15 Novembre 2019
Ci sono domande che l’uomo, nel corso della storia, non ha mai smesso di porsi. Antichi quesiti che ancora oggi continuano a suscitare l’interesse di studiosi: siamo l’unica forma di vita nell’universo? Cosa ci aspetta dopo la vita? Interrogativi profondi a cui tante branche del sapere hanno provato a rispondere. Ce n’è uno in particolare che ha avuto origine nell’Università di Salerno, all’interno del corso di laurea in Giurisprudenza. Studi empirici possono scientificamente dimostrare che generazioni e generazioni di studenti, per anni e anni, ad ogni appello, si sono ritrovati a chiedersi almeno una volta: “ma le date?”.
È accaduto anche oggi in occasione dell’ennesimo ritardo da parte degli uffici amministrativi nel rendere noti i giorni in cui si terranno gli esami. Secondo le normative interne, le comunicazioni (e le prenotazioni agli appelli) dovrebbero essere fruibili almeno un mese prima dell’inizio effettivo della sessione. Le associazioni studentesche hanno in questi giorni diffuso la nota del corso di laurea in cui si chiariva che gli esami si sarebbero tenuti tra il 13 e il 20 (in soli sei giorni) e che le date sarebbero state tutte comunicate entro venerdì 15 Novembre.
Eppure, al momento, compare ancora soltanto l’insegnamento di Diritto Penale Parte Speciale tra quelli consultabili per la sessione di dicembre.
La finestra temporale è stata ridefinita soltanto di recente, visto che il calendario pubblicato ad inizio anno accademico – che conteneva le finestre temporali di tutte le sessioni e degli insegnamenti fondamentali – indicava come periodo di sessione quello tra il 9 e 20 dicembre. Non sei giorni, bensì 10. Decisamente meglio. Giurisprudenza è un corso di laurea magistrale con 30 corsi di insegnamento base a cui si aggiungono quelli opzionali e i laboratori (ora cliniche legali). Concentrare tutto in una sola settimana significa incorrere in probabili sovraffollamenti di insegnamenti dello stesso anno o semestre.
Nulla di nuovo per gli studenti che frequentano il corso di laurea che hanno già avuto modo di verificare l’efficienza organizzativa del corso di laurea in occasione dell’appello di Aprile, quando la sessione (in violazione delle norme interne) è stata addirittura anticipata. Non solo, quindi, i docenti faticano a comunicare tempestivamente le date d’esame relative al loro insegnamenti ma anche il Consiglio didattico si ritrova spesso a ridelineare le finestre temporali indicate ad inizio anno accademico.
Si ripete quasi ogni anno. Per quasi ogni sessione. Le date tardano ad essere pubblicate. Il limite minimo di 30 giorni non viene mai rispettato. Per giorni e giorni gli studenti si interrogano sui gruppi, cercando di passarsi tra loro le informazioni che a volte riescono a recepire in modo ufficioso sulle possibili date, sollecitano i rappresentanti e attendono con impazienza. Finché poi, ovviamente in ritardo, non vengono finalmente rese note dagli uffici. Dopodiché cala il silenzio, finché non arriva la sessione successiva con le medesime difficoltà. Nonostante il disservizio sia da anni denunciato dalla classe studentesca, puntualmente continua a ripetersi.
Non c’è che dire: l’universo, in confronto a Giurisprudenza, appare molto più chiaro e semplice da capire.