Elezioni 2024: la NON intervista ad Agorà

Elezioni 2024: la NON intervista ad Agorà

26 Giugno 2024

L’associazione studentesca Agorà ha preso parte all’incontro elettorale del 14-15 maggio candidandosi per più organi di diverso livello insieme alla coalizione Progetto Unisa. L’associazione, già risultata vincitrice nel 2023 per le elezioni di rinnovo della rappresentanza all’interno delle Commissioni Paritetiche, è riuscita ad aggiudicarsi, come carica più alta, l’elezione all’interno del Consiglio di Amministrazione. L’associazione in questione è l’unica realtà associativa del polo umanistico a non aver accettato la nostra proposta di intervista. Ad essere più precisi, l’associazione in questione non ha accettato neanche nel 2023 e nel 2021. Oltre a ritenere, questa, una grave chiusura nei riguardi del nostro progetto associativo, riteniamo che chi si candida abbia il dovere di rispondere alle domande poste da un giornale che da anni si prodiga per un’informazione libera e critica su tutte le questioni universitarie. Una campagna elettorale fatta unicamente di comizi nelle aule, privi di contraddittorio e della possibilità di formulare qualche domanda, è una campagna elettorale faziosa dove trova spazio unicamente la propria propaganda. Le interviste, invece, sono uno strumento di conoscenza del candidato, che è invitato a rispondere a domande di vario tipo (dal punto programmatico fino alla più rilevante questione universitaria), ragionando, e facendo emergere il proprio modo di rispondere a una domanda, ma anche a un problema. Chi si candida scegliendo di competere contro altre realtà associative dovrebbe mettersi nella condizione di confrontarsi, accettando anche la possibilità di andare incontro a pensieri opposti al suo, accettando il fatto che le tematiche universitarie sono appannaggio di tutti gli studenti, di tutte le realtà associative, non soltanto dei rappresentanti. A maggior ragione se poi le elezioni consentono di essere eletti fino al Consiglio di Amministrazione. In questo caso, la responsabilità delle proprie azioni, il dovere di rispondere agli studenti, e la necessità di confrontarsi (aspetto fondamentale in una comunità accademica) diventano ancora più rilevanti. Per questo motivo, nel pieno intento continuativo del nostro lavoro, pubblichiamo la NON intervista ad Agorà, ossia l’elenco di tutte le questioni su cui l’associazione, sottraendosi alla richiesta di intervista, ha scelto di non rispondere.

Agorà ha, durante le ultime tornate elettorali, confermato una forte presenza a Giurisprudenza. Il programma elettorale sull’area didattica è relativo ai problemi più rilevanti, ma anche più storici, del corso di laurea. Primo fra tutti, la tardiva pubblicazione delle date d’esame. Un disservizio denunciato a lungo anche da noi. Il punto programmatico fa riferimento soltanto all’intenzione di rendere tempestiva la pubblicazione ma non si accenna a nessuna soluzione specifica: in che modo sarà possibile far fronte a un problema che Giurisprudenza non riesce a risolvere da anni? Si richiede l’adeguamento degli orari dei corsi per venire incontro agli studenti fuori sede e ai pendolari. La tematica si lega, inevitabilmente, a quella dei trasporti, che è di pertinenza del Consiglio degli Studenti. Porre la questione all’interno del Consiglio Didattico, anziché del Consiglio degli Studenti, significa concentrare nelle ore centrali più attività (con relative sovrapposizioni), incidendo sull’organizzazione oraria degli studenti, anziché richiedere un incremento delle corse che consenta agli studenti di usufruire delle lezioni, anche quelle pomeridiane (16:30/18:30), così da non inficiare la possibilità di vivere pienamente il Campus fino alla fine della giornata. Nel programma elettorale vengono proposte attività di laboratorio per favorire un approccio più pratico alle attività didattiche. Le Cliniche Legali, che erano state istituite per questo, non hanno raggiunto lo scopo prefissato? Quali attività dovrebbero essere ricomprese nei laboratori?

Il 4 giugno Agorà ha pubblicato la proposta di rendere l’Aula Verde formalmente adibita ad aula studio. Il punto non compare nel programma elettorale. Lo spazio rientra tra le aule didattiche a disposizione del Dipartimento di Scienze Giuridiche ma l’utilizzo che se ne fa per il normale svolgimento delle attività didattiche (lezioni, esami, cliniche) è piuttosto marginale. L’attività più frequente ivi svolta, quando è aperta, è proprio quella di accoglienza degli studenti intenti a sfruttare qualche ora per studiare, ma la sua accessibilità non è costante. Spesso l’aula è stata chiusa impedendone la normale fruibilità agli studenti. Chiedere la formalizzazione dello spazio come Aula Studio significa organizzare un’apertura costante dello spazio e una gestione della stessa consona a far sì che gli studenti possano studiarvi con tranquillità. La proposta fatta dall’associazione prevede soltanto la formalizzazione dell’Aula in qualità di aula studio. Nessuna specificazione in merito all’organizzazione è stata fatta. Per cui: in che modo sarebbe possibile garantire un accesso organizzato, frequente e libero? In che modo gli studenti che intendono unicamente studiare saranno tutelati da coloro che faranno un uso errato del luogo? In altri spazi del Campus (come, ad esempio, ad Ingegneria) le aule studio vengono gestite dalle associazioni studentesche che si impegnano ad aprirle e chiuderle ad orari consoni garantendo al suo interno il rispetto del luogo e degli studenti ivi presenti per studiare. A Giurisprudenza vi sono più realtà associative, e una tale misura potrebbe vedere l’alternanza delle singole associazioni nella gestione dello spazio.

