I verbali del Consiglio degli Studenti: unica fonte attendibile

I verbali del Consiglio degli Studenti: unica fonte attendibile

4 Luglio 2024

In seguito all’insediamento del 25 giugno, il Consiglio degli Studenti è entrato ufficialmente in funzione. Prima ancora della riunione ordinaria che prevede la composizione delle Commissioni (che avrà luogo prossimamente), l’organo è stato convocato in data 3 luglio per esprimere parere (che è stato favorevole) sul lavoro svolto dalla Commissione Tasse dell’Università degli Studi di Salerno. 

Poche ore dopo, una parte politica del Consiglio degli Studenti ha sui social pubblicato un post in cui si chiedeva (e otteneva) la convocazione straordinaria del Consiglio degli Studenti per il 5 luglio (alle 15:00, in aula Nicola Cilento) dando come motivazione la non approvazione seduta stante del verbale della riunione, e un altro in cui veniva presentato il resoconto della seduta.

Un resoconto è, per definizione, “una relazione in genere particolareggiata”, quindi una descrizione dettagliata di quanto accaduto. Il post pubblicato non lo è. Al suo interno è, infatti, possibile leggere soltanto ciò che i rappresentanti interni a quella parte politica hanno detto durante la seduta. Non c’è alcun riferimento agli altri interventi e alle risposte che in seduta sono state fornite ai suddetti rappresentanti.

Assistiamo, quindi, all’ennesima informazione parziaria e di parte fatta dalla rappresentanza in merito al lavoro del Consiglio degli Studenti. Più volte ci siamo esposti su questo e continuiamo a ribadire che per garantire una conoscenza precisa del lavoro delle singole strutture associative è necessario disporre dei verbali delle sedute.

I verbali, come più volte specificato, fanno menzione dell’intero dibattito tra le parti ed essendo approvati dall’organo stesso costituiscono una fonte certa e attendibile di quanto avvenuto al suo interno. Ciò non vale per un post pubblicato sui social, in cui si resta liberi di scrivere ciò che si vuole.

La rappresentanza è chiaramente libera di fare qualsivoglia narrazione del proprio lavoro (ndr: può fare propaganda) ma resta esattamente ciò che è: un’informazione fatta da chi ha interesse nel dire ciò che dice per un determinato scopo. I verbali sono estranei a questa logica.

Per consentire, quindi, una conoscenza precisa e imparziale dell’operato del Consiglio degli Studenti sono necessari i verbali.

Il resoconto di una parte politica provocherà soltanto la risposta dell’altra parte politica sui social, dando da fuori l’immagine di una rappresentanza che preferisce discutere animatamente sui social anziché lavorare collettivamente nell’organo, usando faziosamente parte del dibattito a proprio piacimento anziché far leva sulla necessità di consentire agli studenti di usufruire di un diritto negato per tanto tempo, ossia la lettura dei verbali.

Quanti e quali rappresentanti sono intervenuti durante la seduta del 3 luglio? Cos’hanno detto? Cos’è stato risposto ai rappresentanti che (secondo il post) sono intervenuti durante la seduta? Perché il verbale non è stato approvato seduta stante? Era necessaria una convocazione straordinaria? In che modo l’assenza del verbale dovrebbe impedire il lavoro in Commissione Tasse? Queste sono soltanto alcune delle domande legittime che si potrebbero fare. Mentre sui singoli lavori le associazioni sono titolate ad esprimersi come preferiscono e a far presente qualsivoglia loro contributo, se si tratta del Consiglio degli Studenti, e quindi di un organo collegiale dove sono chiamati a collaborare 30 studenti provenienti da tutto l’Ateneo, allora le risposte non possono che provenire dall’unica fonte ufficiale in materia: i verbali.

In questo senso, il dovere della rappresentanza dovrebbe essere quello di consentire l’accesso ai verbali da parte degli studenti rispettando i tempi e i passaggi tecnici obbligatori per la relativa pubblicazione. È solo ed esclusivamente in questo modo che si può garantire una conoscenza reale dei contenuti dell’organo senza ricorrere a strumentalizzazioni per favorire la propria parte. Resta un diritto degli studenti, e un dovere (ancora mancato) della rappresentanza.