3 Aprile 2021
“Per che cosa vorresti essere ricordato al mondo?” è una delle domande che il protagonista del film d’animazione Soul pone a se stesso, alla sua interlocutrice e allǝ spettatorǝ. Un quesito a cui risulta complicato dare una risposta e di cui, molto probabilmente, a fine visione neanche interessa più. Questo perché, la pellicola del lungometraggio Pixar “Soul” diretto da Pete Docter e Kemp Powers, candidato agli Oscar 2021, conduce lǝ spettatorǝ in un lungo viaggio alla riscoperta non solo dell’anima di Joe Gardner – protagonista del film doppiato da Jamie Foxx e Neri Marcorè – ma di tutti coloro che avranno modo di dedicare del tempo a questa pellicola. Precedentemente programmato per le sale cinematografiche, a causa della pandemia “Soul” è stato reso disponibile sulla piattaforma Disney+ il 25 dicembre 2020. Questa volta, la sfida che Pete Docter si pone è quella di portare sullo schermo la storia dell’anima umana prima che questa raggiunga la vita terrena.
La passione di Joe Gardner per la musica jazz gli è stata tramandata dal padre quando era ancora adolescente, ma nonostante i numerosi tentativi non è mai riuscito a raggiungere il successo a cui aspirava. Nell’attesa di realizzare il sogno di affermarsi come pianista jazz, lavora part-time come insegnante di musica in una scuola media. Quando la preside gli dà la possibilità di rimanere come professore a tempo pieno con uno stipendio fisso, assicurazione medica e pensione garantiti, Joe si trova costretto a prendere consapevolezza, spinto anche dagli screzi con la madre, che il suo sogno dovrà rimanere tale. Rassegnato dai continui “Cerchiamo qualcosa di più”, inizia a credere anche lui che l’insegnamento sia la strada più sicura. Questo fino all’incontro casuale con un suo ex studente che gli propone di entrare nella band di Dorothea Williams, jazzista di grande successo che rimane affascinata dal talento di Joe. Quest’ultimo, entusiasta di aver ottenuto finalmento l’opportunità tanto agognata, cammina distrattamente per le vie di New York e cade in un tombino. Da qui il distacco della sua anima dal corpo prossima a raggiungere l’oltremondo. Nel tentativo di fuggire al proprio destino, mostrando un particolare attaccamento alla vita, Joe si trova catapultato nell’ante-mondo. Luogo in cui viene plasmata la personalità delle anime prima di raggiungere la Terra. Tra sketch comici e fraintendimenti vari, Joe viene preso dagli Jerry (consulenti ed educatori delle anime) per un mentore a cui viene affidato il compito di aiutare a trovare la “scintilla” (ultimo tassello per completare il pass per la terra) dell’anima numero 22 – doppiata da Tina Fey e Paola Cortellesi – nell’ante-mondo da millenni nonostante sia stata affiancata da numerose personalità illustri come Gandhi, Abramo Lincoln, Aretha Franklin, Madre Teresa, Mohamed Ali.
Tra Joe e 22 nasce un’inaspettata amicizia in cui i ruoli di mentore-allievǝ vengono continuamente invertiti. Joe e la sua disperata voglia di tornare nel proprio corpo mostrano a 22, convinta che la terra sia un postaccio inutile, un assaggio degli infiniti significati e sfumature che la vita può avere: dal sapore di una fetta di pizza allo sguardo incantato nell’ammirare la caduta delle foglie in una giornata autunnale. Camminare, correre per le caotiche e frenetiche vie di New York, la riconciliazione tra una madre e un figlio dopo anni di incomprensioni, lasciarsi andare e raccontare di sé sulla poltrona di un barbiere, ammirare la determinazione di una dodicenne. Scene e situazioni che 22 vive nel corpo di Joe e che riescono a stravolgere il punto di vista e le convinzioni intrinseche in lei da secoli. Quest’ultima non vorrebbe più tornare nell’ante-mondo e quando viene costretta a farlo, si autoconvince di non essere abbastanza diventando un’anima perduta. Dall’altro canto, Joe, tornato finalmente alla sua vita e conclusosi il concerto al fianco di Dorothea Williams, non riesce a smettere di pensare a quell’anima con cui ha trascorso delle ore incredibili e inenarrabili. In quelle che sembrano essere le ultime scene del film, Joe Gardner viene inquadrato seduto al suo fedele pianoforte e, iniziando a suonare le prime note, ripercorre tutta la sua vita fin da bambino, immagini che mostra anche allǝ spettatorǝ che si sente quasi un intruso. Si lascia andare alla propria passione, ispirato da ciò che ha vissuto e dalla melodia che continua a suonare, entrando nella “bolla”. Luogo in cui le anime appassionate vengono trasportate e quelle ossessionate si perdono. Ed è qui che rincontra e salva 22, riuscendo ad abbattere e distruggere l’ansia e la paura di fallire, accompagnandola nel suo viaggio verso la Terra perché ora tocca a 22 vivere.
Contro ogni pronostico, anche a Joe viene concessa la possibilità di tornare sulla terra, questa volta senza alcun sotterfugio, come ringraziamento per essere stato fonte d’ispirazione per tutti gli Jerry. E alla domanda su come sfrutterà questa seconda chance, Joe Gardner risponde semplicemente che ne assaporerà ogni momento. Perché non è importante da chi sarà ricordato o il successo che potrà raggiungere, quello che conta è avere ancora modo e tempo per gustare un pezzo di pizza o ammirare un tramonto. Prodigarsi affinché momenti e attimi del genere non vengano più trascurati dai mille impegni che costituiscono la routine quotidiana. È questo l’insegnamento che lǝ spettattorǝ di qualsiasi età, una volta spento lo schermo, porta con sé.
Non è la prima volta che Pete Docter, oltre che regista anche sceneggiatore del film, prova a raccontare ciò che si cela dentro un corpo fatto di carne ed ossa. Con “Inside Out” prodotto dagli studi Pixar nel 2015 ha esplorato il mondo e la potenza delle emozioni che definiscono la personalità di ognuno (rabbia, tristezza, disgusto, paura, gioia), dei ricordi e dei sogni. Questi ultimi due ricorrenti anche nel lungometraggio “Up” del 2009. Insomma, ogni film d’animazione firmato alla regia da Pete Docter si trasforma in un racconto introspettivo dentro se stessi, alla scoperta di quello che si nasconde nel proprio subconscio e di quanto l’anima e la mente condizionino la vita di tuttǝ. Nessun dubbio, una volta che si preme play o si entra in sala, il viaggio è assicurato.
Annaclaudia D’Errico