8 Novembre 2019
Le tematiche ambientali continuano sempre di più ad essere al centro dell’attenzione, anche grazie ad iniziative territoriali effettuate da vari gruppi di volontari. Tra questi, è presente l’organizzazione indipendente Greenpeace che, più di trent’anni fa, ha fondato un gruppo locale che agisce sulla città di Salerno e provincia. Li abbiamo incontrati per discutere delle condizioni, a livello delle varie forme di inquinamento, su cui versa la città e sull’attenzione da parte di quest’ultima per la salvaguardia dell’ambiente e del territorio.
Quanto è importante per voi, essendo un gruppo di volontari, essere attivi sul territorio?
La presenza attiva sul territorio è fondamentale. La principale mission di Greenpeace e dei Gruppi Locali è agire per ispirare, dunque informare e sensibilizzare le realtà locali. Per raggiungere lo scopo è assolutamente indispensabile essere radicati quanto più possibile nei territori.
Com’è nata l’idea di fondare un gruppo locale proprio a Salerno?
Greenpeace è nata a Salerno oltre trent’anni fa, poco dopo la nascita di Greenpeace Italia in seguito al disastro di Chernobyl. La nostra città, seppur piccolina, ha negli anni dovuto affrontare innumerevoli problematiche di natura ambientale, sia per quanto riguarda l’inquinamento locale, sia per l’inquinamento a mare e la pesca estensiva e distruttiva, sia come porto di sbarco di legname tagliato illegalmente e proveniente dalle foreste equatoriali africane.
A Salerno da qualche mese è nato il progetto “Voglio un mondo pulito” con cui avete anche collaborato. Quanta attenzione, secondo voi, pone la città alla raccolta differenziata e alla pulizia di strade e spiagge?
Progetto sicuramente molto interessante e coinvolgente, tanto per i volontari che per i cittadini. Le questioni legate ai rifiuti ed alla pulizia delle realtà a noi più vicine – a Salerno ovviamente le spiagge innanzitutto – da sempre catturano molto l’attenzione dei cittadini, ancor di più nell’ultimo periodo vista l’ormai insostenibile emergenza plastica. Ben vengano dunque attività del genere.
Nel dossier di LegAmbiente “Mal’Aria di Città”, Salerno rispetto alla diffusione annuale, registrate nel 2017, di polveri sottili pm10 riporta una media pari a 22,3. Rispetto ad Avellino, che riporta quasi il doppio, è un quantità minore, ma comunque tale da destare preoccupazione. Quali azioni potrebbero essere attuate per migliorare la qualità dell’aria a Salerno? Una maggiore fruizione del trasporto pubblico sarebbe d’aiuto?
Le soluzioni ai problemi dell’inquinamento dell’aria sono molte e già ben conosciute: il funzionamento del trasporto pubblico – possibilmente con mezzi elettrici – è sicuramente un punto fondamentale; favorire una mobilità sostenibile con la creazione di una rete di piste ciclabili capillare, riconoscibile e ben strutturata sui modelli di alcune città del Nord Europa, il controllo più rigoroso delle attività industriali. Il punto, più che il trovare soluzioni, ad oggi è metterle in pratica: le soluzioni sono ben note da tempo, ma continua a mancare una reale volontà politica di tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini.
Nel dossier di LegAmbiente “Buone e Cattive Acque”, viene menzionata la vicenda del fiume Sarno che da anni rappresenta fonte di inquinamento per l’acqua che scorre coprendo le province di Napoli e Salerno. Rispetto a ciò, quali azioni secondo voi potrebbero essere attuate per migliorarne la qualità?
Il fiume Sarno è una macchia nera per la Campania e per l’Italia tutta da molti anni, che richiederebbe sicuramente interventi ad hoc, non essendo certo possibile pensare di risolvere il problema con l’ordinaria amministrazione. Pulire non solo il fiume, ma tutte le cause dell’inquinamento dell’alveo è fondamentale: molte associazioni, comitati locali etc. si stanno adoperando con iniziative di volontariato e sensibilizzazione; come volontari di Greenpeace e prima di tutto come cittadini proveremo sempre a dare il nostro sostegno attivo a queste realtà, che necessitano di un concreto intervento delle amministrazioni comunali, regionale e nazionale.
