9 Luglio 2020
Un tonfo, una bestemmia, le mazzate della madre ed è subito tragedia. Durante la sessione estiva 2020 dell’Università degli Studi di Salerno, si è consumata, nella cameretta di uno studente Unisa una vicenda davvero drammatica.
Il candidato (per motivi di privacy non sveleremo l’identità e il corso di laurea dello studente) era pronto a svolgere l’esame e ad accaparrarsi un soddisfacente 30L da esibire nel suo libretto online, ma l’eccesso di zelo e la paranoia dei docenti lo hanno portato alla follia. Dopo una lunga nottata a cercare di trovare un modo pratico per dimostrare al docente di non ricorrere a nessuno stratagemma per superare la prova (genitori in camera, murales, appunti sulle gambe, ologrammi, cimici FBI, bacchette di Harry Potter etc) ha deciso di affidarsi alla fantasia escogitando un espediente geniale: svolgere l’esame facendo il trapezista. Alle 10:30 è riuscito ad appendere dalla maniglia della porta a quella del balcone un filo di nylon per camminarci sopra ed affrontare l’evento, a detta sua, in tutta sicurezza.
“Durante la pandemia tutti scrivevano “andrà tutto stretto” ed io non volevo cedere alle grinfie del lievito madre. Poi ho letto le linee guida proposte dall’Università e alcune storie su spotted di alcuni miei colleghi e ho compreso la serietà della situazione. Dovevo trovare il modo, ma purtroppo è andata a finire male”. Le linee guide dell’Università rispetto alla questione esami online si sono rivelate infatti restrittive: era necessario adoperarsi affinché la camera fosse vuota, scoprire le orecchie per dimostrare di non avere auricolari, far sì che la telecamera riprendesse l’ambiente a 360 gradi, di per sé difficile se non si è a disposizione di un computer.
Ma la vera e propria sfiducia è stata dimostrata proprio dal corpo docenti, poco incline all’essere malleabili in una situazione di disagio. “Fosse così non mi dispiacerebbe, a quanto pare dovrò fare un esame o in piedi o seduta su di un tavolo, per dare alla professoressa la certezza che non ci sia nessuno a suggerirmi o che non stia leggendo”.
“L’evoluzione sarà l’esame a testa in giù con i piedi in aria per essere sicuri che nessuno abbia appunti sulle gambe.” Ad una storia postata dall’account Spotted Unisa (a cui ormai gli studenti affidano tutto il loro disagio sociale) in cui si ritraeva una studentessa intenta a svolgere l’esame a computer con dietro un gigantesco orsacchiotto, alcuni followers rispondono descrivendo le loro possibili portentose gesta per provare ai docenti di turno di non usufruire di alcun mezzo oltre al computer per sostenere la prova d’esame online.
A quel punto lo studente si è sentito in dovere di mettere in campo tutte le doti acquisite durante il lockdown: “ho praticato il digiuno intermittente per essere più leggero possibile, ero sicuro che il filo di nylon potesse reggermi. Ho visto tutti i video di Bruce Lee, seguito tutte le lezioni online su Ondance di Roberto Bolle, Mi sono anche appeso alle maniglie della credenza in alto, in cucina, per simulare l’esercizio con cui Yuri Keki ha vinto le olimpiadi. Io davvero non capisco, com’è possibile che sia caduto?”.
L’incidente si è rivelato rovinoso per il povero ragazzo, che si è ritrovato con il femore rotto e qualche dente mancante. La madre, dopo aver sentito il fragoroso boato, è accorsa in aiuto del figlio, ma imbestialita per il tappeto rovinato ha esordito urlando: “e mo acchiapp pur o riest”.
Il paliatone è avvenuto in diretta mycrosoft team. I professori si giustificano: “non pensavamo di provocare una tale reazione. L’esame non è superato. Ci è sembrato di vedere degli appunti sulla cucchiarella della madre”.
Maria Vittoria Santoro
Articolo tratto dal bollettino informativo PROVA DA SFORZO