18 Ottobre 2019
Risalgono a poco più di un mese fa l’inizio delle operazioni di bonifica del fiume Sarno, in cui “in alcuni tratti non si vede neanche l’acqua”. Lo annuncia con queste parole in un post Facebook Sergio Costa, Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, già intenzionato alla fine del 2018 ad avviare un vero e proprio masterplan per ripulire le acque del fiume. Erano previste, allora, tre linee d’intervento: disinquinamento, impianti di depurazione, completamento e collegamento ai collettori, prevenzione del rischio idrogeologico con allagamenti e frane. Al di là degli ampi progetti, il primo intervento effettuato d’urgenza a settembre è di carattere igienico-sanitario e ambientale, conclusosi con la consegna di due carichi pari a circa 11.000 kg di rifiuti che ostruivano il passaggio dell’acqua. Una quantità esorbitante, e l’operazione di bonifica ha ancora bisogno di incedere velocemente per evitare disastri ambientali ai danni delle popolazioni limitrofe.
Nonostante la questioni relative al fiume più inquinato d’Europa siano in questi mesi messe in evidenza dai cittadini campani e dalle istituzioni, nonostante le sue acque sembrino essere talmente sature da non riuscire più a ricevere ulteriori agenti tossici al loro interno (il Ministero dell’ambiente ha avviato un progetto di monitoraggio degli scarichi), dopo lo scandalo dell’allevamento di vongole in una delle foci più pericolose del pianeta, i comuni di San Valentino Torio e Striano diventano il teatro di un ulteriore tentativo di rendere il Sarno ancora più “killer”. Poche ore fa sono stati rinvenute all’interno del bacino decine di taniche da 5 litri etichettate come “fitofarmaci”(medicamenti di origine vegetale, pesticidi), nascoste con accortezza nell’alveo del fiume. Non è nota ancora l’origine della sostanza rinvenuta all’interno delle taniche, ne la potenziale pericolosità, ma la rimozione dei rifiuti speciali è stata immediata, onde evitare un ulteriore contatto tossico con le forme di vita presenti nelle acque.
Confezioni inquinanti avvolte in teli di plastica, ben nascoste sul fondale, e un furgone sul ciglio della strada di un proprietario sconosciuto. Un’azione banale, una notizia di cronaca ammuffita, raggrinzita, con un forte odore di “vecchio”, diventa per tutti i cittadini vicini alle zone attraversate da quel liquido esplosivo un gesto criminale, privo di qualunque rispetto nei confronti di chi subisce da lunghi anni emissioni maleodoranti, sporcizia, salute a rischio. Il fiume killer è stato, ancora una volta, ucciso da nuovi assassini. Il 19 ottobre si terrà a Nocera Inferiore, presso l’Azienda Agricola-Agrituristica “Poggio Fecondo” il convegno “Fiume Sarno come ecosistema complesso: ripartire dalla terra per coltivare un approccio olistico a problematiche antiche”. Parlare di biodiversità, servizi ecosistemici, tutela ed educazione ambientale, sembra l’unico modo per riuscire, in questo istante, a ripartire.
Maria Vittoria Santoro