27 Novembre 2013
Io sono ciò che possiedo.
Io sono l’epicentro dei vostri incubi,
la sete di potere, la frustrazione, racchiusa nei vostri sogni.
Io sono come voi e voi siete parte di me.
Arrivo al fine, lasciando alla curiosità della stampa,
alla vostra rabbia, il merito delle questioni:
la mia buonuscita milionaria mentre lascio
la solita azienda pubblica in bancarotta.
La tangente per l’appalto da sbloccare agli amici degli amici,
Il frutto della mia evasione in qualche paradiso fiscale.
L’etica dov’è?
L’ho debellata scegliendo il denaro,
arrivando al fine, lasciando alla storia,
ai posteri: il merito delle conseguenze.
Ho affossato l’etica come a L’Aquila,
un cumulo di macerie, tra le risate degli avvoltoi
che dovevano ricostruire.
Ho avvelenato l’etica così in cielo come in terra:
come l’Ilva a Taranto così con i rifiuti a Caserta e dintorni.
Partecipo agli eventi mondani:
tra smoking, lacchè,
neve sui tavoli dei privè più ambiti, con le puttane
del palinsesto televisivo.
Io mi nutro dell’indifferenza di chi gira la testa altrove,
di chi lascia agl’altri la scelta delle proprie decisioni,
di chi è educato ad apparire per emergere.
Lascio ora il tempo per indignarvi.
Da domani, però, sarà tutto come prima:
perché io sono ciò che possiedo.
Io sono l’epicentro dei vostri incubi,
la sete di potere, la frustrazione, racchiusa nei vostri sogni.
Io sono come voi e voi siete parte di me.
Gian Luca Sapere