9 Aprile 2022
Da poco più di un mese si sperimenta l’essere indirettamente coinvolte/i in guerra, un conflitto a cui si credeva di non potersi abituare, al flusso continuo di immagini, informazioni, agli schieramenti, al dubbio, ai fatti. All’interno delle università la discussione si è aperta, sono stati commessi errori, censure, il personale accademico si è unito alla necessaria discussione sulla pace. Il 16 marzo, all’università di Salerno, una delegazione di docenti universitari/e si riuniva per una marcia intorno al campus a favore della pace in Ucraina e in tutti i paesi ancora colpiti dalla guerra.
L’università è uno dei luoghi d’accoglienza più importanti all’interno del nostro paese, è la rappresentazione fisica di uno spazio in cui si promuove dialogo, cultura, discussione politica, un posto in cui sentirsi salve/i, e libere/i di continuare a costruire il proprio futuro. Insieme alle scuole, gli atenei italiani hanno accolto, grazie al fondo di 500.000 euro – poi diventati un milione – docenti, studentesse e studenti, dottorande/i, ricercatori e ricercatrici in fuga dall’Ucraina, che hanno potuto usufruire di borse di studio e di alloggi gratuiti all’interno delle residenze universitarie.
La Rete delle Università della Pace interna alla CRUI chiede in un comunicato un’azione diplomatica forte all’interno delle università. La Crui aderisce quindi all’appello del Segretario Nazionale della Nazioni Unite, a favore della cessazione del fuoco e a possibili attività di negoziato e di dialogo, si schiera per le vittime della comunità accademica ucraina e chiede a tutti gli Atenei di promuovere azioni efficaci e aiuti concreti a chi scappa dalla guerra.
Sono molte le università ad aver ridotto o azzerato i pagamenti delle rate universitarie, tra cui anche l’Università degli studi di Salerno, comunicando di aver previsto – con D.R. Rep. n. 384/2022 del 28 febbraio 2 – “l’esonero totale dalla terza rata del contributo onnicomprensivo annuale (a.a. 2021/22), per gli studenti e le studentesse di cittadinanza ucraina iscritti/e a corsi di laurea e di laurea magistrale presso l’Ateneo” aderendo all’appello della Conferenza dei Rettori e delle Università italiane.
Se il contributo della governance per studentesse e studenti ucraini/e è stato celere e presente, il contributo delle associazioni studentesche è stato fondamentale per la raccolta di beni di prima necessità da inviare a cittadine e cittadini ucraini/e in difficoltà. Alcune associazioni hanno collaborato con l’associazione Kalina per raccogliere alimentari e prodotti igienici per l’Ucraina, rendendo le proprie sedi dei punti di raccolta per chiunque possa donare materiale utile. È stato diffuso inoltre un questionario utile a raccogliere informazioni dettagliate (bisogni speciali o mobilità ridotta) per effettuare recuperi di persone bisognose in Ucraina.
Quello dell’Università è un apporto fondamentale per il contrasto del conflitto. La richiesta di pace, gli aiuti umanitari, che partano dalla governance o dalla rappresentanza, sono espressione di partecipazione e negazione dell’indifferenza. È una pratica necessaria, e va alimentata affinché diventi la quotidianità dei nostri luoghi accademici.