20 Marzo 2021
Nei giorni di 23, 24 e 25 marzo 2021, la classe studentesca sarà chiamata a prendere parte alle elezioni per il rinnovo della rappresentanza degli studenti negli Organi Collegiali dell’Università degli Studi di Salerno per il prossimo biennio. Tra questi si voterà anche per il Senato Accademico. Abbiamo incontrato il candidato, per la Zona Umanistica della coalizione Avanti Unisa e membro dell’associazione ASM (Associazione Scienze Motorie) – Unisa iscritto al corso di laurea in Scienze Motorie, Michele De Rosa per affrontare i temi presenti nel programma elettorale.
Chiedete la ridistribuzione delle fasce economiche per venire incontro alle esigenze degli studenti. In che modo intendete cambiare questa ridistribuzione? In che modo vorreste intervenire sulla retribuzione fiscale degli studenti? Con un innalzamento della No Tax Area o un incremento delle borse di studio?
Si tratta di un punto cardine del nostro programma a cui teniamo tantissimo. Io credo che l’innalzamento del No Tax area debba comprendere tutti quegli studenti con un ISEE pari o inferiore ai 30.000 euro. Il nostro obiettivo è questo. La No Tax Area va incrementata il più possibile, in modo da renderla una misura efficiente e incisiva per la comunità studentesca del nostro Ateneo.
Qual è la vostra opinione sulla politica di “Unisa premia il merito” portata avanti dall’Università degli studi di Salerno? Quale significato attribuite al termine “meritevole”?
Credo che la misura “Unisa premia il merito” istituita dalla nostra università sia importantissima. Ascoltando gli studenti in questo preciso momento storico, ma anche in anni addietro, l’iniziativa ha significato molto per le loro famiglie. Chi non poteva usufruire della borsa di studio ha usufruito di Unisa premia il merito, che con il conseguimento di tutti gli esami durante l’anno accademico, ovviamente presentando l’ISEE, hanno avuto la restituzione di tutte le tasse universitarie. Gli studenti la richiedono e ne traggono beneficio, e le loro istanze vanno portate avanti.
Il Garante dei Diritti degli Studenti è una figura che manca in ateneo da anni. Avete intenzione di proporre l’istituzione di questo ruolo? Se sì, quale tipo di figura immaginate? Una commissione formata da studenti e docenti o una semplice delega del Rettore ad una persona di sua fiducia?
Sono assolutamente favorevole all’istituzione di questa figura, anzi, istituirei un garante apposito anche per la tutela dei diritti degli studenti con disabilità. Mi batto e mi batterò per questa tematica, è fondamentale che la nostra università diventi più inclusiva per tutte le persone con disabilità a livello didattico, ma anche rispetto all’eliminazione delle barriere architettoniche. Le iniziative da proporre all’interno dell’Ateneo sono moltissime, e l’affluenza di studenti con disabilità all’interno del campus, con DSA -disturbi specifici dell’apprendimento- e BES -bisogni educativi speciali- è tanta. Un garante che sia specifico per questa tematica potrebbe essere molto importante, anche per sensibilizzare tutti quegli studenti che purtroppo non sanno di avere colleghi con disabilità in questo Ateneo. Combatto per queste istanze sul mio territorio e all’università ancor di più. Quindi sì, sono assolutamente favorevole all’istituzione di un Garante dei diritti degli studenti, ma istituirei una figura specifica per tutelare gli studenti con disabilità.
Quanto credi che l’Università degli studi di Salerno sia accessibile per le persone con disabilità? C’è ancora lavoro da fare? È riuscita ad abbattere in maniera cospicua le barriere architettoniche?
