9 Giugno 2018
*ATTENZIONE: QUESTO ARTICOLO CONTIENE SPOILER*
Quando si parla di serie tv viene spontaneo pensare a quelle americane, come se ci fosse un tasto che porta automaticamente il nostro cervello a collegare i due argomenti. Questa volta no, stavolta si parla di una serie tv spagnola che ha spopolato nel mondo: La Casa di Carta o, meglio dire, La Casa de Papel. È la serie tv non americana più vista, il che la porta ad essere motivo di orgoglio per la Spagna. Una serie che porta lo spettatore a riflettere sulla distinzione, per alcuni radicale, tra il bene ed il male.
Fin da piccoli ci viene insegnata la netta differenza tra il bene ed il male, sembra così facile distinguerli. Crediamo davvero che ci sia un muro spesso ed enorme che separa i due lati: uno pieno di luce, l’altro eternamente in ombra. Crescendo ci rendiamo conto, però, che quel muro tanto spesso non è, decresce sempre di più man mano che ci avviciniamo all’età adulta, diventando solo una linea sottile, a tratti sbiadita dal tempo. Tutto, o quasi, dipende dal punto di vista che si vuole usare per guardare quel tratto e dai toni grigi sui quali si vuole sostare. Raquel Murillo lo capirà durante questa serie, protagonista indiscussa della lotta tra il bene ed il male, lei è dalla parte del giusto, ispettrice incaricata del caso contro il sequestro con ostaggi alla Zecca di Stato. Lei ha un unico obiettivo: catturare colui che si fa chiamare “Il Professore”, pianificatore del sequestro e i suoi otto complici.
Man mano che la serie va avanti sia il piano del Professore che la forza di volontà di Raquel nel catturarlo vengono messi a dura prova da un sentimento che, anche in una serie thriller e drammatica, riesce a distinguersi: l’amore. Non una storia d’amore, ma diverse rischiano di mandare all’aria tutto, comprese le certezze che hanno sempre accompagnato Raquel Murillo durante la sua rispettabile carriera. Non è solo la voglia di arrivare alla fine di questo caso e di scoprire se i rapinatori riusciranno a sconfiggere la polizia che spinge lo spettatore verso la conclusione in modo quasi ossessivo, ma è anche la passione che travolge una coppia stravagante, una di quelle che non avresti mai pensato potesse formarsi: Raquel e il Professore. Una storia d’amore che è di base un conflitto, Raquel si innamora di un uomo che non sa essere il suo peggior nemico e, una volta scoperto, si sente presa in giro, illusa da un’idea di amore ormai lontana. Distante per lei, ma non per lui. Quest’ultimo cerca di parlarle, spingendola a credergli, ma l’ispettrice non può e non vuole farlo. Non è solo il senso del dovere che prevale in lei, ma anche la sete di vendetta di una donna tradita. Nonostante sia certa di non potergli credere e l’immensa rabbia che prova per quell’uomo di cui si è innamorata, Raquel non riesce a sparargli. Lui è lì, di fronte a lei, deve solo premere il grilletto così da mettere fine a tutto, ma non ci riesce. Una parte di lei cede, perché oramai non riesce ad immaginare la vita senza lui al suo fianco.
Il Professore, esperto pianificatore, riesce a liberarsi e, dopo alcuni episodi, la scena si ribalta: è lui che tiene prigioniera lei, letteralmente e non solo. Lei vuole liberarsi, almeno fisicamente, dalle sue catene, ma stavolta è lui che non può crederle, perché sa che Raquel potrebbe mandare all’aria l’intero piano se solo volesse. Il punto è che lei non vuole, perché dal momento in cui l’ha lasciato andare, ha scelto di stare dalla sua parte. Ha scelto l’amore. Da ricordare è un dubbio che espone Raquel al suo fedele amico, lo stesso dello spettatore: “Non so più chi sono i buoni e chi sono i cattivi.” Loro sono la dimostrazione che l’amore quando bussa alla tua porta riesce a spezzare ogni barriera, a far crollare ogni tua certezza e, banalmente, ti stravolge la vita rendendola unica. Non ci sono più regole, perché in nome di quel sentimento tanto cercato si è disposti a compiere pazzie che prima non avresti neanche lontanamente pensato di fare.
Probabilmente l’autore Álex Pina non si aspettava che la serie avesse un così enorme successo, tanto da non aver pianificato una seconda (per noi terza) stagione, ma il pubblico l’acclama nonostante non vi sia necessità. Nessun finale aperto, la serie con l’ultima puntata ha visto la sua conclusione, ogni cosa è andata al suo posto, almeno così credevano i produttori e il cast. Cosa c’è da aspettarsi nella prossima stagione nessuno lo sa e questo nutre disagio tra i tanti fan che la serie ha conquistato. Un disagio che nasce dalla preoccupazione, per alcuni vana, che una nuova stagione possa rovinare ciò che questa serie ha di bello. Il piano si è concluso, ognuno, o quasi, è tornato a vivere la sua vita, chi soddisfatto e chi no, nessun grosso mistero da risolvere. Una serie completa, intrigante e che ti rapisce dal primo episodio, sarebbe un vero peccato rischiare di rovinarla. Il dubbio che accompagnerà il numeroso pubblico di “La Casa de Papel” fino al 2019, anno di uscita della nuova serie, contempla due confini: quello della rovina e quello del successo. Su quale dei due si posizionerà? Non ci resta che aspettare.
Annaclaudia D’Errico