22 Marzo 2019
L’Italia ha litigato con Greta Thunberg. Le ambizioni della ragazza “massmediatica”(così l’ha definita l’opinionista di professione Giampiero Mughini durante un mattinée) sembrano non andare d’accordo con alcune “personalità di spicco” del paese. Rita Pavone twitta il suo terrore nei confronti della “bimba con le treccine”, Maria Giovanna Maglie vuole metterla sotto con la macchina, Vittorio Feltri la definisce una “stupidina”. Sui social persevera intanto una stacanovista caccia alla magagna. “Mangia nel contenitore di plastica”, “quello è di sicuro un hamburger”. Intanto le piazze, la scorsa settimana, contenevano invasioni di manifestanti per il #FridaysForFuture e di giornalisti con l’intento di stanare tutti gli studenti ignoranti in materia ambiente presenti al #FridaysForFoture. Un esame di stato in anticipo, una marea di interrogazioni abusive da corteo. Alla lavagna giunge allora volontario Danilo Toninelli, il nostro Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, che inneggia all’importanza dell’auto elettrica, ma dichiara di aver acquistato di recente, insieme alla moglie, un moderno SUV a DIESEL altamente inquinante. L’ennesima gaffe zittisce anche la redazione di Lercio, a causa sua indaffarata dal primo giugno 2018. Gli autori pubblicano un articolo dal titolo: “Toninelli”, consapevoli di non essere più in grado di competere con l’originale. Frattanto il governo giallo-verde, ma non molto “green”, subisce pressioni da Bruxelles.
La Commissione Europea ha infatti deferito due settimane fa il nostro paese alla Corte di Giustizia per aver ripetutamente violato i limiti annuali e orari di NO2 (biossido di azoto, prodotto prevalentemente dal traffico veicolare) nell’aria cittadina. Ma non finisce qui: ieri, 21, marzo, l’Italia è stata condannate dalla stessa Corte per il mancato adeguamento di ben 44 discariche alle disposizioni previste da una direttiva emessa dalla Corte nel 1999 con scadenza il 19\10\2015. Lo scopo della stessa, era quello di “prevenire o ridurre per quanto possibile gli effetti negativi per l’ambiente e la salute umana dell’interramento di rifiuti introducendo severi requisiti tecnici”. Il governo, soltanto nel novembre scorso, ha dichiarato di essersi occupato soltanto di 13 discariche su 44. Parallelamente le acque italiane dimostrano di essere il deposito di rifiuti e plastiche preferito dai cittadini. Lo scorso febbraio il progetto biennale Indicit (Indicator Impact Turtle) finanziato dalla Ce aveva analizzato la sanità dei nostri mari partendo dalla salute di 1.316 esemplari di tartarughe Caretta caretta. Di questi, il 58,2% aveva residui di oggetti di plastica usa e getta nell’apparato digerente e nelle feci. Pochi giorni fa, a Crotone, un esemplare di questa specie giunge senza vita sulla costa per le medesime questioni.
Due settimane in balia del fenomeno Greta, due settimane di risveglio giovanile, due settimane alla mercé di giornalisti e soldati del web che spegnerebbero qualsiasi barlume (consapevole e non) di “spirto gurrier”. Di contro, due mesi di sollecitazioni e condanne per un paese che, di problemi ambientali, non riesce in nessun modo ad occuparsi.
Maria Vittoria Santoro