18 Marzo 2021
Nei giorni di 23, 24 e 25 marzo 2021, la classe studentesca sarà chiamata a prendere parte alle elezioni per il rinnovo della rappresentanza degli studenti negli Organi Collegiali dell’Università degli Studi di Salerno per il prossimo biennio. Tra questi si voterà anche per il Senato Accademico. Abbiamo incontrato la candidata, per il Polo Umanistico della coalizione Studenti Unisa e membro dell’associazione ASG iscritta al corso di laurea in Giurisprudenza, Carmen Rosaria Scalcione per affrontare i temi presenti nel programma elettorale.
Nel vostro programma vi è un punto relativo alla pubblicazione delle date d’esame non oltre due mesi prima della sessione (come indicato nel Regolamento Generale d’Ateneo). Essendo rappresentante all’interno del Consiglio Didattico di Giurisprudenza, corso di laurea in cui spesso la pubblicazione delle date risulta in ritardo, quali manovre secondo te potrebbero essere attuate per risolvere questo problema?
La pubblicazione delle date d’esame è tra le situazioni più vissute e gravose per la classe studentesca. Come associazione e in qualità di rappresentante in Consiglio Didattico uscente, ci siamo mossi e abbiamo chiesto più volte al dipartimento – tramite istanze e sollecitazioni – sia di rispettare i termini stabiliti nel regolamento d’ateneo e sia la pubblicazione delle date degli esami, oltre a quelle relativi alle finestre temporali, all’inizio dell’anno accademico. Far rispettare, integrare e modificare il Regolamento Generale d’Ateneo per riuscire ad ottenere la pubblicazione in tempi celeri delle date degli esami è l’obiettivo che ci prefiggiamo come associazione di giurisprudenza che si affaccia alle elezioni studentesche per il rinnovo della rappresentanza e qualora ce ne venga data la possibilità perché purtroppo l’ultima parola spetta comunque al dipartimento.
Un punto cardine del vostro programma riguarda anche l’erogazione delle borse di studio e l’estinzione della figura dell’idoneo non beneficiario”. Come intende muovervi per anticipare l’erogazione delle quote, soprattutto in riferimento ai ritardi cronici dalla parte dell’Adisurc? È davvero auspicabile l’estinzione della figura idoneo non beneficiario?
La borsa di studio è un diritto e come tale deve essere garantito agli studenti che si trovano in difficoltà economiche. Inoltre, una borsa di studio che viene erogata sei mesi dopo l’inizio dell’anno accademico non va a dare un supporto concreto allo studente che ha difficoltà economiche e anziché un sussidio, diventa un rimborso. Perché lo studente all’inizio dell’anno accademico deve acquistare libri, l’abbonamento ecc. L’Adisurc risulta sempre in ritardo nell’erogazione delle borse. Quello che auspichiamo noi è di estinguere la figura dell’idoneo non beneficiario perché non è giusto che uno studente che ha tutti i requisiti necessari per ottenere debba rimanere indietro per la mancanza di fondi. Questi due punti rientrano tra gli obiettivi più importanti che sono contenuti nel nostro programma e sono quelli principali del gruppo Studenti Unisa. Poi ovviamente, quando ci troveremo a doverci interfacciare con l’Adisurc capiremo come muoverci in merito.
Nel vostro programma proponete l’istituzione di borse di studio rivolte agli studenti meritevoli che non usufruiscono della borsa di studio dell’Adisurc. Quale significato attribuite al termine “meritevole”?
Ci sono studenti che per vari problemi e situazione non riescono a rientrare nei requisiti di misure come borse di studio o simili. Quello che noi vorremmo chiedere è l’istituzione di un fondo che vada a premiare gli studenti che, pur avendo determinati requisiti – una media alta o un ISEE non elevato – vengono esclusi dalle misure premiarli già messe in atto dall’ateneo e dell’Adisurc. Uno studente meritevole potrebbe essere colui che non è riuscito a concludere gli esami nei tempi previsti, ma comunque ha totalizzato una media alta. Ad esempio, ha sostenuto 4 esami su 6 con una media del 30. Questo studente verrebbe escluso dalla borsa di studio perché magari non vi rientra in base all’ISEE e da Unisa Premia il Merito perché non ha completato tutti gli esami, ma è comunque uno studente meritevole perché ha una media alta.
