31 Marzo 2021
Sono trascorsi soltanto pochi mesi da quando una nota del Consorzio UnicoCampania ha fatto adirare la classe studentesca e la rappresentanza. Il messaggio aveva ad oggetto i trasporti, in particolare la validità dell’abbonamento gratuito per gli studenti e le studentesse aventi età inferiore a 26 anni e in possesso di un attestato ISEE inferiore a 35.000. Il comunicato aveva lo scopo di informare la classe studentesca sulla sospensione della validità dell’abbonamento. Nel testo si leggeva “la decisione di sospendere la validità degli abbonamenti gratuiti, che vuole rappresentare anche un messaggio, ai più giovani, di restare a casa, di evitare tutti gli spostamenti non strettamente indispensabili, in modo da facilitare il decremento della curva dei contagi e il ritorno, da tutti auspicato, alla normalità”.
Gli studenti e le studentesse non hanno reagito nel modo sperato dalla Regione. Nessun tipo di comprensione, piuttosto rabbia. Sì, perché in quelle parole si leggeva (e si legge) la totale indifferenza delle istituzioni verso le esigenze degli studenti e delle studentesse che non sono soliti/e frequentare le strutture universitarie solo ed esclusivamente per seguire corsi e/o sostenere esami. Ci sono altre attività: ricerca, laboratori, tirocinio, usufruire del servizio di prestito e restituzione dei libri. Nessuno di questi aspetti era stato preso in considerazione dalla Regione, atteggiamento che ha suscitato indignazione da parte della rappresentanza studentesca che ha voluto lanciare una petizione su change.org.
A distanza di alcuni mesi da questi eventi, ci ritroviamo di fronte all’ennesimo atteggiamento disinteressato del Consorzio verso quelle che sono le esigenze della classe studentesca. In un comunicato pubblicato il 26 Marzo scorso fa si legge “si comunica che tutti gli studenti universitari che sono in possesso di un abbonamento gratuito possono continuare a viaggiare gratuitamente solo se in possesso di idonea attestazione rilasciata dalla struttura dove si presta l’attività di tirocinio. Tale documentazione deve essere inviata a mezzo mail al Consorzio Unico Campania e mostrata, ogni qualvolta ne viene fatta richiesta, al controllo da parte di personale autorizzato”.
La reazione della Regione Campania alle pretese di ripristino della validità dell’abbonamento è stata quella di chiedere agli studenti e alle studentesse – considerati/e tra le righe “furbetti/e” – prove inconfutabili di questa necessità. Perciò un attestato che dichiari di essere uno studente/una studentessa, l’esistenza di un’attività di tirocinio e l’obbligo di svolgere l’attività in presenza. Di tutti gli altri bisogni, come appunto quello di poter raggiungere il campus per un libro, non si fa menzione e soprattutto non si mostra alcun interesse.
Quando mesi fa Asinu ha scritto della sospensione della validità dell’abbonamento gratuito, ha raccontato quello che sembrava l’atteggiamento comune, della Regione e dell’allora ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, di considerare non i mezzi pubblici come un problema degli studenti e delle studentesse ma, al contrario, gli studenti e le studentesse come un problema dei trasporti. Non si possono migliorare i mezzi, non si possono migliorare gli orari e le corse, non si può integrare il servizio; e quindi che si fa? Si dice agli studenti e alle studentesse di restare a casa e di lasciare liberi i trasporti.
Oggi ne abbiamo avuto nuovamente conferma. Il massimo che si è riusciti a fare in questi mesi, rispetto alla situazione iniziale, è questo: dire agli studenti e alle studentesse che se proprio hanno bisogno di questo servizio, devono dimostrarlo. Non è sufficiente dire che è un diritto. Presentarsi come studenti e studentesse che trascorrono anni per studiare e il cui sostegno dovrebbe essere più che giustificato a priori. Non basta più. E di questo ormai abbiamo comprovate prove: la NoTaxArea esclude ancora i fuoricorso, il bonus universitario è solo per chi ha una media del 24, il bonus pc solo per chi è in corso, il kit connettività solo per chi è una matricola (anche se dopo un anno, almeno all’Unisa, è stato eliminato questo criterio). Insomma, gli aiuti te li devi guadagnare. Non basta più essere solo studenti e studentesse che vogliono studiare per costruirsi un futuro migliore. Si deve essere anche giovanissimi (più giovani si è, meglio è) e velocissimi. È la nuova frontiera del Diritto allo Studio.