Recentemente gli abitanti delle abitazioni vicine alle Fonderie Pisano sono state costrette ad allontanarsi. Qual è la vostra opinione riguardo al caso legato alle Fonderie Pisano? Come mai Salerno non riesce a risolvere questa problematica?
Sicuramente quello delle Fonderie Pisano è il caso di inquinamento ai danni degli abitanti forse più clamoroso della nostra città: ciò che fa scalpore è che tale problema è stato tollerato e continua ancora a protrarsi a scapito degli abitanti della zona in virtù della tutela di investimenti e lavoro che, per quanto importanti, non crediamo possano mai andare a scapito della salute e della vita delle persone. I motivi per cui una problematica simile non viene affrontata e risolta nel modo migliore sono sicuramente molti, come volontari e attivisti di Greenpeace ma prima di tutto come cittadini ciò che possiamo fare è continuare a impegnarci affinché tutte le forme di inquinamento possano essere definitivamente neutralizzate, tanto nelle realtà locali quanto in quelle nazionali e globali, per favorire un vero Green New Deal.
Una delle vostre ultime iniziative con lo slogan “Non mangiamoci il pianeta” vuole sensibilizzare le persone a concentrarsi di più sulla connessione tra cibo e ambiente. Com’è nata l’idea e come è stata accolta questa iniziativa?
L’industria del cibo e gli allevamenti intensivi sono, ad oggi, i maggiori responsabili del cambiamento climatico. Da studi e analisi svolte da Greenpeace International e Italia – tutte pubbliche sul sito – è nata l’esigenza di una campagna che affrontasse il problema, da un lato facendo pressione sul sistema di finanziamenti all’agricoltura per favorire interventi a favore delle attività sostenibili, dall’altro informando la cittadinanza per stimolare un consumo critico e consapevole: le reazioni, dobbiamo dire, da parte di chi si è fermato ai nostri banchetti sono state ottime.
Il lido di Paestum “Dum Dum Republic”, ha aderito al vostro manifesto “Plastica Zero”. È il primo locale che aderisce a questa iniziativa? Altri locali hanno mostrato interesse?
Sì, nella nostra Provincia è il primo che si è impegnato a rispettare tutti i parametri del nostro manifesto, cosa riconosciuta quindi da Greenpeace Italia. La transizione verso i locali plastic-free è molto lenta, nonostante la problematica sia ben nota. Con le nostre attività di pressione, vogliamo invitare sempre più attività commerciali a liberarsi dei prodotti di plastica monouso, dannosi per l’ambiente in cui viviamo.
Avete partecipato attivamente ai diversi scioperi globali per il clima. Avete notato un cambiamento negli atteggiamenti delle persone, una maggiore partecipazione nelle vostre iniziative rispetto agli anni scorsi?
La consapevolezza e la voglia di fare qualcosa sta sicuramente crescendo nel corso degli anni: il vero cambiamento lo si nota però in giovani, adolescenti e bambini, che mai come oggi pretendono di tutelare il proprio futuro e il futuro del nostro pianeta.
Secondo voi, ci sono altre tematiche ambientali su cui la città di Salerno dovrebbe porre maggiore attenzione?
Diciamo che, in generale, la città di Salerno dovrebbe porre attenzione sulle tematiche ambientali: la sensazione è spesso quella di trovarsi dinanzi ad una città “dormiente”, sicuramente consapevole di rischi e problematiche, ma forse non abbastanza dall’attivarsi concretamente e con continuità, o anche solo dall’assumere stili di vita più sostenibili. È quello che come GL vogliamo stimolare e che proviamo costantemente a fare con ogni nostra attività.
Quali sono i vostri progetti futuri? Avete in programma già qualche altra iniziativa?
Varie iniziative sono già in cantiere, soprattutto in collaborazione con altre associazioni ambientaliste. In particolare, anche quest’anno, nei primi di dicembre, organizzeremo eventi in occasione della “Make Something Week”, evento mondiale il cui scopo è quello di sensibilizzare riguardo gli impatti devastanti del consumo di massa attraverso laboratori, conferenze, swap parties etc. Per quanto riguarda Salerno, sarà una sorpresa, quindi…stay tuned.
Annaclaudia D’Errico