Credo che questa università sia molto accessibile, anzi, è uno dei pochi atenei a dare un accesso facilitato alle persone con disabilità per quanto riguarda ad esempio l’accesso allo studio o agli impianti sportivi, che offrono tantissimi corsi per gli studenti con disabilità. Da questo punto di vista siamo molto avvantaggiati. Ovviamente bisogna potenziare e migliorare ancora di più questi interventi, perché aiutano a crescere e a sensibilizzare tutta la comunità studentesca dando agli studenti con disabilità più forza e voglia di vivere l’Ateneo. Per quanto riguarda le barriere architettoniche, è già stato fatto un ottimo lavoro per abolirle, ci si può spostare con fluidità all’interno del campus. Ovviamente si può ancora migliorare e rafforzare questo intento, c’è bisogno di un lavoro di squadra per quanto riguarda il tema della disabilità, un lavoro che non abbia alcun colore associazionistico o orientamento politico. La questione disabilità dovrebbe essere al centro del dibattito universitario come tutte le altre tematiche.
Per la categoria degli studenti fuorisede, in questi mesi sono emerse diverse difficoltà: non sempre le agevolazioni hanno consentito di recuperare le spese per gli affitti e tuttora manca per loro la possibilità prendere parte alle elezioni nazionali (dovendo far rientro nei propri comuni) e sempre tuttora manca una assistenza sanitaria nella città in cui studiano. Su questi punti qui, cosa proverete a fare?
Abbiamo già raggiunto in realtà un grandissimo risultato per i fuori sede: il rimborso dei canoni di locazione. È un’istanza che ho portato avanti io da studente insieme a tante altre associazioni, membri, istituzioni, riuscendo ad arrivare al governo e ad ottenere un grandissimo riscontro, non è semplice ottenere un’agevolazione del genere. Siamo orgogliosi di questa vittoria, tutti gli studenti che faranno domanda, se in possesso di un contratto di locazione registrato e un ISEE pari o inferiore a 15.000, riceveranno il rimborso del canone.
L’Unione Europea si è espressa sulle attività di tirocinio svolte dagli studenti chiedendo che vengano retribuite. L’Unisa intende recepire tale normativa e in che modo vigilerete che questo sia fatto? Qual è la vostra posizione a riguardo?
Sono assolutamente favorevole alla norma istituita dall’Unione Europea, che facilita l’ingresso nella realtà lavorativa. Io in primis punto all’attivazione, per tutti i corsi di laurea, di tirocini formativi pratici, anche presso comuni, istituti di ricerca e altri enti pubblici, in modo da semplificare l’accesso al mondo del lavoro e dare un taglio proprio pratico al percorso formativo. La mia visione, da candidato al Senato Accademico, è quella di avvicinare il più possibile gli studenti, in base anche alla facoltà che frequentano, all’universo lavorativo, tramite anche ovviamente il tirocinio, e superare quei deficit relativi alle attività di tirocinio presenti non solo nel nostro Ateneo, ma in generale in tutto il sistema universitario.
I trasporti sono da sempre il tallone d’Achille del diritto allo studio di questo Ateneo, esacerbato poi dall’emergenza sanitaria. Cosa intendete fare per rendere accessibile il campus da questo punto di vista? Ritenete corrette le misure pensate dall’Ateneo (e vagliate attraverso le opinioni degli studenti tramite un questionario) per la mobilità?
Il tema dei trasporti non riguarda soltanto questo momento storico, ma caratterizza il dibattito universitario da diversi anni. È necessario istituire seriamente un tavolo tecnico tra università, regione, enti preposti ai trasporti. Purtroppo in questo periodo la tematica è stata messa in secondo piano, preoccupandoci in primis della didattica e della salute degli studenti. Andremo a toccarla di nuovo sicuramente a partire dal prossimo anno, poiché attualmente i trasporti sono limitati, sappiamo di non avere corse sufficienti per gli studenti, zone come le aree vesuviane sono state completamente trascurate. Bisogna capire quindi come gestire la capienza di un autobus, quante persone possono entrarvi all’interno, e se un mezzo che prima riusciva a contenere un tot di studenti dovrà essere riempito dalla metà di quel numero, il deficit sarà ancora maggiore. Le corse vanno incrementate, ovviamente facendo noi istanza tramite l’università e gli enti preposti per la regione.
