Insediamento del Consiglio degli Studenti: chi lo sa?

Insediamento del Consiglio degli Studenti: chi lo sa?

25 Giugno 2024

Oggi, alle 11:00, in aula Pecoraro, si terrà l’insediamento del Consiglio degli Studenti. Chi lo sa? Nessuno. Soltanto i rappresentanti eletti e le relative associazioni studentesche.

Nonostante il tema della trasparenza e della comunicazione verso gli studenti sia tornato in auge in Università e sia stato toccato in modo diverso dalla maggior parte delle realtà associative, assistiamo all’ennesima occasione mancata di coinvolgere gli studenti in un momento istituzionale rilevante per la rappresentanza perché conferisce, di fatto, a quest’ultima il potere di iniziare ad occuparsi delle istanze studentesche. È questo il significato di insediamento: entrare nel pieno delle proprie funzioni.

La seduta di insediamento è di solito gestita da una delegazione del Rettore (la stessa convocazione della seduta di insediamento è a carico del Rettore) che coadiuva l’assemblea per il corretto esercizio di voto. Durante quest’incontro si elegge l’Ufficio di Presidenza formato dal Presidente, il Vice Presidente e il Segretario. Il voto è spesso preceduto da un intervento dei candidati alla carica che si presentano e motivano la propria scelta a candidarsi. È anche il momento in cui si assiste al posizionamento delle singole realtà associative all’interno del Consiglio, andando a costruire la divisione tra maggioranza/minoranza, di cui si potrebbe fare a meno, ma che la distanza tra le due principali coalizioni rende inevitabile.

Il tutto avverrà nell’aula Pecoraro dell’edificio C1, a pochissima distanza dalle aule quotidianamente frequentate dagli studenti, e senza questi ultimi. Nessun post pubblico al riguardo è stato fatto né sui social né sul sito d’Ateneo.

Quindi, ancora una volta, si crea uno scarto tra l’accesso alle informazioni di cui dispone un rappresentante e quello di cui dispone uno studente che non ha agganci all’interno della rappresentanza. Persino noi, che abbiamo scritto dell’assenza di verbali e delle indizioni di riunione sul sito d’Ateneo, che trattiamo questioni universitarie, che abbiamo seguito le elezioni con interviste sui punti programmatici, non abbiamo accesso a questo tipo di informazione e, cosa altrettanto grave, non ne veniamo a conoscenza per mezzo di nessuna associazione studentesca ad eccezione dell’unica a cui afferisce la rappresentante eletta all’interno dell’organo che ci ha scritto privatamente a qualche ora dalla riunione.

Nonostante i proclama, i punti programmatici, e le risposte alle nostre interviste di reale interesse a rendere la classe studentesca partecipe di tutto ciò che accade all’interno degli organi, stamattina si svolge l’ennesimo momento istituzionale a cui prendono parte solo la rappresentanza e i più attivi all’interno delle associazioni.

È sbagliato pensare, a priori, che gli studenti non siano interessati a questo momento. Non spetta alla rappresentanza scegliere quale informazione fornire o non fornire alla classe studentesca. La trasparenza o è totale, quotidiana, afferente a tutto, oppure è solo opacità. Tra l’altro, non si può testare l’interesse della classe studentesca se non si mettono mai gli studenti nelle condizioni di potersi interessare al lavoro del Consiglio, e questo lo si fa soltanto con una comunicazione costante e non limitata al mero raggiungimento di un obiettivo.

Ciò che gli studenti oggi leggeranno a riguardo saranno i soliti post di congratulazioni per l’elezione dell’Ufficio di Presidenza, scoprendo in quel momento chi è stato scelto a guida del Consiglio degli Studenti. La partecipazione degli stessi sarà soltanto passiva: like, lettura veloce al post e nient’altro.

Dirlo prima, con lo stesso entusiasmo con cui si dicono tante altre cose, avrebbe potuto mettere nelle condizioni uno studente di raggiungere l’aula anche soltanto per curiosità e assistere a un momento istituzionale, di passaggio, della rappresentanza.

L’università è fatta anche di questo: momenti formali che servono a creare negli studenti una certa cultura istituzionale, da valorizzare insieme alle tantissime altre esperienze formative che si fanno in Università. Aiuterebbe anche a creare un certo senso di consapevolezza negli studenti dell’effettivo svolgimento delle attività di rappresentanza, dei relativi ruoli, delle tematiche.

Tutto questo renderebbe la classe studentesca più formata, più preparata, più consapevole, più libera e più in grado di sottrarsi ai meccanismi di ricatto del voto troppo spesso denunciati in vista delle elezioni studentesche.

Le istanze studentesche non sono soltanto relative all’ottenimento di un beneficio economico o di una diversa organizzazione del semestre. Sono fatte di tutto quello che attiene alla propria quotidianità universitaria e all’incessante desiderio di essere visti e considerati come partecipi a tutti gli ambienti e a tutti i momenti di condivisione in Ateneo. Per non essere soltanto numeri utili ad eleggere la nuova rappresentanza.