Servono form di segnalazione contro gli abusi di potere delle Commissioni d’esame

6 Marzo 2025

All’interno di quel che influisce sul benessere psicologico di chi studia, non può non essere preso in considerazione quello che accade in sede d’esame. Forse non capita a tuttɜ. Forse non capita in tutti i corsi di laurea. Forse non capita con la stessa frequenza di prima. Ma capita, ancora. E ancora costituisce una sorta di tema-tabù dell’università.

Tuttɜ conoscono episodi di evidente superamento di limiti ad opera di Commissioni d’esame che, anziché limitarsi ad esprimere un giudizio sulle conoscenze oggetto d’esame, si lasciano andare a commenti (se non urla) invadenti, inappropriati, offensivi, lesivi, che possono creare un vero e proprio disagio nellə studentə e innescare un senso di paura e di inadeguatezza verso uno specifico esame.

Nel corso del tempo, ci sono stati principalmente due interventi che hanno avuto lo scopo di limitare gli abusi e favorire lɜ studentɜ. Il primo riguarda l’introduzione del libretto universitario elettronico: prima, con quello cartaceo, le commissioni erano solite controllare gli esami sostenuti e i voti ottenuti dallə studentə. Questo ha spesso comportato, per le commissioni, la libertà di giudicare il percorso, offrire consigli non richiesti e anche di stabilire (o adeguare) il voto di quello specifico esame sulla base dei voti ottenuti agli altri esami. Con l’introduzione del libretto elettronico, questa possibilità da parte di chi esamina è del tutto venuta meno. Il secondo intervento riguarda l’abolizione del cosiddetto salto d’appello imposto allə studentə bocciatə: le commissioni esaminatrici erano solite impedire allə studentə bocciatə di risostenere l’esame presentandosi all’appello immediatamente successivo. Se, ad esempio, unə studentə fosse statə bocciatə all’appello di giugno, con l’imposizione del salto d’appello, allə studentə sarebbe stata negata la possibilità di sostenere l’esame nel mese immediatamente successivo (luglio) e quindi di risostenere l’esame soltanto a partire dal mese di settembre. La pratica è, già da qualche anno, vietata.

Nonostante questi accorgimenti, nulla ancora impedisce alle Commissioni d’esame di astenersi dall’offendere o dal fornire commenti non richiesti allə studentə che stanno esaminando. Resta, infatti, immutata la condizione di impunibilità delle Commissioni che confondono il proprio ruolo con la possibilità di giudicare e mortificare chiunque si trovino davanti.

Episodi del genere non andrebbero mai sottovalutati perché possono inficiare il rendimento dellə studentə e il suo modo di affrontare l’ambiente universitario, finendo per sviluppare condizioni negative come il sentirsi inadeguatə, non all’altezza e stigmatizzatə, impedendo allə studentə di affrontare eventuali carenze didattiche in modo salutare e senza che un’esperienza negativa possa trasformarsi in un giudizio alla propria identità.

Ecco perché serve un form di segnalazione per far presente (in anonimo) i disagi riscontrati durante le sedute d’esame. Alla classe studentesca deve essere data l’opportunità di valutare il proprio esame, allo stesso modo in cui esprime pareri sull’erogazione dei singoli corsi attraverso i questionari reperibili sulla propria area utente. In assenza di un form anonimo da compilare, lə studentə che ritiene di essere statə maltrattatə dovrebbe informare la rappresentanza che agirebbe (forse! perchè non è detto che lo faccia) per conto di quello specificə studentə, creando una situazione che potrebbe essere vissuta con tensione dallə studentə. Un questionario in anonimo, invece, consentirebbe di raccogliere dati specifici su una determinata Commissione d’esame e di intervenire, laddove fosse necessario, in seno al Consiglio Didattico.

È evidente che ciò che accade in sede d’esame incida sulla sostenibilità stessa del percorso di studio e, per questo motivo, nell’ambito del benessere studentesco, non può essere un elemento marginale e trascurato.

Facebook
Twitter
WhatsApp