Il Garante dei Diritti degli Studenti è una figura che manca in ateneo da anni, e nel programma Studenti Unisa ne proponete l’istituzione. Quale tipo di figura immaginate? Una commissione formata da studenti e docenti o una semplice delega del Rettore ad una persona di sua fiducia?
Non abbiamo un’idea ben precisa rispetto a questa figura. Personalmente, la immagino come una commissione composta da studenti e docenti perché se si parla di garanzia degli studenti è giusto che partecipi anche la rappresentanza. Quello che noi ci prefiggiamo come obiettivo è la nomina di questo garante, poi ovviamente negli organi preposti cercheremo di attuarla nella misura più congeniale agli interessi degli studenti. Si può immaginare sia una commissione e sia una nomina di un delegato del Rettore che curi questo ruolo.
Proponete di integrare l’attuale Carta dei diritti e doveri degli studenti con quella pubblicata dal CNSU che fa riferimento alla “dad”. In questo anno di pandemia, in che modo avete cercato di raccogliere le testimonianze delle difficoltà della classe studentesca e quali sono secondo voi le priorità in relazione alla didattica emerse in questo periodo?
L’anno appena trascorso è stato molto triste sotto molti punti di vista. Sicuramente, la didattica e il sostenimento degli esami a distanza, erano le uniche soluzioni possibili in tempo di Covid e l’università in tempi celeri ha messo in moto la macchina di teams. Il problema più grande è stato quello che gli studenti non potevano permettersi una connessione sufficiente o strumenti idonei, unito alla crisi economica causata dalla pandemia. Abbiamo cercato di ovviare a questi problemi, chiedendo all’università di fornire in prestito dei PC e i Kit di Connettività. Raccogliere feedback da parte degli studenti non è stato difficile, in quanto molto presenti come associazioni che lavorano all’interno dell’università ed essendo anche noi studenti ci siamo resi conto delle problematiche fin da da subito. C’è uno scambio reciproco con la comunità studentesca, tramite i canali social come Instagram, Facebook, Whatsapp. I social sono stati il nostro unico strumento per comunicare tra di noi e, in generale, con gli studenti.
Avete menzionato l’istituzione di una Commissione Ateneo per la didattica post-covid. Come vi immaginate possa essere strutturata? Che percentuale di personale docente e rappresentanza studentesca?
A livello di percentuale non ci siamo dati un numero. Ovviamente sarebbe ottimale che ci fosse, a prescindere dalla quantità e composizione, una parte di studenti e docenti nella commissione. Il nostro obiettivo è quello di stilare delle linee guida che vadano poi attuate all’interno dei singoli dipartimenti per riuscire ad elaborare delle proposte e trovare delle soluzioni a determinati problemi. Ci sono delle attività per cui sarebbe importante garantire la possibilità di connessione da remoto come il ricevimento, l’help teaching per andare incontro alle esigenze degli studenti che non hanno modo di recarsi comodamente in ateneo. Dato per scontato che tutti vogliamo tornare in presenza il prima possibile però quello che vorremmo fare è cercare di cogliere il buono, se così si può dire, da quello che il Covid ci ha fatto vivere. Quello a cui puntiamo è sicuramente istituire questa commissione dove la classe studentesca deve avere la certezza di essere ascolta in modo tale che determinate attività possano essere sfruttate anche a distanza.
L’innalzamento della No Tax Area proposto da voi è previsto anche per le categorie escluse attualmente tra le agevolazioni. Saranno quindi compresi, nella vostra proposta, anche i fuori corso?
Questo è un punto del programma a cui tengo particolarmente perché sono fermamente convinta del fatto che gli studenti fuori corso non vanno discriminati o esclusi da misure come la no tax area solo perché non sono riusciti a sostenere gli esami nei tempi stabiliti. Siamo tutti studenti a prescindere dal nostro anno di iscrizione ed è giusto che l’università dia ad ogni categoria la possibilità di non pagare la tasse e di accedere a delle agevolazioni.
Proponete di stabilire degli incontri periodici tra studenti e rappresentanti; in che modo intendete fare questo? La rappresentanza studentesca non dovrebbe già essere inserita nella quotidianità studentesca e quindi conoscere già e vivere talvolta anche in prima persona le difficoltà?