Quale dovrebbe essere secondo voi il ruolo della rappresentanza all’interno dell’università? In che modo secondo voi dovrebbe evolversi il rapporto tra rappresentanti e comunità studentesca?
Nel mio caso, mi candido per la prima volta al Senato Accademico dopo quattro anni a servizio degli studenti per la mia facoltà e nel mio dipartimento. Sono stato presente dal primo giorno di accoglienza all’università con l’associazione e le altre associazioni a me collegate, instaurare un rapporto umano con gli studenti è necessario. Nel redigere il programma, ho ascoltato le loro voci, non l’ho redatto da singolo, ma ho ascoltato studenti di varie facoltà, e loro hanno esposto le varie criticità rispetto alla didattica, al rapporto con i docenti, con i relatori per la tesi, le loro idee sul diritto allo studio, c’è proprio bisogno di un dialogo interno e diretto con loro. I rappresentanti devono avere passione, e soprattutto investire del tempo, non ascoltare le loro istanze, soprattutto in questo momento storico, diventa un problema. Da questo punto di vista richiederò anche un rafforzamento del centro psicologico.
Secondo voi, quanto è importante il potenziamento della fruizione del servizio del Centro Counseling dell’Ateneo?
In questo periodo è davvero fondamentale, gli studenti vanno aiutati e sostenuti dal punto di vista psicologico e anche su altre tematiche relative ad alcune difficoltà. Darei ad esempio un’attenzione particolare al tema della violenza di genere, i dati ci forniscono uno sguardo sulla condizione delle donne, soprattutto all’interno delle loro case, molto critico, fatto di violenze, molestie e maltrattamenti quotidiani. Per questo credo che sia un dovere per i rappresentanti degli studenti pretendere miglioramenti e ampliamenti per lo sportello psicologico, dando ad esempio la possibilità di svolgere gli incontri online, perché in questo momento può essere molto più utile a studenti e studentesse.
Hai parlato dell’importanza del sostegno a chi subisce violenza di genere. Per quanto riguarda invece la parità e le questione di genere, credi che l’Ateneo abbia svolto un buon lavoro per affrontare queste tematiche? La rappresentanza dovrebbe fare di più?
Rispetto a parità di genere e questioni di genere credo che l’Ateneo si sia comportato molto bene. Da rappresentante, credo in un un’università sempre più inclusiva.
Chiederete di conservare la didattica a distanza quando si potrà tornare in presenza? E quindi di conservare una didattica mista anche per il futuro?
Non sono molto propenso a conservare ad oltranza la Dad, spero in un rientro totale quanto prima rispetto alla didattica in presenza. Un aspetto che però conserverei e proporrei è la fruibilità delle registrazioni delle lezioni finché non si ripristina la modalità in presenza, ma anche in un post pandemia, rendendole disponibili per un massimo di 48 ore. La fruibilità delle lezioni aiuterebbe tutti quegli studenti che, per problemi di domicilio, disabilità, impegni lavorativi non possono recarsi al campus. Sono di norma però sempre favorevole ad un lavoro per il ripristino della didattica in presenza, che la Dad non potrà mai sostituire. Bisogna quindi rafforzare la didattica a distanza, ma in parte. La presenza è per me la base fondante per costruire una buona didattica, e non deve assolutamente passare in secondo piano.
Durante questo periodo di emergenza, dove tutte le attività sono state spostate a distanza, il tema del digital divide è ritornato in auge. Chiederete di ripristinare il servizio di kit connettività per gli studenti che non hanno fatto in tempo ad ottenerli? Oltre al kit di connettività previsto dall’Ateneo, secondo voi quale manovre sarebbe necessario attuare?
