29 Gennaio 2023
Premessa: questo mio componimento, mi è stato provocato dalla foto messa in evidenza, era da un po’ che non scrivevo ma è bastata una foto.
Eros
Eros mi ha lanciato una saetta saettante al petto, luce nel buio, rumore nel silenzio. Ha squarciato il mio petto, come il cielo. Questo mio petto mi arde d’amore, ustiona chi lo tocca. Una scarica d’amore per farmi tornare a vivere, urlando disperato il verbo dell’amore.
Vorrei spegnere l’ardente petto, ma non riesco più a liberarmene, sono un adepto di Eros. Brucia, brucia il mio petto come una selva di pioppi, calore nell’inverno.
Eros saettante, scaglia una saetta ancora e appicca l’incendio a chi si trova dinnanzi a me, arde anche lei. I nostri petti ardono d’eros, i nostri desideri sono sempre più desideri d’eros.
Desiderio carnale, invade l’anima pura e casta di lei, incendia la mia anima pudica. Insieme consumiamo l’amore ardente di Eros, godendo insieme nella notte più buia e silenziosa rotta soltanto dalle nostre urla d’amore e da Eros che su di noi banchetta, gioisce scagliando tuoni. Urla per amore anche lui.
Svanito il tormentato desiderio d’amore, tormentati ci addormentiamo mentre Eros, immortale, veglia su di noi. Stanchi e provati dal desiderio d’amore che ci ha annichiliti, senza forze dormiamo.
Una notte tormentata, una tempesta estenuante che mi ha turbato e lasciato senza parole, pensieri e forze. Soltanto lacrime, scorrono sul mio volto per la gioia di Eros.
Ci troviamo in mare aperto, in una tempesta. Dentro il mio stomaco non ci sono mai state farfalle, ma soltanto un marinaio che fa di tutto per contrastare la forza del procelloso mare che costantemente lo spinge contro gli scogli e lotta, scioccamente e invano contro Eros che tutto può, tiranno delle nostre azioni e delle nostre anime.
Non ho più le redini della mia anima, in libertà corre sui prati dell’amore, non riesco a governare la mia carrozza perché anche nei miei cavalli si espande il desiderio di Eros, mi conducono galoppando non so dove, guidati da Eros. Ho paura ma anche molta attrazione per questo mio nuovo amore, nulla mai provato prima.
Ma anche il nocchiero delle nostre anime vinto da Eros, anche lui gode del nostro amore. Il nocchiero, in poppa alla nave colpito dal vento di Eros che sferza il suo corpo come sferza le nostre anime, desiderio stupendo e indicibile. Non abbiamo riparo dall’amore.
Una bufera che ci porta per molto tempo su e giù nel mare dell’amore, senza mai farci affogare mentre dormiamo. Sebbene se solo volesse, Eros sarebbe capace di far affondare il nostro amore immediatamente, così come l’ha creato e fatto vivere così lo potrebbe far affogare per un eccesso di forza.
Giunge l’alba è noi trasportati dalla corrente, siamo giunti a riva ancora addormentati. Ridestati da quella sera ci giurammo amore eterno, Eros immortale suggella il patto scatenando un’altra tempesta e noi godemmo felici.
Eros ci ha donato per poco tempo la dolce immortalità, per poco tempo la nostra clessidra si è fermata, ma poco dopo anche la dolce immortalità finì almeno per ora e insieme sperammo che le Parche si attardano, nel tessere la nostra trama. Il nostro non è un amore che si soglie alle prime luci dell’alba, non è né un amore clandestino né un amore immorale. Il nostro amore è di quelli immortali, non noi… ma il nostro amore.
Poesia edita a cura di Davide Della Guardia