28 Giugno 2019
Voglio un mondo pulito: un desiderio condiviso da tutti. Una di quelle frasi che ascoltiamo da anni e il cui continuo ripetersi ci lascia comprendere che quel mondo pulito, purtroppo, ancora non c’è. Da qualche mese questa frase non è più solo uno slogan, un’ambizione, è un progetto. Realistico, tangibile, dagli esiti positivi.
L’iniziativa, nata dall’interesse di un giovane studente salernitano, si è ora trasformata nel costante attivismo da parte di un gruppo di ragazze e ragazzi che si danno appuntamento sulle spiagge di Salerno per migliorarne la salute attraverso un’attenta pulizia della superficie che non si limita al tratto più prossimo dell’acqua ma che si spinge fino agli scogli. Marina D’Arechi, Via ardente, Porticello di Pastena, Pontecagnano, Marina di Battipaglia: sono i luoghi su cui i ragazzi hanno effettuato le prime operazioni di pulizia e su cui sono stati rinvenuti materiali di ogni tipo: carta, plastica, vetro, cellulari motorola, oggetti di ogni composto che si sono mescolati e confusi tra i tratti sabbiosi delle spiagge. I rifiuti non vengono semplicemente raccolti e gettati, ma differenziati e condotti agli esercenti che possono inserirli all’interno del meccanismo di riciclo e dal cui ricavato provvedono a munirsi di buste e guanti per l’attività.
L’azione degli attivisti trova spazio all’interno del vuoto lasciato dall’amministrazione salernitana che non si adopera per la pulizia delle spiagge se non attraverso l’utilizzo di ruspe che non raccolgono i rifiuti ma li tritano finendo soltanto per confonderli maggiormente con i granelli di sabbia. L’attenzione dell’organizzazione tuttavia non ricade su questo: sebbene sia chiaro che la responsabilità sia da attribuire a più parti, a loro non interessa trovare un colpevole, un capro espiatorio, qualcuno o qualcosa su cui puntare il dito, che sia l’amministrazione o il singolo cittadino. A loro importa soltanto diminuire la distanza che intercorre tra il desiderio di vivere in un mondo più pulito e la certezza che questo accada. L’attivismo che propugnano è molto semplice: scendere in spiaggia e contribuire direttamente e immediatamente alla costruzione di un mondo più rispettoso dell’ambiente. Non serve il volantinaggio, l’avvicinarsi ai passanti, è più utile convincere con le azioni piuttosto che con le parole e lasciare che gli altri si convincano che tenere pulite le spiagge sia un interesse di tutti.
Secondo Beach Litter 2019, l’indagine di Legambiente, su 29 spiagge monitorate in Campania vi sono in media 647 rifiuti ogni 100 metri lineari: più di 3 rifiuti ogni passo. Il marine litter è una delle più gravi emergenze ambientali globali insieme ai cambiamenti climatici perché mette a rischio la biodiversità marina. Nel salernitano sono state 15 le spiagge monitorate per un totale di 80.400 mq, dove sono stati trovati una media di 272 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia per un totale complessivo di 4083(il 21% del totale dei rifiuti trovati sulle spiagge campane). La plastica è il materiale più presente, pari all’81% del totale dei rifiuti rinvenuti sulle spiagge salernitane.
Sulle spiagge, prima o poi, andremo tutti. Il minimo che possiamo fare è contribuire alla diffusione di questo messaggio: non importa se non ci sono appositi bidoni per l’immondizia, è sufficiente portare una busta e riporre lì i rifiuti. Non sporchiamo. Non facciamo finta che non ci riguardi. Sostenere la pulizia delle spiagge significa vivere l’ambiente in modo più partecipato, coltivare un rapporto diverso con la natura che ci circonda e anche provare a salvare il pianeta.