1 Novembre 2019
Il 14 ottobre scorso una folla di studenti è accorsa alla Sala del Senato Accademico “Roberto Racinaro” per ritirare le sagome di carta delle borracce che saranno distribuite dall’Università degli Studi di Salerno. I fortunati avventori che hanno ritirato la sagoma avranno la precedenza alla prima distribuzione delle attesissime borracce, prevista per dicembre 2019.
Iniziativa che ha accompagnato la presentazione di UNISambiente, il nuovo programma che “contempla azioni integrate per il continuo miglioramento dei livelli di vivibilità e sostenibilità dei campus universitari”. Obiettivo principale dell’ateneo salernitano è la scalata aggressiva della classifica mondiale degli atenei più ecosostenibili , stilata a cadenza annuale da Green Metric, che per il 2018/19 l’ha visto posizionarsi al 214° posto, notizia che trova sempre l’occasione di essere sbandierata, che il Rettore(ex) si appunta al petto come una medaglia all’onore.
Gli obiettivi esposti sono vari: l’ampliamento del parco fotovoltaico, che attualmente produce circa il 20% del fabbisogno energetico del Campus, per il raggiungimento del 70% di autoproduzione nei prossimi anni; l’eliminazione della plastica monouso, incentivata come citato dalla distribuzione di borracce al corpo studentesco e al personale, e l’installazione di ben 12 fontanili nel Campus; incentivi alla mobilità sostenibile, su cui l’Ateneo crede di avere la coscienza a posto grazie all’estensione dell’orario delle corse della famigerata navetta intercampus di ben due ore; il nuovo sistema di gestione dei rifiuti, di cui si è parlato più approfonditamente.
Il pezzo forte della presentazione è stato il nuovo Piano di Raccolta Differenziata di Ateneo. Finalmente dopo anni di salatissime multe pagate per il mancato rispetto della raccolta differenziata, in collaborazione con Fondazione Unisa, Comune di Fisciano e Fisciano Sviluppo S.p.A., un nuovo sistema di gestione dei rifiuti è in fase di attuazione, con gli obiettivi di minimizzare i rifiuti urbani indifferenziati e favorire lo smaltimento dei rifiuti riciclabili e non. Il Piano prevede la predisposizione di punti di raccolta in vari punti del Campus, e l’installazione di Eco-Box in tutti gli spazi universitari, accompagnati da relative istruzioni per il conferimento, rigorosamente stampate su carta riciclata(sull’inchiostro n.d.) . Questi saranno di due tipologie: batterie “complete” di 5 contenitori per il conferimento delle frazioni di umido, carta e cartone, vetro, imballaggi multimateriale e indifferenziato; batterie “ridotte” di 3 contenitori per carta e cartone, imballaggi multimateriale e indifferenziato.
Il tutto reso possibile anche grazie all’individuazione di una figura futuristica per il coordinamento del programma, quella del Waste Manager, che avrà il compito di attuare e far funzionare correttamente l’insieme.
Tutte le informazioni sono accessibili per studenti e personale sul nuovo portale creato ad hoc ambiente.unisa.it, dove è consultabile il glossario dei rifiuti, che dovrebbe indicare nel dettaglio qual è il modo corretto di conferire i rifiuti.
Dopo questa presentazione i dubbi che ci affliggono sono numerosissimi.
Inanzitutto, non ci aspettiamo da un Ateneo che aspira a far parte dell’elite italiana, o addirittura mondiale, una celebrazione esagerata per misure che dovrebbero essere la normalità da anni ormai. Il piano della raccolta differenziata è una necessità da anni, e la risposta è stata tardiva. Sarebbe stata all’avanguardia se fatta anni fa. Tutti siamo testimoni e responsabili dei sacchi neri pieni, dei cestini di aule, corridoi, bar, mense, dove tutto viene gettato senza scrupoli nell’indifferenziato. Proviamo a immaginare tutti i rifiuti prodotti dalle decine di migliaia di persone che frequentano i Campus quotidianamente, moltiplicati per anni e anni. Una mole spaventosa che ormai è in qualche discarica o incenerita nella nostra aria.
Ancora, il problema dell’abuso di plastica. Appare tardiva anche l’intenzione di rendere i Campus plastic free, dato che ormai la scena pubblica è invasa da campagne con questo obiettivo, inoltre la plastica monouso sarà definitivamente bandita entro un paio d’anni. Dato che siamo ancora lontani da ridurre il monouso, ci adatteremo semplicemente alle norme. Quindi ancora viene fatta passare come misura all’avanguardia qualcosa che è semplicemente l’adattamento ad un fenomeno attuale. Conosciamo i tempi della burocrazia, i contratti con i fornitori, i bandi, le gare d’appalto, ma se questa idea fosse partita tempo fa, oggi saremmo molti passi avanti. Per ora rincorriamo la normalità. Speriamo che la Fondazione Unisa prenda al più presto provvedimenti in merito.
Inoltre durante la presentazione, come ormai da abitudine, non c’è stata menzione alle misure per il Campus di Baronissi. Sul sito leggiamo che da Gennaio 2020 anche lì saranno installati gli eco-box, e dato che il Campus ricade nel territorio amministrativo di Baronissi, vorremmo capire se il Piano è stato studiato in modo da adattarsi anche al Piano di raccolta differenziata afferente a quel Comune.
Siamo sicuri che l’Unisa non può fare di più per la mobilità studentesca? Negli spazi esterni saranno presenti gli eco-box o continueranno a esserci solo i bidoni di ferro con il sacco dell’indifferenziato? Perché non si è pensato di installare dei contenitori per raccogliere i mozziconi delle sigarette in modo diffuso? Tutte le nostre perplessità e i nostri dubbi saranno posti al più presto a chi ha studiato e sviluppato questo piano.
In ogni caso apprezziamo il lavoro svolto e ringraziamo chi si è impegnato, nella speranza che tutte le misure diventino effetive al più presto, e che questo Ateneo cominci davvero a guardare oltre verso un futuro ecosostenibile.
Martina Bianchi