21 Marzo 2021
Nei giorni di 23, 24 e 25 marzo 2021, la classe studentesca sarà chiamata a prendere parte alle elezioni per il rinnovo della rappresentanza degli studenti negli Organi Collegiali dell’Università degli Studi di Salerno per il prossimo biennio. Per dare modo alle associazioni candidate di esprimersi, l’associazione Asinu ha chiesto loro di indicare un/a candidato/a, indipendentemente dall’organo di preferenza. Il rappresentante per l’Associazione Studi Diplomatici è Francesco Stea, candidato al Consiglio degli Studenti del DISPC.
“Associazione Studi Diplomatici” è una nuova realtà all’interno dell’ateneo salernitano. Da dove nasce l’esigenza di dare vita ad una nuova associazione?
Io vengo da questo corso di laurea che appunto si chiama “Studi diplomatici internazionali sulla sicurezza globale” che è nato due anni fa, quindi io sono uno fra i primissimi iscritti. Ovviamente mancava un contesto associativo lì in quanto è nata col mio anno e quindi non era presente una realtà, anche perché con la creazione di studi diplomatici è nato un dipartimento nuovo, il DISPS – dipartimento di studi politici e sociali – con sociologia. Quindi sociologia si è distaccata da quello che era il dipartimento POLICOM ovvero Scienze Politiche, Comunicazione e Sociologia. Per cui mancando un contesto associativo, con altre persone all’interno di quello che è ad oggi il direttivo dell’associazione, abbiamo creato questa nuova realtà, per dare un po’ un supporto sia agli altri ragazzi ma anche per non rinunciare a questa esperienza che ci sembrava bella andando a vedere quelle che erano le altre realtà nelle altre facoltà. E quindi è nato un po’ questo progetto che ad oggi conta più o meno 140-150 iscritti alla nostra facoltà e quest’anno abbiamo iniziato anche a dare il supporto a quello che è il nuovo primo anno. Attualmente siamo un primo e un secondo anno, non c’è ancora un terzo anno.
Quali sono secondo voi le difficoltà relative alla didattica emerse durante quest’anno? In che modo intendete affrontarle in Consiglio degli Studenti?
Possiamo dire sicuramente che, essendo un corso di laurea nuovo, abbiamo un rapporto stretto se non privilegiato con i nostri professori in quanto i numeri sono ancora esigui e quindi c’è una possibilità di parlare, di confronto con i professori non indifferente e diversa dagli altri corsi di laurea, per cui noi giornalmente per qualsiasi difficoltà che emerge – dal minimo problema al problema più grande di qualsiasi esame – siamo sempre riusciti a trovare una soluzione per il rapporto che abbiamo anche con il nostro Presidente del corso di laurea che è il Professore Francesco Amoretti. Quindi la maggior parte dei problemi noi riusciamo sempre a risolverla con questo contatto diretto che abbiamo. Poi stiamo pensando a dei progetti, ad implementazione dell’help teaching, dei progetti per ampliare la scelta di lingue a disposizione per gli esami linguistici che abbiamo per il nostro corso. Quindi sicuramente porteremo avanti delle proposte. Per quanto riguarda le problematiche te l’ho detto: il rapporto che abbiamo con la classe docenti ci permette di risolvere le problematiche in via molto rapida e preferenziale.
Però quest’anno è stato un po’ più difficile.
Sì, sicuramente. Noi prima facevamo due ore di lezione e proprio con il rapporto che abbiamo con i professori siamo riusciti a far sì che le lezioni si riducessero a un’ora e mezza. Quindi già questo è stato un piccolo vantaggio. Ovviamente abbiamo cercato in qualche modo di mediare, essendo il nostro corso piccolo, per fare in modo che anche i ragazzi del secondo anno potessero avere un po’ di didattica in presenza, però ovviamente poi ci sono state le politiche di ateneo che hanno permesso solo ai ragazzi del primo anno di presenziare per cui non c’è stato molto da fare da quel punto di vista. Però, sì, nonostante la dad, anche il piano di studi di ogni esame è rimasto identico, riusciamo ad avere una didattica di buon livello e da quel punto di vista non ne abbiamo perso. è chiaro ovviamente con i professori il rapporto cambia, sicuramente il primo anno ha avuto un po’ più di difficoltà logistiche che comunque siamo riusciti nella maggior parte dei casi a risolvere.
Che opinione avete sulla possibilità di conservare una didattica mista?
Assolutamente favorevoli. Io credo che questa sia comunque la nuova frontiera dell’insegnamento e diciamo che sono convinto che non solo a Fisciano ma comunque in tutti gli atenei d’Italia si manterrà in quanto risulta essere comunque un vantaggio per le classi “svantaggiate” pensiamo agli studenti lavoratori o comunque agli studenti fuoricorso. Sicuramente la possibilità di frequentare da casa dà una possibilità maggiore anche di poter sostenere gli esami anche col fatto che esistono le registrazioni per quanto riguarda le lezioni. Quindi sia come singolo che come associazione sono assolutamente favorevole alla didattica mista.
Che cosa intendete fare in Consiglio per superare il problema, in relazione ai trasporti, della mobilità da e per l’Ateneo?