Il nostro Ateneo, e il Rettore in primis, ha reagito molto prontamente da questo punto di vista. Siamo stati tra gli unici in Italia ad attuare una misura del genere, con un kit connettività consegnato fino a casa, credo sia un qualcosa di veramente eccezionale e unico. Ringrazio il Rettore e l’amministrazione per il grandissimo lavoro svolto e per la tempestività, soprattutto in questo periodo storico. Conosciamo bene le difficoltà sorte per la distribuzione del kit, che prima andava ritirato all’università e poi, con l’arrivo della zona rossa, il meccanismo è cambiato a favore della consegna a domicilio. Si può sicuramente ampliare ancora questa risorsa, se gli studenti ne fanno richiesta, vuol dire che c’è un bisogno a cui rispondere.
Quanto l’Unisa è indietro rispetto ad altre università che hanno consentito lo studio all’interno delle loro sedi durante i mesi scorsi? In che modo, inoltre, secondo voi, sarà possibile ritornare per studiare negli edifici delle biblioteche? Si dovrà pensare anche lì ad un sistema di prenotazione posti?
In questo periodo purtroppo bisogna evitare il ritorno all’università, e non è un parere personale o della governance d’Ateneo, ma una decisione presa dal governo con l’istituzione della zona rossa. Se dovessimo passare in zona gialla o bianca, in quel caso andrà sicuramente attuato un piano per un ritorno graduale e per una riappropriazione dei nostri spazi. L’università aveva già iniziato a farlo permettendo agli studenti del primo anno, sia triennali che magistrali, di ripopolare il campus. Credo davvero che l’Università di Salerno sia stata eccezionale, non lasciando nessuno indietro, e sono fiducioso quindi per il dialogo instaurato quotidianamente con tutte le associazioni studentesche.
Ad oggi le aule sono quasi sempre occupate dalle lezioni e gli eventi che le stesse associazioni organizzano di volta in volta devono sempre incastrarsi con gli orari delle lezioni. Un campus così grande, che aspira ad tipo di vivibilità più aperta, non dovrebbe avere degli spazi esclusivamente adibiti alle attività culturali? Il discorso si collega anche alla stessa presenza delle associazioni in ateneo. Non sono poche le associazioni che in ateneo posseggono una sede, se confrontate con quelle che non ce l’hanno?
Il nostro campus è immenso, si potranno sicuramente chiedere spazi in più per le attività culturali, ma non dimentichiamoci di tutte le aule dell’Ateneo già predisposte a questa funzione: abbiamo un’aula magna da utilizzare per eventi importanti, l’ex centro stampa, l’aula delle lauree, tutte strutture adibite e utilizzate per questo. Non credo ci sia un deficit, le aule ci sono, basta richiedere anticipatamente la disponibilità al dipartimento e sicuramente ci sarà spazio in qualsiasi aula del campus per ospitare gli eventi delle associazioni. Per quanto riguarda il fattore sedi sì, sono molto poche, ma ciò dipende dal regolamento d’Ateneo. Al termine delle elezioni e nell’ottica di una riapertura dell’università, si può sicuramente aprire un dialogo con la governance per questa tematica.
Per la tematica relativa alla sostenibilità ambientale dell’Università quanto ancora c’è da fare secondo voi? Come andrebbe ridotto ad esempio l’uso della plastica?
Purtroppo l’università è partita con un progetto di sostenibilità importantissimo, è stata una delle prime in Italia a mettere in atto iniziative del genere, ma il momento storico che stiamo vivendo non ci è stato permesso di assistere a questo progetto grandioso. Bisogna dare fiducia al Rettore, all’Ateneo, alle persone che lavorano negli organi e anche ai rappresentanti che andranno a svolgere il loro lavoro in quegli organi. Sarà necessario creare un tavolo tecnico e continuare a costruire nell’ottica della sostenibilità, perché è la sostenibilità è il futuro, e da qui ai prossimi anni saremo protagonisti di questo cambiamento.
La Redazione