1 Luglio 2020
“Perché trasmette la capacità di comprendere le questioni dell’integrazione, delle pari opportunità e dell’inclusione sociale come valori fondamentali per il futuro della società.”
“Perché rende studenti e studentesse consapevoli del fatto che le identità di uomini e donne sono complesse costruzioni sociali, culturali e politiche e che tali costruzioni variano in base ai contesti storici e geografici.”
Sono queste le motivazioni alla base dell’istituzione, per il secondo semestre dell’anno accademico 2020/2021, dell’insegnamento a scelta libera all’interno dell’offerta formativa del Dipartimento di Studi Umanistici (DIPSUM) “Storia delle Donne e Studi di Genere”, un corso rivolto a tutta la comunità studentesca, spesso carente rispetto a determinate tematiche a causa di un’attenzione estremamente scarsa (a volte addirittura assente) nei confronti di degli Women’s Studies e dei Gender Studies, fenomeni culturali ritenuti ancora nuovi per il mondo universitario italiano, ma sostenuti da una tradizione accademica duratura in molti altri paesi, in particolare quelli anglosassoni.
L’inserimento di un insegnamento specifico relativo agli studi di genere all’Università degli studi di Salerno, si inserisce infatti in un contesto nazionale ben poco gratificante: secondo uno studio abbastanza recente condotto nel 2016 presso l’Università di Roma Tre, riportato dalla rivista d’informazione online “InGenere”, la presenza di corsi relativi agli studi di genere negli atenei italiani incide soltanto per lo 0,001%.
L’insegnamento è promosso dall’OGEPO, l’Osservatorio dell’Unisa per la diffusione degli Studi di Genere e la cultura delle Pari Opportunità all’interno dell’ateneo.
Il corso dell’ateneo salernitano è composto da trenta ore di lezione svolte da docenti ed esperti del settore, sia in lingua italiana che inglese, suddivise tra lezioni frontali ed attività di laboratorio. Gli argomenti che saranno trattati durante le ore previste riguarderanno: la formazione dell’identità maschile e di quella femminile come costruzione sociale, mascolinità e i rapporti fra i sessi, concetto di “onore”, “verginità”, “virilità”, storia delle donne in prospettiva globale: conquista dei diritti, empowerment, confronti di culture, il corpo nel discorso giuridico, maschile/femminile nel lessico della pubblicità, il corpo negli studi lgbtq+ (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer), la violenza domestica dal primo Novecento ai giorni nostri, l’Arte trans.
Argomenti su cui discutere per alimentare lo spirito critico ed educare al rispetto e al riconoscimento di identità molteplici come base essenziale nella costruzione di ogni tipo di rapporto.
L’ateneo salernitano sta finalmente facendo passi avanti sul fronte delle identità di genere: dopo l’introduzione del doppio libretto universitario per chi è in transizione di genere, il passo successivo – di formare in modo diffuso il maggior numero di iscritti – è esattamente quello che andava fatto per innescare la costruzione di uno spirito di comunità che sappia frenare la deriva delle discriminazioni di cui ancora oggi è prigioniero il mondo.
L’attività non è solo volta ad una maggiore comprensione degli altri individui, ma anche di noi stessi che spesso assumiamo atteggiamenti e facciamo uso di parole specifiche perché inseriti in contesti che non ci hanno permesso di acquisire reale consapevolezza degli stessi. Assunti per prassi e non per decisione. “Costruzioni sociali” è la parola chiave. Le risposte ai cambiamenti e ad una più profonda affermazione di libertà, di noi e degli altri, ancora una volta, non potrà che trovarsi nello studio.
Per ulteriori informazioni relative all’insegnamento, è possibile contattare l’osservatorio all’indirizzo email ogepo@unisa.it (da mettere alla fine, in fondo, dopo la firma).
La Redazione