23 Dicembre 2018
Siamo abituati a passare il Natale in famiglia con le persone più care, nel caldo del nostro focolare, magari avvolti nella carta da regalo e travolti da valanghe di libri. Ma c’è chi, tra i tanti buoni propositi e le svariate leccornie, decide in questo periodo di guardare al di fuori della propria confort zone e avvicinarsi agli esclusi, spesso osteggiati e mai come ora bisognosi del minimo necessario per la sopravvivenza.
Alla necessità di ripararsi dal freddo cercano di porre rimedio, tra tante difficoltà, associazioni come La Fondazione Arca Onlus di Milano o la Croce Rossa nella forma dei vari piccoli comitati come quello Busto Arsizio. Nella maggior parte dei casi sono proprio i volontari, cittadini comuni, a fare la differenza specialmente grazie alla donazione di vestiti, medicinali e con il contatto e l’umana comprensione che non dovrebbero mai mancare in questo periodo dell’anno. Ma a gestire le mense, organizzare pranzi di Natale e raccogliere vestiti in Italia spiccano per numero gli enti benefici cattolici, in particolare le chiese. Come la Caritas Diocesana di Salerno Campagna Acerno che, tramite lo slogan “Mai Soli!” ha lanciato l’iniziativa del pranzo di Natale organizzato presso il Centro Diurno in via Bastioni, 4. Il giorno di Natale, il 25 dicembre, chiunque vorrà potrà perché è soprattutto nei giorni di festa che nessuno dovrebbe restare da solo. Oppure la Caritas di Genova che, durante l’emergenza freddo, anche nei giorni festivi rimane aperta per offrire un pasto caldo e un letto dove trovare un po’ di conforto a chi non può permetterselo.
I centri d’accoglienza sembrano, invece, non preoccuparsi molto dei giorni natalizi, tranne a Treviso, dove il parroco di Santa Lucia, Don Paolo Cester, dopo la chiusura, da parte dello Stato, del centro d’accoglienza situato nella cittadina ha deciso di organizzare un pranzo di Natale per gli immigrati senza casa. A Favara, provincia di Agrigento, la comunità “Il filo di Arianna”, il 22 dicembre si è tenuto un sabato pomeriggio dedicato all’accoglienza e all’integrazione con un pranzo natalizio dedicato ai 15 minori ospiti della struttura.
Per quanto riguarda gli anziani, malati o disabili rimasti soli, la Privata Assistenza, la prima rete nazionale di assistenza domiciliare con strutture in tutta Italia offre i suoi servizi, disponibili 24 ore su 24, anche durante Natale e Capodanno. Convivere con la solitudine è una battaglia durante tutto l’anno, ma nel periodo natalizio, quando dovrebbe sentirsi ancora di più il calore familiare, pesa decisamente di più.
Poi ci sono le grandi associazioni come la Projects Abroad per chi decide invece di lasciarsi l’Italia alle spalle, aprendosi al modo di vivere il Natale di svariate famiglie in diverse parti del mondo. Tuttavia sono le donazioni ad andare per la maggiore, si possono trovare i volontari di Medici senza frontiere o anche quelli di Mani Tese nei negozi ad aiutare a preparare i pacchetti per i regali in cambio di piccole cifre come diverse Fondazioni che raccolgono soldi utilizzando internet.
Purtroppo lo spirito natalizio non investe chi reagisce a tragedie, come quella che ha recentemente colpito 26 donne migranti morte prima di sbarcare a Salerno, con odio e disprezzo ingiustificati. Può sembrare comodo per la coscienza rifugiarsi nelle donazioni tuttavia sarebbe più opportuno donare anche solo un sorriso per cercare di combattere, almeno un poco, la disumanità che dilaga il resto dell’anno.
Letizia Pizzarelli
Annaclaudia D’Errico