Ci siamo resi conto del fatto che talvolta lo studente non si rivolge al rappresentante se pure questo potrebbe dargli una mano per risolvere il problema. L’idea di organizzare degli incontri periodici nasce dal fatto che vogliamo stare ancora più vicini ai nostri colleghi studenti e di arginare eventuali barriere che esistono tra la rappresentanza e la classe studentesca. Far capire agli studenti che la figura del rappresentante – che delle volte non è ben vista – deve essere una presenza costante ed un lavoro quotidiano.
In relazione ai trasporti da e per l’Unisa proponete di rafforzare il ruolo del tavolo tecnico. Dei trasporti si occupa spesso, se non sempre, il consiglio degli studenti con una commissione di cui ha fatto parte anche ASG nel Consiglio uscente. Alla luce della vostra esperienza lì, quanto potere credete abbia e possa avere la rappresentanza studentesca per incidere in modo rilevante sui trasporti?
Sono fermamente convinta che la rappresentanza studentesca sia fondamentale e che possa davvero incidere sulle decisioni facendo sentire la nostra voce negli organi di ateneo. Il Consiglio degli Studenti, composto da studenti di tutte le facoltà, ha il potere propositivo e consultivo con il Consiglio di Amministrazione, Senato Accademico e Rettore. Sono state tante le istanze portate avanti dal Consiglio degli Studenti come quella relativa all’istituzione del tavolo tecnico per i trasporti. Sicuramente il dialogo, attraverso questo tavolo tecnico, deve essere incrementato inserendo tutte le aziende che si occupano del trasporto da e verso il campus.
La vostra richiesta di integrare il part time all’interno del sistema tirocinio rendendolo di fatto equipollente al conseguimento dello stesso è compatibile con la possibilità di effettuare tirocini congruenti al proprio corso di laurea? Cosa intendete proporre per il comparto tirocini? Inoltre, l’Unione Europea si è espressa sulle attività di tirocinio svolte dagli studenti chiedendo che vengano retribuite. L’Unisa intende recepire tale la normativa e in che modo vigilerete che questo sia fatto?
Per questo punto, nel programma abbiamo voluto specificare l’espressione “ove compatibile”, nel senso che esistono determinati corsi di laurea in cui le attività part-time risultano affini a quelle di tirocinio. Abbiamo immaginato l’esempio di uno studente che potrebbe svolgere il tirocinio in una biblioteca e richiederne tranquillamente la convalida. Questa è l’idea di base, poi bisogna effettivamente valutare dove e come sarà possibile attuarla. Sulla normativa dell’Unione Europa non saprei rispondere perché non essendo a conoscenza della questione non so come l’università di Salerno vuole recepire questa normativa. In generale, siamo fermamente convinti che le attività di tirocinio debbano essere retribuite.
Chiedete di prevedere l’installazione di un minimarket e di una parafarmacia nei campus, probabilmente per venire incontro soprattutto agli studenti fuorisede. A proposito di questa categoria, in questi mesi sono emerse diverse difficoltà: non sempre le agevolazioni hanno consentito di recuperare le spese per gli affitti e tuttora manca per loro la possibilità prendere parte alle elezioni nazionali (dovendo far rientro nei propri comuni) e sempre tuttora manca una assistenza sanitaria nella città in cui studiano. Su questi punti qui, cosa proverete a fare? Come beni essenziali, oltre alla proposta dell’installazione di minimarket e parafarmacie, vi è anche quella relativa ai distributori di assorbenti gratuiti all’interno del Campus?
Riteniamo fondamentale che vengano inserite delle attività commerciali di base come minimarket e almeno una parafarmacia perché molti fuorisede si trovano in difficoltà non essendo Fisciano una metropoli. Dare la possibilità ad uno studente di poter acquistare un farmaco o fare una spesa all’interno del campus andrebbe a chiudere l’idea del campus vivendi che deve includere i servizi di prima necessità, soprattutto considerando il fatto che nel Campus sono presenti anche già una banca ed una sportello postale. Rispetto alla questione medico di base, vorremmo potenziare la guardia medica che è già presente all’interno dell’università proprio per dare a tutti gli studenti la possibilità di avere la sicurezza e la tranquillità di un medico da cui potersi recare in caso di necessità. La questione dei distributori di assorbenti gratuiti all’interno del campus è tra quelle sicuramente da affrontare, essendo una tematica molto importante.
