Da dove nasce quest’esigenza? Quale criticità avete riscontrato? Cosa proponete di fare?
Ci siamo resi conto che molte volte i professori non si attengono a quello che è il programma stilato per il corso proposto. Il carico didattico non è proporzionato al numero di CFU assegnati, ci sono esami da sei CFU molto più corposi di alcuni da dieci, e questo mette in difficoltà lo studente nell’organizzazione dello studio. Quello che proponiamo di fare è discutere quelli che sono i vari punti del programma di ciascun corso con il docente interessato ed eliminare gli argomenti presenti in altri insegnamenti. Abbiamo rilevato, nello stesso semestre, anche questa criticità.
All’interno del vostro programma, chiedete l’eliminazione degli sbarramenti durante gli appelli delle sessioni straordinarie degli esami fondamentali. A cosa vi riferite nello specifico? Cosa proponete a riguardo?
Come associazione e come studenti, ci siamo resi conto che nel momento in cui bisogna svolgere gli esami, ad esempio a novembre (un appello non considerato parte della sessione invernale) bisogna rispettare numerose propedeuticità e sbarramenti. Ho visto ragazzi impossibilitati a dare un esame di Fisica a novembre perché bloccati dalla mancanza di tutorati o di help teaching che potessero aiutarli in quel periodo. Vogliamo facilitare il percorso accademico degli studenti. Sono criticità che verranno discusse nel momento in cui ci saranno dei candidati della nostra associazione che riusciranno a ricoprire questa carica. Tutto verrà coordinato insieme ai docenti, noi ci proponiamo ad ascoltare ed esporre le idee di studenti e professori, cercando un punto d’incontro tra le parti.
Come valutate l’organizzazione del calendario degli appelli per il corso di laurea in Scienze Biologiche? Il numero minimo di sei appelli per gli studenti in corso e di nove per gli studeni fuori corso previsto dalla Carta dei diritti e dei doveri degli studenti è rispettato?
Il numero minimo degli appelli previsti dalla Carta dei diritti e dei doveri degli studenti viene sicuramente rispettato. Abbiamo appelli aperti a tutti, uno solo per i fuori corso. Gli appelli disponibili sono quelli di novembre, due per la sessione invernale, tre per la sessione estiva. Dovremmo incrementare il numero delle date, aprire gli appelli di marzo o aprile, dedicati ai fuori corso, a tutti gli studenti. Molti docenti sono in disaccordo, credono che chi dia un esame in questo periodo si astenga dal seguire i corsi. Non sono d’accordo, gli studenti sono capaci di fare più cose nello stesso momento. Noi ci siamo ritrovati a dover svolgere esami ad uno o due giorni di distanza, e credo che ci sia bisogno di una pausa più ampia tra due appelli, in modo da poterli affrontare nel miglior dei modi. L’idea che le date si accavallino impedendo l’organizzazione dello studio è una preoccupazione molto diffusa tra la classe studentesca.
Chiedete una maggiore collaborazione nella gestione degli spazi in Dipartimento. Quali difficoltà avete riscontrato? Ritenete vi sia una carenza di spazi e/o una cattiva gestione degli stessi?
Molte volte capita che si aggiungano dei corsi di cui non si era parlato in prima battuta. Ad esempio, un laboratorio di bioinformatica. Essendo stato aggiunto in giorni in cui noi non dovremmo essere in università, capita di non riuscire a trovare aule adatte a gestire la mole di studenti che partecipano al corso. Per frequentare il laboratorio, abbiamo dovuto suddividerci in gruppo per poi distribuirci in più giorni. Durante l’anno abbiamo seguito in aule molto piccole, senza disponibilità di postazioni. Vorremmo cercare nuove aule, nuovi spazi che possano accoglierci come studenti.
All’interno del programma elettorale, sul tema dell’orientamento in entrata, proponete di far assistere agli studenti di scuola superiore alcune lezioni universitarie. Ritenete sia questo il giusto approccio per favorire l’inserimento degli studenti nel contesto accademico?
Credo che a diciannove anni sia difficile scegliere il proprio futuro. Io in primis mi sono trovata davanti a questa scelta qualche anno fa, non sapevo cosa fare. Entrare per un periodo, per qualche giorno, in Dipartimento, far seguire lezioni e laboratori potrebbe essere importante per rendersi conto di cosa si andrà a fare. Leggere semplicemente ciò che offre un corso di laurea lascia spazio a numerosi dubbi su quello che si vorrà fare dopo. Noi proponiamo orientamenti in entrata che siano efficienti, giornate in laboratori di chimica, biologia, della cellula e dei tessuti, in maniera tale che gli studenti possano vedere quello che sarà il loro reale percorso di studi.
All’interno del programma elettorale, sul tema dell’orientamento in uscita, proponete di inserire nei Dipartimenti rappresentanti degli enti lavorativi. Come immaginate la realizzazione di questo punto? Non ritenete che la presenza di rappresentanti di strutture esterne all’Università possa snaturare il carattere accademico del Dipartimento?
Credo che confrontarsi con l’esperienza diretta di persone che lavorano in ambiti affini al nostro Dipartimento sia fondamentale, più utile rispetto ad una semplice presentazione dei corsi di studio magistrali o di eventuali dottorati. Per quanto mi riguarda, parteciperei volentieri a dei momenti di dialogo e dibattito con persone già inserite nel mondo del lavoro, parlare delle loro scelte di vita, per prendere al meglio le scelte che inevitabilmente segneranno il nostro futuro. Un’idea potrebbe essere quella di convocare tutte le persone a capo delle aziende che hanno instaurato con l’Università delle convenzioni per i tirocini. Questi incontri potrebbero renderci più consapevoli di quello che è il mondo esterno all’università.
Come valutate l’erogazione dei tirocini? Avete riscontrato inefficienze? Quali modifiche proponete?
L’offerta formativa è piuttosto ampia per quanto riguarda i tirocini, sia che vengano effettuati all’Università con i docenti del nostro corso, sia all’esterno. Io ho avuto alcune difficoltà nella scelta di un’azienda esterna. Nella provincia di Avellino c’è una carenza di strutture ospitanti e poco aderenti al nostro ambito di studi. Proporrei, vista l’istituzione di un nuovo polo ad Avellino, di ampliare il numero delle aziende per effettuare il tirocinio. Molto spesso sono gli studenti stessi a scovare all’esterno nuove aziende e a proporre di aprire convenzioni con l’Ateneo. Piuttosto che aspettare che lo studente proponga di instaurare una convenzione, sarebbe utile avere già disponibile una vasta scelta a disposizione.
È previsto per l’anno 2025 il rinnovo della carica di Rettore ad Unisa. I rappresentanti eletti nei vari Consigli didattici potranno partecipare al voto. Sei candidato al Consiglio Didattico di Scienze Biologiche. Quale criterio adotterete per esercitare al meglio il vostro diritto di voto? Proverete a coinvolgere la classe studentesca?
Qualora mi trovassi a dover fare una scelta del genere, sono consapevole che la mia preferenza avrà delle conseguenze sulla classe studentesca. Quello che farei è ascoltare il parere dei ragazzi, come ho fatto finora. Ho deciso di candidarmi perché ho a cuore gli interessi degli studenti del mio corso e non solo, per me ascoltare il loro parere è fondamentale.