Credo che questa sia una problematica che si affronta più per quanto riguarda il Consiglio degli Studenti rispetto ad un Consiglio Didattico come funzionalità dell’organo. È ovvio che sicuramente bisognerà ripensare un po’ a quella che è tutta la circolazione nell’implementazione di nuove corse perché comunque recarsi a Fisciano rappresentava il problema evidente della mancanza di corse in alcuni tratti. Dipenderà molto anche da quando si tornerà in presenza e comunque i rapporti che ci saranno con le varie aziende di trasporto. Ad oggi la vedo come una problematica lontana perché penso che questa sia una situazione che durerà ancora a lungo, però sicuramente bisogna ripensare la mobilità da e verso il Campus.
Il Garante dei Diritti degli studenti è una figura che manca in ateneo da anni, avete intenzione di proporre l’istituzione di questo ruolo? Se sì, quale tipo di figura immaginate? Una commissione formata da studenti e docenti o una semplice delega del Rettore ad una persona di sua fiducia?
Sicuramente è una prospettiva interessante da portare avanti. È certo che ogni organo, a partire dal consigliere didattico fino ad arrivare al senatore accademico, devono farsi promotori di quelli che sono i diritti degli studenti. Una figura specifica che curi con maggiore attenzione questi aspetti è sicuramente fondamentale e necessaria per l’ateneo. Pensiamo anche alle problematiche che stanno nascendo in relazione ad “Unisa premia il merito”, in casi come questi una figura di raccordo tra la parte amministrativa universitaria e la classe studentesca è indispensabile anche per una maggiore comunicazione tra le parti. Per quanto riguarda il mio corso, essendo ancora un settore poco sviluppato nel senso proprio come numero di iscritti, posso affermare che il rapporto, che si è creato tra alunni e docenti e quello negli organi didattici che si andranno a comporre, si baserà sul portare avanti la garanzia dei diritti degli studenti con efficienza. Questo perché nei professori è presente la volontà di accrescere il prestigio del corso di laurea e anche da parte nostra, in quanto associazione, quella implementare sempre delle novità, anche in prospettiva del terzo anno e per la questione dei tirocini. Un altro tema su cui interverremo riguarderà il sostenimento degli esami e le situazioni in cui si trovano le classe più svantaggiate come studenti-lavoratori o con famiglia a carico. Porteremo avanti battaglie sociali e di diritti anche all’interno degli organi che già esistono all’università.
Per la tematica relativa alla sostenibilità ambientale dell’Università quanto ancora c’è da fare secondo voi? Come andrebbe ridotto l’uso della plastica?
Io credo che l’Università di Salerno, da questo punto di vista, sia a buon punto. La formazione “a campo” della nostra università già permette di avere una sensibilità ambientale maggiore rispetto ad altri atenei, sia italiani che campani. Da studente di Scienze delle relazioni internazionali, ovviamente ritengo che la battaglia per i diritti all’ambiente vada portata avanti, e potranno sicuramente nascere progetti interessanti sia in termini di coalizione, sia di rapporto con i docenti riguardo questo tema. Sarà un qualcosa da pensare per il ritorno in presenza, a distanza è molto difficile portare avanti dei progetti che riguardino la salvaguardia ambientale. Anche rendere il dipartimento plastic free è un nostro obiettivo, è un tema fondamentale che porterò avanti come consigliere degli studenti, credo sia una battaglia indispensabile. Simbolica sicuramente, perché l’abbattimento dell’uso della plastica all’interno di un’università non può risolvere del tutto un problema di impatto ambientale, ma ha sicuramente un valore simbolico per quanto riguarda la società civile. Penso sia importante riuscire a dimostrare che un ambiente accademico e di cultura, possa fare a meno di un materiale che abbiamo compreso essere dannoso per l’ambiente.
Per quanto riguarda la didattica come interpretate la situazione relativa alla gestione degli appelli e degli esami all’interno del vostro dipartimento? Cosa intendete fare da questo punto di vista?
Fortunatamente per il nostro corso di laurea è previsto un appello ad aprile. Molte associazioni propongono l’appello ad aprile o lo portano avanti come una conquista raggiunta, noi abbiamo la fortuna di averlo e di aver mantenuto sin da subito un appello a novembre, per cui abbiamo sicuramente un vantaggio da questo punto di vista. Io penso che l’implementazione degli appelli sia una tematica da affrontare, perché soprattutto in questo momento storico, avere ad esempio un appello in più a marzo, non costringerebbe gli studenti che non sono riusciti a sostenere un esame a far slittare i propri programmi verso la sessione estiva nonostante la data di aprile. Per cui secondo me è da ripensare anche la progettualità degli appelli. Tengo comunque a precisare che con l’attenzione dei nostri docenti, abbiamo modo di proseguire un percorso avvantaggiato rispetto ad altri corsi di studio.
Quanto è importante per il vostro corso di studi l’esperienza Erasmus e cosa intendete fare al riguardo?
Abbiamo un Erasmus abbastanza sviluppato. L’attenzione che pone la professoressa Attolino, responsabile Erasmus del nostro corso, è sicuramente importante. Molti ragazzi del primo anno stanno aderendo al progetto. Sicuramente è necessaria un’implementazione per quanto riguarda le mete, il corso di Sociologia, ad esempio, ne ha di più rispetto a Studi Diplomatici. Altro punto importante è quello dell’accettazione degli esami svolti all’estero, deve esserci un lavoro di collante tra l’università e le istituzioni estere con cui c’è una partnership per far sì che gli esami eseguiti all’estero vengano poi riconosciuti in Italia. Il nostro è un corso nuovo e riscontra delle difficoltà da questo punto di vista, molti esami non sono compatibili con quelli da noi affrontati, lavoreremo assolutamente per trovare una soluzione e per ampliare la scelta delle università all’estero.
La Redazione