L’associazione ha partecipato nel 2022 al bando per l’assegnazione degli spazi, ottenendo un esito negativo. A seguito di ciò, Agorà ha avviato una causa legale nei confronti dell’Università e di tre realtà associative la cui sentenza, risalente a giugno 2023, dà in definitiva ragione all’Università degli Studi di Salerno che aveva escluso l’associazione dal bando per incongruenze relative alla domanda di partecipazione. L’associazione aveva ritenuto illegittima l’esclusione dal bando provando dapprima ad accedere al riesame e al soccorso istruttorio e, in seguito, ad agire in giudizio. Al di là degli aspetti strettamente legali, il bando per l’assegnazione degli spazi alle associazioni presenta delle migliorie apportabili? Se sì, quali? Il criterio di assegnazione degli spazi è ritenuto equo? Agorà siede oggi al Consiglio di Amministrazione, e questo vuol dire che ha la possibilità di esporsi e intervenire sul tema.

Agorà è presente in Consiglio degli Studenti. L’organo da anni non condivide né i report delle riunioni né le indizioni di riunione. Nessun post al riguardo è stato pubblicato. Qual è la posizione dell’associazione al riguardo?

Agorà aderisce alla coalizione “Progetto Unisa” che contempla la possibilità di introdurre borse di studio di merito per chi sostiene tutti gli esami in tempo. Il punto non può che non far pensare agli studenti fuori corso. Alla luce anche delle tante notizie giunte sui gesti estremi che alcuni studenti hanno compiuto, non si ritiene che un’iniziativa del genere possa aumentare il senso di disagio nei confronti degli studenti fuori corso, e ampliare la tensione e la competizione tra gli studenti? Qual è la posizione sugli studenti fuori corso? L’ulteriore inserimento di appelli è una soluzione valida?

Il Dipartimento di Scienze Giuridiche si è recentemente esposto sulla possibilità di assistere i fuori corso tramite il lavoro della Commissione monitoraggio carriere. L’associazione si è limitata a far presente la comunicazione, senza aggiungere nient’altro. Non c’è nessuna posizione al riguardo?

Il 14 maggio, Agorà ha pubblicato un post in cui ha denunciato l’aggressione nel corridoio dell’attuale rappresentante in Consiglio di Amministrazione. Se l’aggressione c’è stata, noi esprimiamo la nostra solidarietà. Tuttavia, non si sa nient’altro al riguardo. Qui estendiamo il discorso a tutte le realtà associative che si sono esposte sul tema: molti post di denuncia sono stati scritti genericamente senza la descrizione di un fatto e con l’accusa generica che a compiere il gesto sia stato qualcuno/a dell’altra coalizione. La vaghezza non rischia di creare confusione nei confronti degli studenti?

In un altro punto programmatico, si fa presente il desiderio di avviare riunioni tra studenti e rappresentanti. È un punto programmatico che compare anche in altri programmi elettorali. Chiediamo: non dovrebbe essere già così? La rappresentanza non dovrebbe di base organizzare già incontri con gli studenti? Perché costituisce un punto programmatico se si tratta di qualcosa che la rappresentanza può già fare e che, anzi, dovrebbe già fare regolarmente?

Una domanda posta a tutti i candidati dell’area didattica riguarda il rinnovo della carica di Rettore che avverrà nel 2025 e su cui anche i rappresentanti in area didattica avranno voce in capitolo esercitando il proprio diritto di voto. Quale criterio di individuazione del candidato più consono verrà adottato? Su cosa ci si baserà per esercitare il proprio diritto di voto in Consiglio Didattico? Gli studenti saranno resi partecipi della scelta dei rappresentanti?

Le domande che abbiamo posto qui, e che abbiamo posto anche all’interno delle nostre interviste, hanno lo scopo di approfondire le tematiche universitarie, e soprattutto le risposte che la rappresentanza intende dare al riguardo. I proclama e la vaghezza delle proposte non sono abbastanza per una rappresentanza che voglia effettivamente occuparsi delle istanze degli studenti. È diritto degli studenti voler conoscere non soltanto le intenzioni dei rappresentanti eletti, ma anche il loro modo di individuare, leggere e risolvere le problematiche, capire effettivamente in quale modo agirà la rappresentanza. Sono, quindi, domande più che legittime, che avrebbero dovuto trovare una risposta già durante la campagna elettorale ma che, vista l’importanza delle tematiche, continueranno ad essere necessarie.