19 Gennaio 2020
“I love cellulite” è un libro divertente, ironico, esilarante ma allo stesso tempo molto motivante scritto dall’autrice Martina Semenzato che affronta, con un particolare senso dell’umorismo, il tabù della cellulite.
La cellulite divenne una questione di genere nel 1933 quando venne definita “problema femminile” in un numero della rivista francese Votre Beautè: da allora non ha mai smesso di essere presente su tutte le riviste femminili che propongono rimedi, trattamenti e intrugli vari. Nonostante colpisca l’80% delle donne, la pubblicità ritiene che la cellulite sia una malattia pericolosa e ciò porta le donne a fossilizzarsi maggiormente sul proprio corpo, cercando di raggiungere la perfezione: naturalmente spesso questo porta alla nascita di malattie psicologiche, E non dimentichiamo, inoltre, quanto feriscono i commenti ironici sull’aspetto fisico: sono più taglienti di lame affilate. La cellulite è una cosa normale ma l’industria cosmetica guadagna nel farci creder il contrario: certo, si può alleviare con creme e trattamenti ma non si deve sperare che queste facciano miracoli. Per questo entrano in gioco l’auto-ironia e l’accettazione: la vera sfida non è combattere la cellulite, ma tenersela! Sostanzialmente esiste solo un unico grande rimedio contro la cellulite: Photoshop.
“La testa, viene prima del culo” dichiara la protagonista, la quale è una donna che le ha provate tutte: creme, massaggi, terapie termali, tisane, fanghi, diete, radiofrequenza, pressoterapia, liposuzione (informando il lettore anche sull’aspetto economico), per poi arrivare alla consapevolezza che la cellulite si era radicata più nella sua testa che non sul suo fondoschiena. Le ha provate tutte finché non ha compreso che non doveva più giudicare e giudicarsi ma semplicemente osservare, senza giudizio. Ha notato che ogni persona è differente, che i modelli di bellezza a cui ambiva la facevano solo sentire peggio. Ha semplicemente deciso di non pensarci più e di ritrovare la sua autostima. Dopo aver lottato per una vita contro quello che credeva fosse il nemico, alla fine si è resa conto di essere lei l’unica nemica di sé stessa. Se si vuole cambiare bisogna partire dall’idea di cambiare prospettiva perché, come lei dice: “non arriverai mai a conquistare quel magnifico culo di marmo scolpito da Michelangelo in persona che tanto desideri, ma ti assicuro che otterrai molto di più.” Ed è vero: quando inizi ad accettarti, a capire che avevi trasformato un piccolissimo difetto in una vera e propria malattia è lì che comincia il miglioramento.
Volersi bene, essere sé stesse, stare bene non è mai impossibile. Bisogna solo guardarsi dentro, e non allo specchio con lo sguardo triste di chi ha appena visto un mostro. Non è mai troppo tardi per cominciare a guardarsi con occhi diversi, capire i propri limiti e superarli.
Michela Monaco