20 Maggio 2024
Salvatore Negro ha preso parte all’incontro elettorale del 14-15 maggio candidandosi al Consiglio Didattico di Scienze Ambientali. Lo abbiamo incontrato per chiedergli delucidazioni sulle istanze di cui si è fatto portavoce.
Sei Presidente dell’associazione RN(s)A, che ha scelto di concorrere alle elezioni studentesche con la coalizione Progetto Unisa. Quali sono le motivazioni di questa scelta?
Da Presidente e candidato di RN(s)A, abbiamo scelto di sostenere Progetto Unisa dopo aver conosciuto tutti i candidati della coalizione. Abbiamo gli stessi ideali e vogliamo portarli in tutti gli organi presi in considerazione, in modo da poter approvare tutte le nostre proposte presenti nel programma.
Il corso di laurea in Scienze Ambientali è a numero aperto. Siete d’accordo con questa prospettiva?
Ti parlo della mia esperienza personale. La mia idea era quella di iscrivermi a Biologia, ma entrato in Scienze Ambientali ho cambiato del tutto idea. Il numero aperto è importante proprio per invogliare i ragazzi ad iscriversi. In molti arrivano a Scienze Ambientali con l’idea di passare ad un corso di laurea diverso in seguito, ma rimangono quasi sempre in questo corso di studio.
Come valutate l’organizzazione degli OFA? Ritenete siano un valido strumento di inserimento degli studenti al corso di laurea?
Il corso OFA nasce con l’obiettivo di sopperire a quelle carenze che lo studente presenta al momento dell’iscrizione. Credo che sia ben organizzato a Scienze Ambientali. Inoltre, con la collaborazione della nostra associazione ci sono stati dei grossi miglioramenti. Credo che i corsi OFA siano effettivamente utili nell’aiutare gli iscritti a risolvere determinate criticità.
All’interno del vostro programma elettorale, proponete di prestare maggiore attenzione alla stesura dei programmi dei singoli corsi. Da dove nasce quest’esigenza? Quale criticità avete riscontrato? Cosa proponete di fare?
Le problematiche che abbiamo riscontrato sono relative ad un dislivello tra il carico didattico e il numero di CFU. I programmi andrebbero rivisti, spesso alcuni esami hanno un minore carico abbinato ad un numero alto di CFU e viceversa. Andrebbero, inoltre, rivisti i piani di studio inserendo esami più indirizzati al corso di studio. Un problema già risolto in parte, serve solo un’ulteriore revisione.
All’interno del vostro programma, chiedete l’eliminazione degli sbarramenti durante gli appelli delle sessioni straordinarie degli esami fondamentali. A cosa vi riferite nello specifico? Cosa proponete a riguardo?
Non vogliamo che uno studente iscritto al primo anno non possa sostenere esami necessari per la continuazione del suo percorso. Chiediamo di eliminare questa problematica. L’anno scorso siamo riusciti ad aprire gli appelli di aprile e di dicembre. Noi puntiamo soltanto al miglioramento della pratica di questi appelli e alla loro riorganizzazione.
Come valutate l’organizzazione del calendario degli appelli per il corso di laurea in Scienze Ambientali? Il numero minimo di sei appelli per gli studenti in corso e di nove per gli studeni fuori corso previsto dalla Carta dei diritti e dei doveri degli studenti è rispettato?
Abbiamo in primis due appelli per i fuori corso, aperti adesso anche per la triennale. Il numero degli appelli rispetta la norma stabilita dalla Carta dei diritti e dei doveri degli Studenti. Critichiamo però la loro organizzazione, spesso confusionaria, a causa degli accavallamenti di alcune date. La mala gestione degli appelli non ci permette di gestire il carico di studio in maniera adeguata.
Gli edifici della zona scientifica sono stati agli onori di cronaca per via dei decadimenti verificatisi all’interno delle strutture. Che tipo di incidenza questo ha avuto sulla normale accessibilità degli spazi e sulla partecipazione alle lezioni? Cos’avete fatto a riguardo? Cosa proponete a riguardo?