Proponete l’apertura del campus nel fine settimana e prolungata negli orari serali in modo da consentire una maggiore vivibilità del campus. Il problema però della vivibilità del campus non è anche un problema in generale di spazio oltre che di tempo? Ad oggi le aule sono quasi sempre occupate dalle lezioni e gli eventi che le stesse associazioni organizzano di volta in volta devono sempre incastrarsi con gli orari delle lezioni. Un campus così grande, che aspira a questo tipo di vivibilità, non dovrebbe avere degli spazi esclusivamente adibiti alle attività culturali? Il discorso si collega anche alla stessa presenza delle associazioni in ateneo. Non sono poche le associazioni che in ateneo posseggono una sede, se confrontate con quelle che non ce l’hanno?
Sicuramente le associazioni studentesche ma, in generale, gli studenti hanno bisogno di molti spazi dedicati appositamente a loro. Sono convinta anche del fatto che alla fine l’università è innanzitutto un luogo di studio e di cultura, quindi è giusto che le aule siano occupate da corsi, esami ecc. Ma non per questo vanno trascurate le relazioni sociali, le attività culturali e da qui nasce la proposta di rivisitare, qualora ce ne venga data la possibilità, gli spazi non utilizzati dell’ateneo per riuscire a sfruttarli al meglio. Ti faccio un esempio concreto: la sede di ASG è Edificio B2 piano terra. Ed è il luogo dove c’era la segreteria generale, su proposta del Presidente del consiglio uscente abbiamo chiesto di trasformare la segreteria generale, ormai inutilizzata, in un’aula studio. Ovviamente quello che abbiamo cercato di fare su Giurisprudenza come gruppo Studenti Unisa è proprio quello di individuare questi spazi che si potrebbero prestare anche come luoghi in cui ospitare attività culturali di più vasto interesse.
Proponete la digitalizzazione dei testi e la creazione di uno sportello online per le segreterie dipartimentali; chiederete anche di conservare la didattica a distanza quando si potrà tornare in presenza? E quindi di conservare una didattica mista anche per il futuro?
Questo è un argomento molto discusso. Penso che ci sono sicuramente delle categorie di studenti che non possono seguire i corsi all’università come gli studenti lavoratori o a coloro affetti da particolari patologie particolari. Concedere la possibilità a determinate categorie di seguire i corsi a distanza, o magari in differita è sicuramente un’idea da tenere in considerazione e sulla quale cercheremo di trovare una soluzione. Per quanto riguarda le segreterie online, nel caso in cui riuscissimo ad ottenere la possibilità di organizzare delle riunioni online tra il personale della segreteria e gli studenti, non è detto che poi questo servizio vada totalmente e completamente abbandonato post-covid. Se ho la possibilità di connettermi su teams senza recarmi per forza all’università per risolvere un problema ed interfecciarmi lo stesso con il personale dell’ateneo perché non posso farlo?
La ristrutturazione del Centro Counseling da voi proposta richiede l’apertura di uno sportello anche all’interno del campus di Fisciano. Secondo voi, questo incrementerebbe la fruizione del servizio? Credete che averlo circoscritto solo al campus di Baronissi abbia influito negativamente?
Purtroppo non tutti gli studenti sono a conoscenza di questo servizio che attualmente non è molto fruibile dal mio punto di vista. Nel senso che bisogna prendere appuntamento prima di potersi recare al centro. Secondo me, se uno studente ha bisogno di parlare con una persona perché ha un problema sarebbe più congeniale che questa possa darmi un aiuto immediato, senza dover aspettare per affrontare l’argomento. Quello che noi immaginiamo è aprire una sede nel campus di Fisciano, cercando di concordare degli orari di ricevimento pre-stabiliti. Ed in questo modo, cercare di arginare l’eventuale barriera che uno studente che accusa delle difficoltà costruisce intorno a sé. La circoscrizione solo al campus di Baronissi ha influito in maniera negativa perché uno studente del campus di Fisciano può non essere a conoscenza del servizio o magari non avere la possibilità di recarsi al campus di Baronissi. Gli stessi servizi d’ateneo vanno garantiti sia un campus che in un altro.
