12 Aprile 2019
Negli ultimi tempi si è discusso sempre di più della pericolosità della plastica, la quale risulta essere molto dannosa sia per la salute dell’uomo che per l’ambiente, in particolare per la sopravvivenza di mari e oceani. Secondo gli esperti, infatti, gli oggetti realizzati con la plastica rappresentano oggi il 70% dei rifiuti presenti negli oceani: i pesci si nutrono di queste plastiche tossiche che poi finiscono nella catena alimentare e, inevitabilmente, sulle nostre tavole. Per cercare di risolvere questa situazione di emergenza, l’Europa ha proposto una nuova legge che, a partire dal 2021, vieterà la vendita di prodotti monouso realizzati in plastica, come posate, piatti e bicchieri. Nello stesso tempo, oltre ai divieti e alle leggi che limitano la diffusione della plastica, l’Unione Europea sta invitando gli stati membri a pianificare delle politiche per promuovere lo sviluppo di imprese innovative impegnate nella produzione e la diffusione di bioplastiche. Una di queste è la plastica che deriva dalla canapa, la quale ha tutte le carte in regola per sostituire la plastica tradizionale e per mettere fine all’uso di sostanze chimiche estremamente dannose sia per l’ambiente che per l’uomo.
A livello industriale sono già stati realizzati in plastica di canapa alcuni pezzi per auto come specchietti retrovisori e poggiatesta. Inoltre, questa tipologia di plastica può essere utilizzata in tanti altri ambiti come quello dell’elettronica, dell’abbigliamento, dei tessuti e accessori, dell’edilizia, dell’arredamento e decorazione e perfino nella produzione di giocattoli e di occhiali.
Il primo in assoluto ad accorgersi del grande potenziale di questa “materia prima” fu Henry Ford, il quale, nel 1937, costruì un’automobile realizzata quasi esclusivamente con del materiale plastico ottenuto dai semi di canapa e di altre piante quali soia, grano e lino: la Ford Hemp Body Car. Tutt’oggi, alcune importanti case automobilistiche come Mercedes, Chrysler, BMW, Volkswagen, Audi e la stessa Ford stanno introducendo la plastica di canapa nei loro nuovi modelli in quanto questo materiale risulta essere molto resistente agli urti e allo stesso tempo risulta estremamente leggero, inoltre consente all’auto di consumare meno carburante rispetto alle automobili tradizionali.
La plastica di canapa è composta circa per il 70% da cellulosa: essa viene estratta dalla pianta ed usata per produrre diversi tipi di plastiche tra cui cellophane, rayon e celluloide. Una volta trasformata in plastica, la canapa continua ad essere benefica per la terra: questi prodotti sono estremamente biodegradabili e riescono a decomporsi nel giro di 6 mesi, invece una bottiglia di plastica tradizionale può impiegare fino a 450 anni per degradarsi del tutto. C’è anche da dire che, durante il processo di decomposizione, i prodotti di plastica tradizionale rilasciano nell’ambiente sostanze chimiche dannose, come il bisfenolo A (BPA) che è stato associato ad una serie di malattie cardiovascolari, cancro, diabete, difese immunitarie indebolite ed altre condizioni cliniche.
Dalla canapa si può, invece, creare una plastica assolutamente non tossica che ha qualità di gran lunga migliori e con il supporto di attivisti, industrie e persino politici potrebbe davvero fare la differenza. Inoltre, può essere coltivata quasi ovunque, con facilità e in tempi estremamente ridotti. Più facile di così?
Michela Monaco