Gli iscritti a Scienze Ambientali seguono le lezioni negli edifici F3, F1, F. Le aule dell’edificio F3 hanno subito maggiormente le problematiche relative alla carenza delle infrastrutture e al clima della zona. Dopo svariate mail e richieste, queste criticità sono state risolte, seppur in maniera raffazzonata e inefficiente. Insieme a Progetto Unisa, chiediamo la revisione delle infrastrutture, soprattutto per gli edifici appena citati. Le lezioni in aula risultano meno problematiche da affrontare, con alcuni accorgimenti (migliori tecnologie e più prese elettriche) i corsi possono essere seguiti senza particolari disagi. È necessario un intervento generale e massiccio su tutte le strutture del Campus.
All’interno del programma elettorale, sul tema dell’orientamento in entrata, proponete di far assistere agli studenti di scuola superiore alcune lezioni universitarie. Ritenete sia questo il giusto approccio per favorire l’inserimento degli studenti nel contesto accademico?
Per esperienza personale, prima della mia iscrizione, avrei partecipato molto volentieri ad una lezione di qualsiasi corso di studi. Se una persona è interessata ad un corso di laurea, dovrebbe avere la possibilità di seguire una lezione, e rendersi conto del modo in cui quel corso è strutturato, cosa si andrà effettivamente a studiare, in che modo altri studenti approcciano allo studio. Possono innamorarsi di una materia su cui nutrivano dei dubbi. Il primo impatto con il mondo universitario potrebbe in questo modo risultare meno traumatico e più naturale.
All’interno del programma elettorale, sul tema dell’orientamento in uscita, proponete di inserire nei Dipartimenti rappresentanti degli enti lavorativi. Come immaginate la realizzazione di questo punto? Non ritenete che la presenza di rappresentanti di strutture esterne all’Università possa snaturare il carattere accademico del Dipartimento?
Con l’orientamento in uscita non intendiamo attaccare il carattere accademico di un corso di laurea. Quando ci si innamora di un laboratorio, di una materia, del lavoro di ricerca, si resta in Ateneo. Ci sono persone ,però, che hanno sogni diversi, più grandi, non collegati al contesto universitario. La nostra idea è quella di tenere incontri con le aziende del territorio insieme ai loro esponenti e ai docenti, instaurare rapporti con le aziende di riferimento in modo da favorire, concluso il percorso accademico, l’inserimento dello studente nel mondo del lavoro, evitando trafile complesse per presentare la propria candidatura.
Come valutate l’erogazione dei tirocini? Avete riscontrato inefficienze? Quali modifiche proponete?
Il 9 maggio abbiamo partecipato ad un incontro organizzato dal Dipartimento per un orientamento dedicato alla laurea magistrale e ai tirocini. L’offerta erogata, per quanto riguarda Scienze Ambientali, è molto vasta, i progetti a cui ambire sono svariati. L’unico aspetto da migliorare è il rapporto con il docente, molto spesso poco disponibile nell’interfacciarsi ulteriormente con lo studente alla fine del percorso, in modo da concludere le procedure nel minor tempo possibile. Per il resto, la situazione relativa ai tirocini è ricca di convenzioni, i programmi sono esplicati in maniera chiara e trasparente, e ciò è avvenuto anche grazie al nostro lavoro associativo. Gli studenti possono scegliere in maniera libera e chiara il proprio percorso.
È previsto per l’anno 2025 il rinnovo della carica di Rettore ad Unisa. I rappresentanti eletti nei vari Consigli didattici potranno partecipare al voto. Sei candidato al Consiglio Didattico di Scienze Ambientali. Quale criterio adotterete per esercitare al meglio il vostro diritto di voto? Proverete a coinvolgere la classe studentesca?
In qualità di possibile Consigliere, il mio dovere è quello di portare in Consiglio la voce degli studenti e le loro idee. Anche per le elezioni, auspico ad un confronto e ad un voto il più libero possibile. La mia idea non vale quanto quella della classe studentesca intera. Sarà mio compito informare gli studenti affinché possano contribuire alla mia scelta.