1 Maggio 2019
1 maggio 2019, festa dei lavoratori (o una qualsiasi domenica di questo anno accademico)
Festa dei lavoratori, ma anche delle lavoratrici e soprattutto delle addette alle pulizie dell’Università degli studi di Salerno, che dal 2016 conducono una guerriglia aspra con la governance dell’Ateneo. Nonostante nessuno le veda scioperare, non sono sparite, la loro vertenza non si è disintegrata nel nulla, eppure dopo tre lunghi anni di Odissea, un ritorno a casa degno di un qualsiasi racconto epico non sono ancora riuscite a concederselo. L’agognato approdo lo identificano con uno stipendio adeguato, diritti riacquistati e un accordo di pace dopo una lunga battaglia, ma la loro situazione peggiora ancora. Più che festa dei lavoratori, in questo pomeriggio uggioso si manifesta per le addette una sorta di “malinconia da domenica sera”: domani si ritorna alla quotidianità, al lavoro, lì dove la giornata scorre tra una lunga serie di ingiustizie, e l’idea del riposo si dilegua lasciando spazio soltanto ad una pungente delusione. Prima che questa si trasformi in tiepida rassegnazione, compiamo un salto temporale in una realtà che, spesso, la comunità universitaria non considera agganciata al proprio macrocosmo di studente.
2 maggio 2019 (o un qualsiasi lunedì di questo anno accademico)
Le addette alle pulizie tornano a lavoro, e corrono, volano, ognuna di loro è costretta a coprire, in completa solitudine, un intero piano in pochissimo tempo. Attraversano interi dipartimenti con l’obbligo di lucidarli da cima a fondo. Non ricevendo un’adeguata fornitura di prodotti per l’igiene, sono costrette ad annacquare i detergenti per eseguire dignitosamente le proprie mansioni. Tutto questo in sole 2/3 ore. La fondazione universitaria e la Gioma Facility Management, azienda incaricata della gestione delle addette, non prevedono l’aumento delle ore di lavoro per le lavoratrici già assunte. La paga oraria è, ormai da 3 anni, rimasta invariata: 5,91€ per svolgere tutti i giorni un’immane fatica. Lo stipendio, a seconda dei contratti stabiliti con l’azienda, spesso non supera i 400€ mensili. Per sbarcare il lunario ed ottenere un lievissimo aumento di salario, tentano ogni giorno di racimolare ore di straordinario, coprendo zone destinate a dipendenti assenti. Si affidano per questo ad una “banca ore”, che trasforma automaticamente gli straordinari in “ore di recupero”. Di conseguenza la paga oraria resta la stessa e la retribuzione mensile aumenta di poche decine di euro. Nessuno scatto stipendiale, il massimo ottenuto per gli anni di servizio è un bonus che ammonta a 60/79€ relativo al contratto stipulato. Qualcuna di loro confessa di aver lavorato con la febbre a 39, poiché il compenso, nel caso in cui subentri lo stato di malattia, si dimezza. Per un’addetta alle pulizie Unisa, incappare in un infortunio si trasforma in un enorme danno economico. A nulla sono serviti gli incontri con la consigliera delle pari opportunità della regione Campania, ne le udienze presso il tribunale di Nocera, rinviate ormai da tempo al prossimo anno accademico e spesate interamente da un gruppo di addette alle pulizie da sempre intenzionate a non subire passivamente i soprusi dei propri datori di lavoro. Chi prova a scambiare una parola tra bagni, aule e corridoi da ripulire, riceve sommessamente sempre la stessa risposta: “non ci siamo arrese, ma se non ci ascoltano a cosa serve la nostra lotta?”.
Maria Vittoria Santoro