10 Giugno 2022
Domenica 12 giugno dalle 07:00 alle 23:00 si potrà prendere parte alle votazioni di quello che è stato definito “referendum giustizia” avente ad oggetto cinque quesiti abrogativi proposti su cinque schede di colore diverso.
Scheda Rossa. Legge Severino. Si richiede l’eliminazione di tutta la legge (“volete voi che sia abrogato il decreto legislativo 31/12/2012 n. 235?). La norma di cui si richiede l’abrogazione prevede l’incandidabilità, l’ineleggibilità e la decadenza automatica dalla carica pubblica per coloro che sono stati condannati per reati gravi. Si prevede anche la sospensione automatica per 18 mesi per coloro che hanno subito una condanna non definitiva. Chi promuove il responso positivo di questo quesito lo fa in virtù della presunzione di innocenza: decadere in modo automatico dalle cariche pubbliche in assenza di un giudizio definitivo significa, tra le righe, dichiarare la persona già colpevole. Chi è per il sì, sostiene che in questo modo venga eliminato l’automatismo: si dà ai giudici la facoltà di decidere se, in caso di condanna, occorra applicare l’interdizione dai pubblici uffici. L’abrogazione, tuttavia, riguarda l’intera norma e questo comporterebbe la discrezionalità dei giudici ad applicare di volta in volta la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici. L’abrogazione della norma non incide soltanto sulla decadenza, ma anche sulla incandidabilità e sull’ineleggibilità nel caso di condanne. Eliminare la norma significa non far decadere chi ancora può dimostrare la propria innocenza, ma anche impedire di meno che chi ha commesso reati possa candidarsi e venire eletto per assolvere a funzioni pubbliche.
Scheda Arancione. Limitazione delle misure cautelari. Si richiede l’eliminazione della parte afferente al “pericolo di reiterazione del medesimo reato”. Le misure cautelari sono misure che privano della libertà personale coloro che sono sottoposti a processo penale, ma soltanto in specifici casi (reiterazione del reato, rischio di fuga e inquinamento delle prove). Eliminare il pericolo di reiterazione del reato tra i motivi che legittimano le misure cautelari significa limitare il potere di contrasto di attività criminali in corso e seriali.
Scheda Gialla. Separazione delle carriere dei magistrati. Si richiede l’abrogazione delle norme dell’ordinamento giudiziario che consentono il passaggio, per i magistrati, dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti (di indagine). L’abrogazione di questa norma comporterebbe per il magistrato la scelta unica ad inizio carriera: pubblico ministero con funzioni di accusa oppure giudice con funzioni giudicati. Ad oggi, tuttavia, il passaggio tra le due funzioni non è privo di limitazioni: lo si può fare soltanto quattro volte durante la propria carriera e non si può cambiare ruolo all’interno dello stesso distretto giudiziario. Lo scopo dell’abrogazione ha un valore più politico di quello che si pensi: al momento I magistrati, requirenti o giudicanti che siano, rientrano nel medesimo ordinamento. Una netta separazione tra le carriere rischia di spostare l’ufficio del PM e allontanarlo dal sistema giudiziario (chi è per il no, sostiene che la separazione per le carriere comporterebbe un concorso di accesso alla magistratura distinto per giudici e per pubblici ministeri e un doppio CSM). Sulla materia interviene la Riforma Cartabia che riduce ad uno soltanto il passaggio delle carriere.
Scheda Grigia. Valutazione dei magistrati. Si richiede attraverso l’abrogazione dei termini “esclusivamente” presenti nella norma di allargare la composizione di coloro che emettono giudizi di valutazione all’interno dei consigli giudiziari. Al momento ne fanno parte i magistrati, gli avvocati e professori universitari, ma solo i magistrati firmano i giudizi. In questo modo, invece, si darebbe la possibilità di sottoscrivere questi giudizi anche ad avvocati e professori universitari. Chi è per il sì, sostiene che in questo modo ci sarebbero giudizi più obiettivi, chi è per il no sostiene che non può essere obiettivo il giudizio di coloro che rappresentano la controparte. Su questo punto lavora il ddl di riforma Cartabia.
Scheda Verde. Firme per il Consiglio Superiore della Magistratura. L’organo si compone di 27 membri di cui 24 eletti. Al momento un magistrato che vuole essere eletto nell’organo deve raccogliere venticinque firme di altri magistrati. Il quesito è volto a chiedere l’eliminazione di questo passaggio, in modo da consentire una candidatura diretta all’organo. Lo scopo dell’abrogazione sarebbe quello di limitare il potere delle correnti, ma è difficile immaginare che tale potere si possa esplicare solo al momento della candidatura all’organo e che quindi questo basti ad eliminare il correntismo.