22 Novembre 2019
“Il cinema dalle gambe lunghe”. Lo slogan proposto dall’associazione “Cinema e Diritti”, fondatrice e coordinatrice del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, esprime immediatamente il chiaro intento di arrivare, attraverso una pellicola cinematografica, in quei luoghi emarginati dal dibattito sociale e politico, riportando l’attenzione dell’informazione pubblica su tematiche che da sempre circondano determinati sistemi. Non a caso, il titolo scelto per l’XI edizione della rassegna cinematografica è “Il clima che verrà – cause e conseguenze del cambiamento climatico globale”, con l’obiettivo di portare, dal 20 al 30 novembre 2019, una discussione articolata sulla fenomenologia e le conseguenze dell’emergenza climatica.
In questo contesto, si posiziona perfettamente l’incontro “l’Amazzonia brucia, l’America latina esplode” previsto per sabato 23 novembre, alle ore 18:00, presso lo Spazio Comunale Piazza Forcella in via della Vicaria Vecchia, in cui si dibatterà insieme alla ricercatrice dell’Università degli studi di Salerno Valentina Ripa e il regista Marco Bechis di emergenze ambientali e sociali in Latinoamerica. È infatti proprio di Bechis il film prescelto per l’evento. Attraverso la proiezione della pellicola cinematografica “la terra degli uomini rossi – birdwatchers” verrà veicolata una discussione sull’importanza della terra come vera e propria unica risorsa di una popolazione (gli indios Guarani Kaiowà) costretta ad adattarsi a condizioni improbabili a causa di povertà, schiavitù ed inarrestabile sfruttamento dell’ecosistema sotto gli occhi ed il silenzio del governo Brasiliano. I “birdwatchers” (osservatori di uccelli) sono i turisti ingannati dalla moglie di un fazendeiro, intenta ad attirare il loro interesse travestendo gli indios Guarani Kaiowà da una degradante caricatura di sé stessi, con archi, frecce, corpi dipinti, completamente privati della propria identità e ridotti all’intrattenimento di un pubblico che, a causa di una narrazione univoca ed erronea, non avrà mai modo di scontrarsi con una verità completamente diversa da quella descritta. La scelta di proiettare Bechis realmente “allunga le gambe” non solo verso una realtà lontana dal nostro quotidiano, ma anche verso la possibilità di riuscire a far emergere una narrazione differente, una storia nascosta di soprusi ed oppressione. A seguire l’esibizione del rapper napoletano Jovine chiuderà la sezione del festival dedicata ad eventi internazionali.
Come tutte le giornate della rassegna, anche “l’Amazzonia brucia, l’America latina esplode” sarà dedicata a Silvia Romano, la giovane cooperante italiana rapita in Kenya un anno fa, completamente inesistente anch’essa all’interno del dibattito politico italiano.
Maria Vittoria Santoro