8 Marzo 2019
Il benessere planetario è a rischio. La consapevolezza dell’ambiente come bene comune da tutelare è molto recente (risale all’incirca a cinque anni fa) e purtroppo il tema viene ancora accantonato perché l’attenzione è maggiormente rivolta all’economia. Inoltre l’esaurimento delle risorse viene visto come un problema molto distante, sia dalla vita quotidiana che nel tempo.
Tuttavia non c’è bisogno di volgere lo sguardo verso un futuro lontano. Cambiamenti come quelli climatici stanno portando a gravi crisi umanitarie, il surriscaldamento globale influisce sulle risorse alimentari e i ghiacciai si sciolgono aggravandone gli effetti. Le conseguenti catastrofi naturali come le inondazioni nelle isole del Pacifico spingono molte famiglie a trasferirsi, costrette ad allontanarsi dalle loro case perché non hanno scelta. Per non parlare dell’inquinamento i cui effetti sono concreti e visibili, non solo per la moltitudine di ricchezza di specie ormai perduta, ma anche per la salute dell’uomo. In Cina l’aria è irrespirabile, il rischio di tumori è alto e ormai si teme ogni giorno per la propria salute e quella dei figli. Nel Mediterraneo circa seicentomila tonnellate di greggio, ogni anno, stanno determinando danni a tutti i livelli della rete alimentare marina. Secondo il nuovo rapporto di Greenpeace molti impianti nucleari europei non sono ancora sicuri e mettono a rischio anche i paesi confinanti come l’Italia. In particolare sono sotto accusa le due centrali vicine in Svizzera e Slovenia.
Secondo la FAO gli effetti della perdita di biodiversità si stanno facendo sentire molto negli ultimi tempi, specialmente sulla sicurezza alimentare. I sistemi alimentari e agricoli dipendono dalle piante in molti modi, ma anche dagli animali, dai microrganismi che li compongono e li circondano. La biodiversità non solo sostiene la produzione di cibo, mantenendo i terreni fertili, impollinano le piante, purificano l’acqua e l’aria, ma aumenta anche la resilienza agli shock e agli stress e costituisce una risorsa chiave negli sforzi per aumentare la produzione in modo sostenibile.
Eppure il fenomeno sembra essere ancora troppo sottostimato e soprattutto poco trattato dai giornali. Per portare questi problemi all’attenzione mediatica e dei politici bisognerebbe partire dal basso. Un esempio ci è dato dalla Svezia, il primo paese a non usare più combustibili fossili risultato frutto della pressione fatta dalla gente comune.
Nel frattempo si sta espandendo la Decrescita, un pensiero a livello politico, economico e sociale, favorevole alla riduzione controllata, selettiva e volontaria della produzione economica e dei consumi. Anche le proposte di tasse come la Carbon Tax vengono viste da molti esperti un mezzo utile per tentare di ridurre il problema legato allo sfruttamento ambientale.
Una soluzione alternativa a queste la propone il professor Thomas Crowther, giovanissimo scienziato presso il Global Ecosystem Ecology dell’ETH Zürich, per il quale piantare miliardi di alberi e rinnovare su larga scala foreste, parchi e aree verdi abbandonate in tutto il mondo ridurrebbe la quantità di CO2 nell’atmosfera in quantità pari a quella emessa dagli esseri umani nell’arco di un decennio.
Alla fine tutto converge in una sola consapevolezza, il mondo si trova a un bivio e il 2019 sarà un anno critico per l’azione climatica. Per questo le Nazioni Unite, in vista della COP25 in programma per il prossimo settembre in Cile, hanno annunciato una roadmap per arrivare preparati a uno degli eventi più importanti sul clima a livello globale. Quanto stabilito dagli Accordi di Parigi del 2015 (che entreranno in vigore nel 2020) su gestione delle emissioni di gas a effetto serra, mitigazione, adattamento e finanziamento, sarà ribadito e gli sforzi moltiplicati. Il 28 marzo si svolgerà l’Assemblea generale ad alto livello sul clima e lo sviluppo sostenibile per tutti. Il 30 giugno, invece, è in programma un riesame dei progressi compiuti nella realizzazione dell’obiettivo di sviluppo sostenibile ad Abu Dhabi, attraverso un forum politico di alto livello. L’anno sarà completato dalla Conferenza sul clima COP25 del 2019, che si svolgerà in Cile.
Il pianeta è un dono che appartiene a tutti, ma sta a noi prendercene cura.
Letizia Pizzarelli