Le proposte relative alla sostenibilità ambientale sono un ampliamento di quelle già pensate dall’Ateneo nel programma ecologico presentato nel 2019? Quanto ancora c’è da fare secondo voi? Come andrebbe ridotto ad esempio l’uso della plastica?
È necessario tutelare l’ambiente e sensibilizzare gli studenti a rispettare le regole basi di raccolta differenziata. Nell’ultimo periodo c’era stata tutta la campagna di sensibilizzazione con i nuovi cestini, ma da qui a diventare un modello di un’università ecosostenibile c’è ancora molto da fare. Noi abbiamo avuto delle idee in merito, come ad esempio organizzare delle iniziative e delle giornate che consentano di ridurre l’utilizzo della plastica, la distribuzione delle famose borracce che ancora non sono state consegnate. Un’altra proposta proveniente dal Consiglio degli Studenti era quella di installare dei distributori di acqua nei vari edifici del campus. Inoltre, è stata installata una stazione di ricarica elettrica per veicoli a Penta di fronte le residenze. Sono tante le iniziative che si potrebbero proporre, ovviamente quella primaria è la sensibilizzazione agli studenti su questa tematica.
Durante questo periodo di emergenza, dove tutte le attività sono state spostate a distanza, il tema del digital divide è ritornato in auge. Chiederete di ripristinare il servizio di Kit connettività per gli studenti che non hanno fatto in tempo ad ottenerli? Oltre al Kit di connettività previsto dall’Ateneo, secondo voi quale manovre sarebbe necessario attuare?
Sicuramente chiederemo il ripristino del servizio di kit connettività. Questa, come quella del prestito dei PC per gli studenti, sono entrambe proposte dalla coalizione Studenti Unisa che abbiamo individuato nei limiti delle nostre possibilità in accordo con l’ateneo. Rispetto ai Kit di connettività sicuramente provvederemo a presentare una richiesta per un’ulteriore distribuzione per coloro che non sono riusciti ad effettuare in tempo la domanda. Rispetto ad altre idee e misure, noi vorremmo cercare di arginare queste difficoltà tornando in presenza. Ovviamente sempre dando la possibilità agli studenti che vogliono o devono sostenere gli esami e seguire i corsi da casa di poterlo farlo. Un’eventualità tutt’altro che impossibile, considerando anche che in altre università italiane le sessione d’esami si sono già tenute in presenza con i dovuti scaglionamenti e precauzioni, quello che manca è un piano ben strutturato.
Chiedete di aumentare il numero di libri disponibili per il prestito e di provvedere alla digitalizzazione dei testi. Da questo punto di vista, quanto l’Unisa è indietro rispetto ad altre università che hanno consentito lo studio all’interno delle loro sedi durante i mesi scorsi? In che modo, inoltre, secondo voi, sarà possibile ritornare per studiare negli edifici delle biblioteche? Si dovrà pensare anche lì ad un sistema di prenotazione posti?
Un sistema di prenotazione posti non è un’idea che scartiamo. Siamo convinti del fatto che l’università di Salerno sia indietro rispetto a questo punto perché attualmente gli studenti tesisti non possono prendere in prestito i libri necessari per poter svolgere un lavoro di tesi. Il limite fissato a due/tre testi è stato superato già da altri atenei e puntiamo ad aumentarlo anche in quello salernitano. Inoltre, se ci fosse stata un’effettiva e corretta digitalizzazione delle risorse delle nostre biblioteche in questo periodo ne avremmo tratto sicuramente giovamento. Per quanto riguardo la riapertura delle biblioteche, bisogna dire che le altre università lo hanno concesso perché magari queste sono presenti in edifici e spazi separati tra di loro dove è possibile effettuare un effettivo congenentimento delle persone che possano accedervi. Il campus di Fisciano è diverso perché una volta entrato nel campus, lo studente può andare dove vuole. C’è bisogno di un piano ben organizzato e strutturato, però questo punto segue immediatamente quello relativo al sostenimento degli esami in presenza in quanto a priorità. Sono convinta che con un sistema di prenotazione dei posti o comunque di scaglionamento e distanziamento sarebbe possibile usufruire degli spazi di ateneo. Sicuramente essendo un campus è più difficile da gestire, ma vi sono diversi e numerosi spazi che si possono adibire ad aule studio.
La Redazione