27 Settembre 2021
“Orizzonti di pace” è l’iniziativa che avrà luogo il 1 ottobre dalle 16:00 alle 18:00 e che ospiterà la proiezione di un frammento del docu-film “La Febbre di Gennaro” con la presenza del regista Daniele Cini. All’incontro prenderanno parte la Comunità di Pace di San José de Apartadó (Colombia), le volontarie e i volontari di Operazione Colomba – corpo nonviolento di pace dell’APG23, il Professore Rubén Darío Pardo Santamaría (Universidad del Quindío), Rodrigo del Pozo (Desde abajo- Jai Jagat España). L’evento sarà introdotto e coordinato da Valentina Ripa, ricercatrice confermata e professoressa aggregata di Lingua Spagnola presso l’Università di Salerno. L’evento si terrà sulla piattaforma Zoom e sarà disponibile in differita e sul canale YouTube del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli. Presenzieranno inoltre i genitori di Mario Paciolla e le loro avvocate, Isaline Merle d’Aubigné (Jai Jagat Francia, ex volontaria PBI in Colombia) e Alex Zanotelli, missionario comboniano.
“La Febbre di Gennaro”, di cui sarà proiettato un frammento nel corso dell’incontro, racconta la storia di Gennaro Giudetti, ventinovenne di Taranto, che a diciannove anni è uscito di casa con l’idea di contribuire alla crescita di un mondo più giusto dove gli indifesi vengono protetti e salvati. Tuttora, a distanza di dieci anni, continua a girare il mondo e a fermarsi nei luoghi più in difficoltà.
Il documentario è visionabile dal 2 aprile su Sky Primafila, Chili, Rakuten TV, Apple TV, Google Play e The Film Club, realizzato in collaborazione di Medici Senza Frontiere, Associazione Comunità Giovanni XXIII e Sea Watch.
Il regista, Daniele Cini, segue Gennaro nei suoi viaggi. Il protagonista è in Colombia a difendere le comunità contadine fungendo da scorta disarmata, in Palestina per accompagnare i bambini a scuola, in Libano per organizzare corridoi umanitari per i profughi siriani, sulle imbarcazioni per prestare soccorso nel Mediterraneo, in Congo per contrastare le epidemie di Ebola e Colera, nello Yemen come operatore di MSF, in Italia (a Lodi e Codogno) contro il covid.
Cosa spinge un ragazzo giovanissimo a lasciare la serenità familiare per affrontare le difficoltà umanitarie? il documentario ha lo scopo di rispondere a questa domanda, ma ha soprattutto il desiderio di trasmettere quello che spinge questo ragazzo (e insieme a lui, tantissimi altri ragazzi e ragazze) a scuotersi e infervorarsi di fronte alle ingiustizie e alla possibilità di aiutare vite umane. Qualunque cosa lo agiti, è positivo. E magari, se in grado di trasmettersi ad altri, potrebbe toccare persino quelli che si approcciano a questi temi con ancora troppa indifferenza. Da qui, il titolo di “febbre”. Qualcosa che si spera possa trasmettersi ad altri, come un entusiasmo incontrollabile. Il desiderio profondo di aiutare, proteggere, difendere, infondere bontà e giustizia ad un mondo alle prese con troppi conflitti.
“Ho accettato di fare questo documentario perché desideravo che tutte le vittime che ho incontrato avessero voce e la possibilità di raccontare le proprie storie, e poi sentivo il bisogno di sensibilizzare i giovani alle grandi ingiustizie di cui ero testimone. Vorrei che questo film fosse visto nelle scuole, medie, superiori, università. Poi, dall’altra parte volevo raccontare la vita di un operatore umanitario, la passione e la professionalità che ognuno di noi mette, l’amore per l’umanità disprezzata e esclusa”.
Venerdì, in collegamento zoom, ospiti di calibro internazionale dibatteranno su quello che sono da sempre grandi promotori di progresso e sviluppo umanitario: la solidarietà e l’altruismo che, attraverso il coraggio di giovani uomini e donne, si concretizza nella salvezza di importanti pezzi del mondo che in questo modo riacquistano speranza, pace e vita.